Il governo guerrafondaio Meloni si appresta a varare il settimo decreto per l'invio di armi al fantoccio Zelensky e al suo governo. Un nuovo alimento a questa guerra interimperialista che USA/NATO (e Italia) non vogliono fermare ma che, anzi, vogliono contribuire a portare avanti, con la prospettiva di un incendio a livello mondiale e con l'uso del nucleare, per una nuova spartizione del mondo e per l'accaparramento delle risorse energetiche, accelerando la corsa agli armamenti e quella dei profitti dei padroni della guerra.
Non passa giorno che Zelensky non chieda armi ai suoi padrini e l'Italia, da Draghi a Meloni, è in prima fila nel concederle. In questi giorni si parla di invio di droni e di aerei caccia in funzione offensiva e, su questo, l'Italia (con in testa la Leonardo) sta collaborando con Giappone e Gran Bretagna per un altro aereo della morte.
E con le mani ancora sporche di sangue del popolo ucraino, mandato al macello dall'imperialismo USA/NATO/UE, i padroni italiani si preparano ai profitti della ricostruzione.
alcune notizie dal sito formiche:
Caccia o droni? Il governo studia il settimo decreto armi a Kyiv
Si va verso un salto di qualità nel sostegno militare dell’Italia all’Ucraina... Il governo sta elaborando il
settimo decreto di aiuti alle autorità di Kyiv. “Abbiamo appena varato il decreto e dall’Ucraina ci sono arrivate altre richieste. Toccherà farne un altro”, diceva un paio di settimane fa Guido Crosetto, ministro della Difesa.Il sistema di difesa missilistico Samp-T promesso a Kiev arriverà a destinazione solo “nelle prossime settimane”, come ha annunciato il Antonio Tajani, ministro degli Esteri, perché bisogno superare un problema di allineamento tecnico tra i pezzi italiani e quelli francesi che compongono l’arma.
IL SALTO DI QUALITÀ
La dotazione bellica salirà di livello, scrive il Corriere della Sera nel giorno della visita di Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, a Kyiv: “Sarà un’altra fattispecie di armi”, confermano rappresentanti del governo italiano al giornale. C’è scetticismo sulla possibilità che Roma invii dei caccia, ma si parla di una nuova partita di droni – “che hanno un mercato a metà strada tra il militare e il civile” – e non si esclude la fornitura di “missili a lunga gittata”. Se sarà confermata, sarà davvero una svolta, dato che “finora, per evitare il coinvolgimento nel conflitto, i Paesi della Nato avevano posto delle limitazioni nell’assegnazione di certi armamenti”. E anche perché la formula che Roma finisce a Kyiv “solo armi difensive”, usata finora per placare i settori della maggioranza e i pezzi di opinione pubblica meno favorevoli all’invio di armi, sarebbe superata nella sostanza. Ecco, dunque, cosa porta Giorgia Meloni al presidente ucraino Volodymyr Zelensky secondo il Corriere.
LE PAROLE DI CIRIELLI
Nei giorni scorsi si è parlato dell’ipotesi di invio di caccia all’Ucraina da parte dell’Italia: “Quanto ai jet, dipende quali”, ha spiegato Edmondo Cirielli, viceministro degli Esteri (Fratelli d’Italia), al Messaggero. “Gli F-35 sono fuori discussione, si può avviare un discorso sui caccia bombardieri Amx. Ascolteremo le richieste ucraine”, ha aggiunto.
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