venerdì 14 luglio 2023

pc 14 luglio - Sempre solidali con chi attacca il governo Meloni: «Giorgia Meloni razzista e nazista»

Insulti a Meloni da Brian Molko dei Placebo, attacco alla premier dal palco di Stupinigi. E le parole dell'artista finiscono in procura

Il cantante e chitarrista del gruppo si rivolge in italiano ai cinquemila spettatori per un’invettiva contro il governo italiano

«Giorgia Meloni razzista e nazista», con queste parole Brian Molko ha attaccato martedì sera la Presidente del consiglio italiana dal palco dello Stupinigi Sonic Park, a Nichelino. Davanti ai cinquemila spettatori il cantante e chitarrista dei Placebo ha lanciato l’invettiva contro la premier. 

Dopo il quarto pezzo della serata, l’affermazione di sentirsi europeo ed il ringraziamento a Torino, Brian Molko si è rivolto in italiano ai presenti per attaccare Giorgia Meloni, aggiungendo in chiusura dell’invettiva un «Vaff…, pezzo di m...». Verso la fine del concerto i discorsi del gruppo si sono

concentrati sulla necessità dell’accoglienza e della difesa dei figli delle coppie omosessuali.

Un attacco alla Presidente del consiglio che è arrivato dopo l’invito ai propri fan di staccarsi dai telefoni, per gustarsi l’esperienza e partecipare al concerto anziché limitarsi a filmarlo. A seguito di segnalazione, la procura ha richiesto ai carabinieri della tenenza di Nichelino una notazione di servizio per valutare i fatti accaduti durante il concerto.

Video quihttps://torino.corriere.it/notizie/cronaca/23_luglio_12/meloni-razzista-fascista-e-nazista-brian-molko-dei-placebo-attacca-la-premier-dal-palco-di-stupinigi-d7fbf7d3-01f0-4795-b2e9-13c6be2ecxlk.shtml

Cantanti, rocker (e scienziati): quegli attacchi dal palco a Meloni e governo

Gli insulti del frontman dei Placebo alla premier solo l'ultimo episodio di una lunga serie di «messaggi» rivolti al centrodestra, da Tiziano Ferro a Carlo Rovelli.

Il “Buuu” di protesta partito dalla platea del Teatro Regio per l'annuncio del minuto di silenzio per la morte di Berlusconi, il 13 giugno, è solo il penultimo attacco, dal palco, al governo di centrodestra. Almeno da sotto la Mole. 

Gli insulti che il cantante dei Placebo, Brian Molko, dal Sonic Park del parco di Stupingi, ha riservato l’11 luglio alla premier, definendola “nazista, razzista e fascista” ne richiamano infatti una lunga carrellata lungo tutto lo Stivale.

Il Primo Maggio di quest’anno non era stato non un cantante, bensì il fisico Carlo Rovelli a sfruttare la scena a favore di stilettata contro il ministro della Difesa Guido Crosetto,  senza nominarlo. «È stato vicinissimo a una delle più grandi fabbriche di armi nel mondo, Leonardo. È stato presidente della federazione dei costruttori di armi, ma il ministero della Difesa deve servire per difenderci dalla guerra, non per fare i piazzisti di strumenti di morte” ha detto lo scienziato dal palco della festa dei lavoratori di Roma. «Tutti dicono pace, ma aggiungono che bisogna vincere per fare la pace. Volere la pace dopo la vittoria vuol dire volere la guerra».   

A febbraio, invece, a infiammarsi della polemica politica era stato il palco dell’Ariston. Con un “free style” a sorpresa, il cantante milanese Fedez dal Festival di Sanremo aveva attaccato due esponenti del governo. Da un lato il viceministro alle Infrastrutture Galeazzo Bignami, di cui il cantante straccia in diretta televisiva la foto che lo ritrae vestito da nazista durante la festa di laurea. Dall’altro, la ministra per la Famiglia Eugenia Roccella, criticata per le sue idee sull’aborto. Stessa ministra che, a maggio, è stata contestata anche dai gruppi femministi e Lgbtq+ sul palco del Salone del Libro di Torino, dove non è riuscita a presentare la sua ultima fatica Una famiglia radicale (Rubettino). E ancora: a luglio scorso, anche la cantautrice romana Giorgia si era scagliata contro la sua omonima a Palazzo Chigi. «Anche io sono Giorgia. Ma non rompo i c***i a nessuno”, aveva scritto sui social riferendosi al tormentone: “Io sono Giorgia, sono una donna, sono cristiana”. Seguita dal cantante Marco Mengoni, che della premier dice «mi fa paura«. Da Elodie che usa la stessa perifrasi per commentare il programma politico di Fratelli d’Italia e da Tiziano Ferro che attacca il governo Meloni per la legge sulla maternità surrogata. 

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