mercoledì 17 novembre 2021

Lotta di classe - CONTRO LE DELOCALIZZAZIONI UNITA' NELLA LOTTA DAL NORD AL SUD

 

Si allarga la lotta contro la politica infame dei capitalisti, delle multinazionali di chiudere le fabbriche, mettere in mezzo alla strada centinaia di lavoratori e lavoratrici, non certo per crisi ma per spostare la produzione, in generale all'estero, dove tagliano i costi degli operai, tagliano i diritti conquistati con dure lotte e così, con più sfruttamento e meno salari, aumentare i loro profitti.
Questa è la situazione anche in provincia di Taranto, dove però anche qui, sull'azione dello Slai cobas e sul coraggio di una parte di operai e operaie della Tessitura Albini di Mottola, dopo mesi di una resistenza che finora non ha dato prospettive, si vuole aprire una nuova fase della lotta con obiettivi chiari: lavoro certo per tutti, la fabbrica deve riaprire, no a soluzioni false individuali. 
E' stato naturale per gli operai collegarsi subito alla realtà più avanzata di questa lotta contro le delocalizzazioni: gli operai della GKN di Firenze, che subito hanno risposto: Sì, uniamoci! Per questo domani nell'assemblea di piazza a Mottola interverrà in collegamento telematico un operaio rappresentante della GKN.
Nello stesso tempo gli operai della tessitura di Mottola hanno mandato il loro appello all'unità nell'opposizione ai piani dei padroni ai lavoratori delle altre fabbriche di Albini nel bergamasco; così come alle altre fabbriche di Taranto, come la Cemitaly del gruppo Italcementi - che ha preso i soldi dal governo e ora se ne scappa -, ai lavoratori cassintegrati ex Ilva, ecc. 

L'estensione, l'unità degli operai in questa lotta è necessaria non solo per un fronte comune contro i padroni, ma anche contro il governo che, pur avendo accennato tempo piccolissimi interventi contro la delocalizzazione, ha fatto nuovamente ricadere tutto nel silenzio, in una situazione in cui, soprattutto al sud, queste multinazionali hanno avuto enormi fondi dallo Stato e ora possono bellamente andarsene senza alcuna conseguenza, senza che il governo si riprenda soldi e fabbriche.   

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