Il governo e il protagonismo italiano nel Mediterraneo Allargato, la corsa e l'export di Stato delle armi...
Al Convegno del 4 dicembre di Milano discuteremo anche di questo e di come rilanciare la lotta contro - info/adesioni pcro.red@gmail.com
Guerini alla Nato Defense College, la principale istituzione accademica dell’Alleanza Atlantica |
“Ho ringraziato il presidente del Consiglio Mario Draghi per il grande contributo dell’Italia alla Nato”. Così Jens Stoltenberg |
info dal sito formiche
Il segretario generale della Nato è stato ricevuto a palazzo Chigi dal premier Mario Draghi. Al centro del colloquio la riflessione strategica sul futuro dell’Alleanza e i suoi rapporti con una Ue più ambiziosa sul fronte della Difesa. E poi Mediterraneo e dalla prossima primavera sarà l’Italia ha guidare la missione (potenziata) della Nato in Iraq.
...il ruolo sempre più di primo piano giocato dall’Italia nel contesto delle relazioni transatlantiche e internazionali in generale. Dopo la presidenza italiana del G20 e l’organizzazione in partenariato con il Regno Unito della Cop26, il Nato Industry Forum e il 70esimo anniversario del Nato Defense College di Roma sono ulteriore opportunità per confermare il protagonismo italiano sullo scenario globale.
Si è aperto per la prima volta a Roma il Nato Industry Forum, la due-giorni dedicata all’ecosistema industriale dell’Alleanza Atlantica organizzata dal Comando alleato per la trasformazione (Act). Ad aprire i lavori anche il neo segretario generale della Difesa, Luciano Portolano “La Nato ha bisogno
dell’industria per preservare l’ecosistema alleato di difesa e sicurezza”. Così, il capo del Comando alleato per la trasformazione (Act), generale Philippe Lavigne, ha aperto la due giorni del Nato-Industry Forum, per la prima volta in scena a Roma. Insieme a lui anche il segretario generale della Difesa, generale Luciano Portolano, in una delle sue prime uscite nel nuovo incarico, che ha ricordato come “in un contesto internazionale in rapido mutamento, la capacità dell’Alleanza di creare innovazione anche nel campo della difesa è sinonimo di vantaggio strategico”.Il Nato-Industry Forum rappresenta un’occasione per i leader dell’industria di contribuire al dibattito sullo sviluppo del nuovo concetto strategico dell’Alleanza Atlantica, che sarà discusso al vertice del 2022 a Madrid.
A metà ottobre i ministri della Difesa di 17 Paesi alleati hanno dato il via libera all’Innovation Fund: un fondo da un miliardo di dollari per investimenti in tecnologie emergenti e dirompenti. A giugno del 2020, i capi di Stato della Nato avevano anche lanciato il Defence innovation accelerator for the North Atlantic (Diana), un hub civile-militare per integrare l’apporto del settore privato nel sistema Atlantico. Già da diversi anni, inoltre, il comando di Norfolk ha attivato l’Innovation Hub, un luogo dove esperti da diversi campi e profili possono collaborare per affrontare le problematiche legate all’innovazione tecnologica, anche con prospettive diverse. Opportunità rilevanti anche per il comparto italiano, dai big del settore alle Pmi, passando per l’ecosistema della ricerca nazionale.
L’Italia entra nel club G2G.
Lorenzo Guerini ha siglato il primo accordo governo-governo per l’Italia della Difesa. La Slovenia acquisterà un C27J Spartan, corredato da servizi di addestramento per gli equipaggi, assistenza e manutenzione. A due anni dalla modifica di legge, la Penisola inizia così ad applicare uno dei principali strumenti di supporto all’export militare.
Un momento storico per l’industria della Difesa nazionale, che grazie a questo “nuovo” strumento dell’accordo governo-governo (G2G), utilizzato ieri dall’Italia per la prima volta, disporrà di un meccanismo in più a supporto delle esportazioni in ambito militare.
IL PRIMO G2G PER L’ITALIA
Alla fine del 2019, con la legge di bilancio, venne sancita ufficialmente la possibilità di stipulare accordi G2G. Grazie alla modifica del quadro legislativo, in particolare dell’articolo 537- ter del Codice dell’ordinamento militare, è stata introdotta la possibilità di svolgere attività di natura contrattuale e negoziale finalizzate alla stipulazione e sottoscrizione di questo tipo di accordi.
Fino allo scorso anno, la prima applicazione ipotizzata di G2G era l’Austria. Infatti, presentandosi alle Commissioni Difesa di Senato e Camera per presentare il Documento programmatico pluriennale (allora 2020-2022), il ministro Guerini al tempo notava: “ho firmato una lettera di intenti con la mia omologa austriaca per l’avvio di un processo di collaborazione che costituirà un primo significativo esempio delle potenzialità di questo nuovo strumento”.
Il supporto all’export è uno degli obiettivi strategici perseguiti delle linee di azione della “Direttiva per la politica industriale della Difesa” firmata dal ministro Guerini a fine luglio, la quale ha l’obiettivo di sviluppare un “sistema Difesa” integrato e in grado di soddisfare le necessità delle Forze armate, preservando al contempo le eccellenze tecnologiche nel comparto industriale.
COS’È IL G2G
Il G2G è un accordo in cui i contraenti non sono le aziende (come accade ad esempio per accordi governo-azienda G2B), ma gli Stati che si approvvigionano di beni o servizi presso le imprese produttrici per venderli alla controparte contrattuale, con la garanzia dello Stato venditore, che ha capacità negoziale e di firma.
ITALIA PER UN’EXPORT PIÙ COMPETITIVO
L’obiettivo rafforzare l’export nazionale, uno sbocco imprescindibile per le aziende del comparto della Difesa. Anche perché i dati raccolti da Uama (l’ufficio della Farnesina responsabile per le autorizzazioni all’export militare) nel 2021 hanno evidenziato un trend negativo nelle vendite (-10%) rispetto al 2019.
Il governo Draghi e il suo ministro della Difesa, Guerini, sono gli attivi protagonisti del ruolo dello Stato in relazione all'economia capitalista nella sua fase imperialista, che favoriscono la militarizzazione dell'economia e i complessi militari-industriali integrati, in questa fase di crisi economica da cui la borghesia imperialista vuole uscire per salvare il suo mondo che, però, ogni giorno dimostra la sua incompatibilità con la vita dei proletari, delle masse e dei popoli oppressi: venti di guerra tra i paesi imperialisti, spartizione del mondo per accaparrarsi le materie prime, oppressione e guerre contro i popoli, devastazioni ambientali, pandemia, fame, ondate migratorie di massa e lager, fili spinati, muri, polizia e militari contro chi lascia la propria terra proprio a causa delle politiche imperialiste e quelle repressive dei regimi asserviti.
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C'è bisogno di sapere leggere gli avvenimenti economici e mondiali dal punto di vista degli sfruttati e oppressi che è la teoria scientifica del marxismo, c'è bisogno di assimilare la teoria rivoluzionaria del leninismo per avanzare nella lotta contro l'imperialismo e, in particolare, contro il nostro imperialismo. C'è bisogno di organizzazione comunista, di strumenti di propaganda teorica di idee avanzate attraverso un giornale politico nazionale, attraverso riviste teoriche, per non rimanere allo stadio inconcludente di uno sterile movimentismo che esalta la lotta per lasciarla allo stadio in cui si trova, che lascia il campo libero al pacifismo e al riformismo, ma che deve fare davvero la lotta contro l'opportunismo politico che, nel nome della lotta all'imperialismo USA, sostiene l'Europa imperialista o la Russia o il socialimperialismo cinese.
Anche di questo discuteremo al Convegno nazionale del 4 dicembre a Milano
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