La richiesta di archiviazione al gip è stata formulata dallo stesso pm nel processo a carico di quattro esponenti del sindacato Si.Cobas: due “vengono completamente scagionati dalle solite accuse legate alle lotte e alle vertenze in corso nei magazzini della logistica emiliani. Il processo proseguirà nei confronti degli altri due”.
A Bologna “cade l’ennesima accusa di associazione a delinquere contro il Si Cobas“, segnala il sindacato spiegando che nei giorni scorsi il pm della Procura incaricato di portare avanti le tesi di
accusa nel processo contro quattro esponenti del Si Cobas locale “ha chiesto al gip l’archiviazione per l’accusa di associazione per delinquere. Cade quindi, per manifesta infondatezza rilevata dalla stessa Procura, l’ennesimo teorema teso ad equiparare il nostro sindacato a un organizzazione criminale. Nello specifico, due dei quattro compagni imputati vengono completamente scagionati dalle solite accuse legate alle lotte e alle vertenze in corso nei magazzini della logistica emiliani. Il processo proseguirà nei confronti degli altri due operatori sindacali accusati di corruzione tra privati ed estorsione. Essendo pressoché impossibile entrare dettagliatamente nel merito delle migliaia di pagine di cui sono composti i fascicoli d’indagine, ci preme ancora una volta evidenziare la strumentalità dell’accusa di corruzione, nella misura in cui le indagini si soffermano quasi interamente sull’operato sindacale del Si Cobas su magazzini ed appalti in cui, grazie ad importanti accordi di secondo livello siglati dal nostro sindacato, i lavoratori beneficiavano (e beneficiano tuttora) di condizioni di miglior favore rispetto a quanto previsto dal Ccnl Trasporto merci e logistica, e di condizioni salariali nettamente al di sopra della media della categoria; per non parlare della giungla del lavoro grigio e dei salari da fame con cui ancora oggi devono fare i conti centinaia di migliaia di lavoratori in appalto, guarda caso proprio in quelle aziende in cui il Si Cobas è assente e continuano ad imperversare gli apparati (questi si corrotti) di Cgil-Cisl-Uil…”.Continua il sindacato: “Quindi, se i diritti dei lavoratori, che rappresentano l’unica possibile ‘merce di scambio’ che un sindacato può mettere sul piatto al fine di ottenere un ‘vantaggio ingiusto’, non sono stati mai sacrificati sull’altare di presunti interessi individuali, in che modo si potrebbe mai configurare un accusa di corruzione in capo ai rappresentanti del Si Cobas? Dunque, nel giudicare estremamente positivo l’ennesimo capitombolo della tesi dell’associazione per delinquere contro gli scioperi e contro le lotte operaie, e nella convinzione che questa archiviazione rafforzi ulteriormente la nostra posizione anche in vista del processo in corso a Piacenza contro i quattro dirigenti posti la scorsa estate agli arresti domiciliari e del vero e proprio ‘maxiprocesso’ che” proprio in questi giorni viene avviato a Modena “contro circa 70 tra lavoratori e sindacalisti a seguito delle lotte in Italpizza, restiamo convinti che la mobilitazione dei lavoratori del Si Cobas è e sarà la nostra difesa contro tutti i teoremi che le magistrature metteranno in campo per cercare di fermare il nostro movimento in difesa delle condizioni di lavoro e di vita della classe operaia”.
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