La Spezia - L’imbrattamento con la vernice spray di via del Prione e della fontana di piazza Garibaldi è finito in mano alla Direzione distrettuale antimafia di Genova. A chiedere l’intervento della Dda è stato il procuratore capo della Spezia, Antonio Patrono, per ottenere misure di sorveglianza speciale per le quattordici persone identificate dalla Digos dopo il blitz anarco insurrezionalista del 5 gennaio scorso.
L’accusa vuole il divieto di soggiorno e tutta un’altra serie di restrizioni alla libertà dei soggetti che hanno “sporcato” il clima festivo con un gesto che aveva destato parecchia impressione in città. Una protesta nata, a dire dei protagonisti, per una violenza subita da un loro compagno recluso nel carcere spezzino: Pierloreto Fallanca, detto Paska, arrestato con l’accusa di essere uno degli autori dell’attentato alla libreria del Bargello, a Firenze. Un punto di ritrovo di chi si riconosce in Casapound. Nel tentativo di disinnescare l’ordigno rimase ferito gravemente l’artificiere della polizia Mario Vece. Proprio il tipo di rivendicazione ha portato gli inquirenti spezzini a non sottovalutare l’episodio: da qui la decisione del procuratore capo di fermare gli autori di quello scempio all’arredo urbano del centro. E la Direzione distrettuale antimafia è l’unica che può intervenire in casi come questo. Come? Chiedendo l’applicazione di misure di prevenzione: sono misure speciali dirette a evitare la commissione di reati da parte di determinate categorie di soggetti considerati socialmente pericolosi. In pratica per quello che hanno combinato il 5 gennaio saranno giudicati dal tribunale di La Spezia, invece i provvedimenti per impedire loro di tornare in città saranno compito del tribunale di Genova. E sarà la Dda - il fascicolo è in mano al sostituto procuratore Federico Manotti - a chiedere il divieto di soggiorno. E l’udienza è stata fissata per il 27 marzo.
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