sabato 19 aprile 2014

pc 19 aprile - NO TAV - processo da tribunale speciale fascista -









Processo ai No Tav: finiranno sotto scorta i giudici popolari
Giudici popolari sotto scorta, in un clima che ricorda quello degli anni di piombo: è con queste premesse che si aprirà a Torino, il prossimo 22 maggio, il processo che vede come imputati i quattro No Tav accusati di terrorismo, Chiara Zenobi, , Mattia Zanotti, Claudio Alberto, e Niccolò Blasi. Per loro è stato disposto il giudizio immediato. E dato il reato contestato  -  "attentato con finalità terroristiche, atto di terrorismo con ordigni micidiali ed esplosivi, oltre che detenzione di armi da guerra e danneggiamenti", il processo si celebrerà in Corte d'Assise.
La prima udienza, fissata inizialmente il 14 maggio, è poi slittata al 22 dello stesso mese per la concomitanza con la finale dell'Europa League. Trattandosi di Corte d'Assise la giuria sarà composta da giudici popolari, oltre che togati. E visti gli ultimi episodi  -  l'irruzione in aula da parte di una quarantina di anarchici con urla, slogan, insulti e pesanti minacce nei confronti dei pm e dei giudici, avvenuta lo scorso 10 aprile durante un'udienza a carico di tre antagonisti  -  i giudici (per l'esattezza dodici popolari, due cancellieri e tre togati) saranno accompagnati nell'aula bunker delle Vallette tutti insieme, a bordo di un pullmino che sarà scortato.
Una decisione presa in via precauzionale, dato il clima che si è creato negli ultimi giorni. Non solo. Il comitato per l'ordine pubblico e la sicurezza sta anche valutando se mettere sotto scorta i gip chiamati a giudicare sulle vicende No Tav e i pm che si occupano di criminalità organizzata.
I quattro attivisti, tutti di area anarchica, in carcere dal 9 dicembre scorso per terrorismo, sono accusati, nel dettaglio, di aver pianificato e portato a termine, la notte fra il 13 e il 14 maggio, un attacco paramilitare al cantiere di Chiomonte. In quell'occasione furono lanciate bombe molotov a pochi metri dal tunnel dove erano al lavoro gli operai e i fumi provocati dall'incendio di un generatore causarono principi di intossicazione tra i lavoratori, bloccati nella galleria. Lo scorso 13 gennaio il tribunale del riesame di Torino ha confermato l'arresto dei quattro e l'ipotesi di reato formulata dai pm Andrea Padalino e Antonio Rinaudo. I quattro No Tav avevano come base operativa due centri sociali occupati di Torino, che sono stati perquisiti dalla polizia. Nell'atto di citazione a giudizio dei pm compare anche il lungo elenco di persone offese che si potranno costituire parte civile al processo: ci sono anche l'Unione Europea, tramite la Commissione europea, e la Presidenza del Consiglio dei ministri, oltre a Ltf, la società che si occupa dei lavori del Tav e a 105 tra poliziotti, carabinieri, finanzieri, alpini e operai presenti nel cantiere quella notte.
In vista dell'apertura del processo, i No Tav hanno già annunciato una manifestazione popolare che si terrà a Torino. La data resta confermata per il 10 maggio, con ritrovo alle 14 in piazza Adriano. Il percorso al momento ipotizzato toccherà corso Vittorio Emanuele, costeggiando il Palazzo di Giustizia, e proseguirà, passando davanti a Porta Nuova, fino in centro, con l'idea di sciogliersi in piazza Vittorio Veneto. Proprio la vicinanza dell'itinerario con il tribunale fa sì che l'allarme sia alta. Per i giorni precedenti al corteo gli attivisti hanno organizzato anche una campagna di informazione itinerante in Italia.
Le date del tour sono state pubblicate sui siti del movimento di oppositori della ferrovia ad alta velocità: in Piemonte, dopo Ivrea, l'iniziativa "No Tav Tour Colpevoli di esistere" farà ancora tappa a Asti e nella val Varaita, in provincia di Cuneo.

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