mercoledì 20 maggio 2020

pc 20 maggio - I profitti di Leonardo, principale azienda militare italiana, affidati dallo Stato a poliziotti e generali dalla "buona reputazione" (quella dell'azienda è al servizio dell'imperialismo italiano)

Intervista sul Sole24ore al presidente uscente di Leonardo, Gianni De Gennaro: "Il profitto è una cosa buona. Non è vero che l'impresa, pur di realizzarlo, commette atti illeciti. L'impresa, per fare profitto, ha bisogno di buona reputazione. Per questo la prevenzione funziona".
Lo afferma uno dei più alti responsabili della macelleria di Genova del 2001. Il 17 giugno 2010 De Gennaro viene condannato in appello ad un anno e quattro mesi di reclusione per istigazione alla falsa testimonianza nei confronti dell'ex questore di Genova Francesco Colucci nel processo per l'irruzione alla Diaz del G8 nel 2001. Per Bolzaneto, la Corte europea dei diritti umani per ha condannato gli atti commessi dalle forze dell’ordine nei giorni del G8 del 2001 come atti di tortura, secondo i giudici della Cassazione, “fu accantonato lo stato di diritto”: furono rinchiuse oltre 200 persone in tre giorni. Molte delle quali subirono violenze e abusi fisici e psicologici.
Per questa "buona reputazione" l'ex capo della polizia ha fatto carriera.


IL CAPO DELLA POLIZIA GABRIELLI: “IL G8 DI GENOVA FU UNA CATASTROFE. 
DE GENNARO SI DOVEVA DIMETTERE” 
Leonardo, sempre più profitti sul campo militare, è al centro del ruolo imperialista dell'Italia sulla scena internazionale:
"Questo gruppo è una doppia pietra angolare: per la sicurezza nazionale e per l'industria del nostro Paese. È essenziale x chi ci lavora. Ed è fondamentale x tutta la comunità nazionale. Per definire chi siamo e dove andiamo".
"Conflitti d'interesse" per la nomina del generale Carta alla presidenza di Leonardo

Leonardo (46.462 dipendenti nel campo civile e militare), in cui il legame con la Nato è stato
considerato strategico durante l’intera gestione dell’Ad Alessandro Profumo, con presidente l'ex capo della polizia Gianni De Gennaro.
Nella pandemia Leonardo ha incrementato i profitti con gli elicotteri per il trasporto di pazienti e di materiale sanitario, così come con la "connettività" dei computer e la "cyber security" e la gestione delle attività della logistica.
Il fatturato nelle attività nel campo civile, che nel 2013 era pari al 50,4% del totale, è progressivamente sceso a vantaggio di quello militare:  nel 2019 era pari al 28%, contro il 72% di produzione militare, provenienti dal programma aeronautico britannico “Tempest” alla costruzione del caccia nazionale sudcoreano e dell’elicottero turco T-129 Atak, fino al settore  aerospaziale (che comprende anche intelligenza artificiale e Big Data) nel programma NorthStar Earth & Space, una piattaforma commerciale per offrire "ai clienti commerciali e governativi un mezzo per combinare la gestione ambientale con la crescita economica", come scrive nel suo sito. Un altro esempio di cosa significa "geen economy", cioè massimizzazione del profitto.
Per spingere sempre di più nel potenziamento del settore militare di Leonardo, il governo ha nominato un generale, Luciano Carta, fino a ieri ai vertici dei servizi segreti militari, gli stessi che hanno portato al pagamento del riscatto per la liberazione di Silvia Romano. Un generale che "passa direttamente da un ruolo rilevante ed attivo nei meccanismi di controllo ed autorizzazione all’export di prodotti militari a quello di vertice della principale azienda militare italiana (al primo posto per licenze concesse in due degli ultimi tre anni di cui si hanno dati, e destinataria del 67% delle autorizzazioni complessive rilasciate nel 2018)", come denuncia la Rete Italiana per il Disarmo. Una nomina in contrasto con il testo attualmente in vigore della legge 185/90 che regola l’export di armamenti (in particolare l'articolo 22 “Divieti a conferire cariche”): "assumendo la carica di presidente di Leonardo, il Gen. Carta, passerebbe a svolgere un ruolo di “promotore” di quelle operazioni che, da funzionario dei Servizi di Sicurezza con autorità e incarichi connessi al controllo sulle autorizzazioni all'esportazione di armi, era finora stato chiamato a definire anche sulla base di informazioni riservate: un tipo di “conflitto di interesse” che la legge 185/90 ha inteso espressamente evitare " (Rete Italiana per il Disarmo).

Nessun commento:

Posta un commento