Le
carogne fasciste hanno visto i compagni attacchinare: sono quindi
usciti dalla loro maleodorante fogna di via Montevideo riversandosi in
strada, armati di bottiglie, bastoni, e coltelli, per andare a
fronteggiare – accoltellandone uno due volte alla schiena – i
propagandisti del collettivo con sede presso il circolo Arci “30
giugno”.
Questi in estrema sintesi i
fatti, ma se il racconto della vicenda da parte degli aggrediti
diventa ogni momento più incontestabile – persino la stampa borghese
cittadina, mai tenera nei confronti dei
compagni, è costretta ad
ammetterlo – è come sempre la politica a dare il peggio di sé.
Così
si è costretti ad ascoltare le solite tiritere fintamente antifasciste
da parte di gentaglia che a parole si proclama sinceramente democratica –
ma si guarda bene dal partecipare ad iniziative concrete – mentre la
destra radicale torna a dare spettacolo nel minimizzare l’accaduto ed
anzi rovesciare la verità.
Marco
Bucci, sindaco di Genova, tenta di fare la figura dell’equidistante e
dichiara di essere «contro gli estremismi di ogni colore»: sarebbe bene
ricordargli che, nella coalizione che lo sostiene, è molto ben inserita
la formazione Fratelli d’Italia – erede dichiarata del Movimento Sociale
Italiano-Destra Nazionale – oltre alla Lega Nord.
Quindi,
tutto può affermare meno che si accompagni solamente a personaggi di
indole “moderata”; ma forse sarebbe bene regalargli un paio di occhiali
per ipovedenti, visto che ha anche il coraggio di affermare «non
condivido gli allarmismi», nonostante ormai da tempo i fasci cerchino di
guadagnare terreno.
Evidentemente,
per questo assai poco “signore”, quanto accaduto va catalogato tra gli
episodi sporadici commessi da qualche esagitato, mentre il fatto che
Casa Pound abbia un consigliere municipale ne fa un normale partito
politico.
A proposito
dell’amministratore pubblico poc’anzi citato: si tratta di tale Fersido
Antonio Censi, un pensionato di sessantotto anni eletto al Municipio IV
Media Valbisagno nelle file della Lega Nord – di cui era stato nominato
capogruppo – recentemente passato nelle file dei “fascisti del terzo
millennio”.
D’altra
parte che costui non sia proprio una persona delle più tranquille lo si
può comprendere dal suo curriclum vitae pubblicato sul sito del Comune
di Genova; nella sezione dedicata alle “capacità nell’uso di
tecnologie”, egli risponde con qualcosa di apparentemente fuori
contesto: «derattizzazione, disinfestazione».
Ma
il primo cittadino genovese non è l’unico politicante della destra
radicale a prendere posizione sull’accaduto: Giovanni Toti, il
presidente forzitaliota della Giunta regionale, ha il coraggio di
affermare che secondo lui si tratterebbe di «episodi non imputabili al
clima politico».
Eh sì, certamente: è
del tutto evidente che si è trattato di un regolamento di conti tra due
bande di delinquenti comuni, che non sono in alcun modo dediti alla
propaganda della propria ideologia politica; all’assai poco “signor”
Toti farebbe bene studiare un po’ di storia contemporanea, e svestirsi
dei panni della persona di parte prima di parlare.
Genova, 15 gennaio 2018
Stefano Ghio - Proletari Comunisti Alessandria/Genova
http://pennatagliente.wordpress.com
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