mercoledì 12 luglio 2023

pc 12 luglio - Nota sullo sciopero dei metalmeccanici in alcune fabbriche del Sud e del Lazio

Sullo sciopero dei metalmeccanici in alcune fabbriche del Sud e del Lazio.

Uno sciopero di cui con la controinformazione rossoperaia di oggi faremo qualche conto.

Noi siamo incondizionatamente a favore di tutti i lavoratori che scioperano, che sono in piazza, che fanno presidi contro questo governo e la Confindustria. Nessuno più di noi che considera la classe operaia industriale il centro del mondo è contento quando settori della classe operaia che consideriamo il centro del mondo scende in sciopero.

Però a questo sciopero non aderiscono tutte le organizzazioni sindacali di base, non aderisce lo Slai Cobas psc che di esse è la componente programmaticamente classista e combattiva. Perché? Di che si parla in questo sciopero?

In buona parte si parla delle stesse cose di cui parlano i padroni: transizione ecologica, investimenti, e così via. E si chiede ai governi, ai padroni, di fare bene il loro mestiere. Ma “il loro mestiere” i padroni e il governo lo stanno facendo fin troppo bene, perché in questa società non c'è “il mestiere” e “le buone

intenzioni”, ci sono salari e profitti, sfruttamento e dittatura dei padroni e appropriazione dei padroni dei prodotti del lavoro che gli operai producono.

Lo sciopero è necessarissimo, è tardivo e doveva farsi - e si deve fare - ma questo non è lo sciopero che serve agli operai e ai lavoratori.

Sembrerebbe che lo capiscano gli stessi sindacati confederali quando parlano di “sciopero di avvertimento”, cioè uno sciopero tanto per dire che non siamo d'accordo, ma poco di più, mentre minacciano “sfracelli per l'autunno”. Un discorso che abbiamo sentito tutti tante volte, un discorso che sentiamo tutti i giorni all'ex Ilva e in tante altre fabbriche. “Sfracelli” che non vengono mai da uno sciopero di avvertimento, da un altro avvertimento ad un altro avvertimento ancora, e l'esito per i lavoratori è “zero virgola zero”.

Ma poi avvertire di che cosa? Avvertire almeno dovrebbe significare: noi vogliamo questo, o ce lo date o blocchiamo tutto.

E che cosa vogliamo?

300 di aumento salariale sono il minimo necessario per tutti i lavoratori, ce lo diano i padroni, ce lo diano per legge, non importa, ma 300€ nette nelle buste paga devono rientrare, perché i lavoratori ne hanno persi molti di più e i contratti danno una miseria laddove sono rinnovati.

La maggior parte dei lavoratori è a sotto salario. La parte che non è toccata dai contratti precari è a sotto salario per casse integrazioni permanenti che hanno reso sempre più i salari tra i 900 e 1200 in media anche laddove i loro salario sarebbe più dignitoso.

Noi vogliamo l'integrazione della cassa integrazione perché sia pari al salario laddove è permanente ed è legata a processi di ristrutturazione e di riconversione.

Così come siamo per la legge sul salario minimo per almeno 10 euro. E come sempre in difesa del reddito siamo per il salario minimo garantito ai disoccupati comunque viene chiamato.

Siamo nettamente all'opposizione al taglio del reddito di cittadinanza; siamo per la riduzione dell'orario di lavoro a parità di paga; siamo per la riapertura delle fabbriche chiuse o che vogliono chiudere, siamo per una riapertura che possa passare anche da forme di nazionalizzazione laddove non si trova un padrone pronto a riprenderle.

Questo non viene richiesto dall'attuale piattaforma di sindacati confederali in sciopero, quindi è per questo che non aderiamo a questo sciopero e per questo diciamo ai lavoratori che vi hanno aderito di rivendicare una piattaforma operaia e pretendere uno sciopero alla francese, almeno alla francese.

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