Buongiorno, inviamo un aggiornamento riguardo la situazione emergenziale dei lavoratori braccianti che dormono all'addiaccio nel saluzzese, con preghiera di diffusione. Grazie. Dopo la protesta di martedì scorso - quando diversi lavoratori agricoli costretti a dormire all’addiaccio nel parco Gullino di Saluzzo si sono presentati allo sportello della Coop Armonia presso la casa del cimitero, come consigliato dalla Prefettura -poco o nulla è cambiato. Chi dormiva fuori è ancora li, alla mercè di polizia locale e nettezza urbana che solertemente sequestrano tutte le loro cose quasi ogni giorno, mentre i braccianti sono al lavoro. Ma, assicurano i tutori dell’ordine, i proprietari possono averle indietro se fanno richiesta…che ci vuole.
Se
non altro, su pressione dei lavoratori qualche chiarimento è arrivato
dalla cooperativa rispetto alla situazione: secondo il protocollo
siglato in Prefettura, i titolari di regolare contratto di lavoro hanno
diritto ad entrare nelle strutture di accoglienza del Comune dove
l’azienda è registrata. Ergo, se in quel comune non ci sono accoglienze,
i lavoratori non hanno alcun diritto. Poco importa se i datori di
lavoro dovrebbero garantire l’alloggio da contratto, e se ci sono posti
vuoti in altri comuni. Nè la Prefettura nè le forze dell’ordine, così
ligi nel controllare chi dorme al parco e l* solidali, sembrano voler
mettere pressione sui comuni nè sui datori di lavoro. Che peraltro, in
barba a qualsiasi norma, spesso e volentieri si rifiutano di dare lavoro
a chi dichiara di non avere dove dormire, proprio per evitare rogne e
costi associati. Le aziende che non ospitano i lavoratori devono infatti
versare una quota per ogni giornata effettivamente lavorata dal
bracciante ospitato nelle strutture comunali. Come se non bastasse, per
chi lavora tramite un’agenzia interinale l’accesso alle accoglienze è
ancora più difficile, per non dire impossibile. E c’è addirittura chi si
è visto negare il rinnovo del contratto settimanale semplicemente per
aver chiesto come poter accedere ad un posto in una struttura comunale,
per non dover fare decine di chilometri in bicicletta e poi dormire
all’aperto dopo una giornata di lavoro sfiancante. Non solo si continua a
finanziare le aziende agricole con denaro pubblico, ma le si assolve
costantemente da responsabilità già minime. E i Comuni nei quali c'è la
maggiore concentrazione di aziende, come ad esempio Revello, dove la
struttura di accoglienza per gli stagionali è stata chiusa anni fa e poi
venduta, spesso e volentieri si lavano le mani della questione.
Al
momento, della decina di comuni che hanno aderito al progetto PON
“Common Ground”, tramite il quale quest’anno vengono finanziate le
accoglienze, soltanto Lagnasco e Costigliole hanno già aperto le
strutture. La prossima settimana sarà la volta di Savigliano e
Scarnafigi, per gli altri (tra cui Saluzzo, dove peraltro esiste una
struttura che per anni è stata adibita a centro di accoglienza per
centinaia di stagionali, chiusa dal 2020) nulla è dato sapersi. E
intanto i lavoratori continuano a dormire all’aperto, nell’indifferenza
generale e nell’assordante silenzio istituzionale.
Link al post con video testimonianza dei lavoratori
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