I sinceri democratici quindi, possono anche sorprendersi per la richiesta di taser in carcere da parte di questo sindacato collaborazionista, ma chi lotta ogni giorno contro le politiche antioperaie e le mafie padronali, contro la tav e altre opere devastanti, contro gli omicidi sul lavoro e in carcere, sa bene che questa richiesta proviene dalla necessità di mettere in sicurezza non le carceri, ma il sistema che le produce e alimenta, quello capitalistico.
Segue articolo di Damiano Aliprandi su Il Dubbio:
Sorpresa, la Cgil vuole l’uso del Taser anche in carcere
La Fp Cgil penitenziaria chiede alla ministra Cartabia di avere il Taser in dotazione come le altre forze dell'ordine, ma contrasta con l'articolo 41 dell'ordinamento pentenziario ed è sconsigliata da una ricerca Usa e dal garante nazionale
«Il personale della Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza, sarà munito di una nuova dotazione individuale con un forte potere di arresto non lesivo». E poi: «Malgrado il notevole e costante aumento delle aggressioni registrate nelle strutture carcerarie italiane, ancora una volta dobbiamo registrare l’esclusione del personale di Polizia Penitenziaria da provvedimenti che riguardano la generalità delle altre forze di polizia». Tradotto: si richiede che anche la polizia penitenziaria abbia il Taser come le altre forze dell’ordine. A dirlo, rivolto con una lettera alla ministra della Giustizia, è la Fp Cgil penitenziaria.
L’introduzione del Taser in carcere sarebbe in contrasto con l’articolo 41 dell’ordinamento penitenziario
Quindi non un sindacato di destra, ma progressista come appunto la Cgil. Eppure il sistema penitenziario non si può governare con le armi. L’introduzione della pistola elettrica nelle carceri andrebbe in contrasto con l’articolo 41 dell’ordinamento penitenziario, in base al quale gli agenti in servizio nell’interno degli istituti non possono portare armi se non nei casi eccezionali in cui ciò venga ordinato dal direttore.
Il Taser, secondo la ricerca condotta da Apm Reports negli Stati Uniti nel 2019 sui Dipartimenti di Polizia di dodici grandi città americane – messa in risalto dal Garante nazionale delle persone private della libertà personale nella sua Relazione al Parlamento del 2020 -, è stato infatti efficace solo circa nel 60% dei casi e, tra il 2015 e il 2017 per 250 volte, al suo impiego non efficace è seguita una sparatoria; in 106 casi, inoltre, il suo utilizzo ha determinato un aumento della reazione violenta della persona che si voleva ridurre all’impotenza.
Il garante nazionale Mauro Palma ha ribadito che il Taser non può trovare applicazione in carcere
Non solo. Pensiamo al carcere. Il medesimo studio mette fortemente in dubbio che l’arma a impulsi elettrici possa essere considerata quasi totalmente efficace, soprattutto se utilizzata in scenari operativi di un certo tipo ( per esempio, in spazi ristretti) o anche nei confronti di persone con disagio psichico che, potrebbero avere una reazione acuta in termini di sproporzione e di aggressività, controllabile invece con altri mezzi, e tale da indurre gli operatori di Polizia all’uso di armi tradizionali con conseguenze anche fatali. Il garante nazionale Mauro Palma, ha quindi ribadito che come già espresso da organi di controllo internazionali, che il Taser non può trovare applicazione in determinati contesti, quali gli ambienti chiusi e in particolare gli Istituti di pena.
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