lunedì 15 novembre 2021

Sindacato di classe - Palermo: continuano le riunioni tra le organizzazioni dello sciopero dell’11 ottobre, nella chiarezza/lotta per una reale unità

In merito all'ultima assemblea a Palermo post sciopero 11 ottobre e manifestazione G20.

Vogliamo chiarire la nostra posizione rispetto alle riunioni e iniziative che portiamo avanti, dopo lo sciopero dell’11 ottobre e la manifestazione in collegamento con quella nazionale del G20 a Roma del 30 ottobre.

Alla scorsa riunione eravamo presenti tutte le sigle che hanno organizzato e partecipato appunto lo sciopero dell’11 e alla manifestazione contro il G20 (Cub, Usb, Slai cobas sc, Sicobas, Cobas confederazione, Cobas scuola, Comitato No Muos Palermo…)

Dopo gli interventi dei compagni della Cub, Cobas confederazione e Usb… ci siamo detti d’accordo sulle varie affermazioni a proposito di come continuare la lotta a Palermo dopo lo sciopero dell’11, considerato da tutti positivamente nonostante i numeri, sottolineando in particolare che non si potevano fare affermazioni liquidatorie nei confronti di ciò che abbiamo fatto anche se sono cose “piccole”, sia perché l’11 abbiamo affermato una posizione di classe, sia perché non era scontato, viste le difficoltà di tutti (le nostre lavoratrici e lavoratori per esempio, hanno scioperato realmente, nonostante dopo due anni avessero appena ricominciato a lavorare da 5 giorni…); ma abbiamo voluto sottolineare anche il contributo “simbolico” della manifestazione contro il G20 in piazza, sempre unitaria, che si è collegata con quella di Roma con 10.000 partecipanti e che noi consideriamo importante per alcuni aspetti come la presenza degli operai Gkn e degli studenti e il collegamento/unità che si è creato in piazza tra gli operai e gli studenti...

Abbiamo detto poi sinceramente che in occasione della manifestazione contro il G20 a Palermo abbiamo percepito un’atmosfera poco “partecipata” da parte delle altre realtà sindacali e politiche come se si trattasse di un “dover esserci”, impressione che hanno avuto anche i nostri lavoratori e lavoratrici e

che abbiamo voluto condividere, primo per un chiarimento tra di noi - se ci sono cose che non vanno si dicono e si discutono - e poi per trovare, se necessario, forme organizzative più efficaci. 

Abbiamo quindi ripreso per correttezza e coerenza la frase finale del volantino per il G20 “percorso di costruzione dell’opposizione sociale e politica”, quella di piazza e di lotta, appunto, da rendere visibile alla città, dicendo che il percorso può benissimo continuare tenendo conto della piattaforma dello sciopero (visto che è questo che ci ha fatto stare uniti in questa occasione) che offre tanti punti per una lotta contro il governo della borghesia.

Tra questi abbiamo tutti aggiunto la repressione, gli sfratti, la gestione dei territori, la distruzione dell’ambiente, l’uso del Pnrrl’aumento dei prezzi, il carovita, e l’attacco al reddito di cittadinanza, legato al discorso della precarietà e del lavoro che manca. Questo ci ha trovati tutti d’accordo, come argomenti su cui impostare le prossime iniziative e manifestazioni di piazza, nei quartieri popolari…

Infine, confermiamo per ulteriore chiarezza che per noi la continuazione del lavoro comune è vincolata alla discriminante sui “no green pass” travestiti da no vax che vanno a braccetto con i fascisti.
Su questo tema non ci possono essere posizioni ambigue filo no green-pass e no vax che di fatto confondono/deviano/ostacolano le lotte reali dei lavoratori, precari, disoccupati, dei proletari sulle reali posizioni di classe. Su questo tema non possiamo in alcun caso accettare la posizione espressa dal Cobas scuola, l'unità dei lavoratori e le lavoratrici non è e non può essere asettica o neutrale a prescindere dalle posizioni che gli stessi lavoratori esprimono sulle varie questioni e che riflettono anche le influenze delle classi (nel caso no green pass parliamo in particolare della piccola borghesia, dei padroncini, commerciante, bottegai...) sui lavoratori e che devono essere combattute ideologicamente, politicamente e praticamente per il "bene" sociale collettivo e su questo solo un lavoro/intervento che fa schierare, può tracciare il terreno per una vera unità su posizioni di classe. 

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