domenica 30 dicembre 2012

pc 30 dicembre - CONTRO GLI STUPRI E UCCISIONI DELLE DONNE LO STATO DI POLIZIA NON E' LA SOLUZIONE MA IL PROBLEMA

Mentre si tenevano imponenti manifestazioni in India per la morte della studentessa di 23 anni, un'altra donna, un'operaia di 45 anni vicino a Calcutta è stata violentata e ammazzata da 8 vicini di casa.
Il Governo, da un lato continua ad usare la sua polizia per reprimere le manifestazioni o, come ieri, per impedire che arrivassero vicino ai palazzi governativi di New Delhi, dall'altro ha promesso più polizia nelle strade, controlli sui bus abusivi, misure di sicurezza.

Ma in realtà si tratta di due facce della stessa medaglia. In India, come nel Mondo, come in Italia, l'aumento dei poliziotti e più leggi di polizia contro gli stupri e i femminicidi non sono la soluzione, ma sono parte determinante del problema di uno Stato che vuole tenere le donne in una condizione generale di oppressione, di discriminazione e alimenta l'odio verso le donne.

"Dovremmo sentirci più sicure in uno stato di polizia? - dice la giornalista indiana Kalpana Sharma - Considera che tra l'80 e il 90 per cento delle violenze sessuali denunciate sono attribuite ad un uomo noto alla vittima: parente, vicino di casa, amico di famiglia...". E sono proprio i poliziotti che alle donne che denunciano queste violenze rispondono, come è accaduto poco tempo fa in India, o di stare zitte e addirittura accettare il matrimonio riparatore con lo stupratore, o attaccando le stesse donne perchè loro avrebbero provocato, uscendo la sera, o per come andavano vestite (come, maledettamente, tutto il mondo è paese! Sono gli stessi discorsi sentiti in questi giorni in Italia da un aberrante prete, che sta ancora lì), o che pensano che quelle che la sera "frequentano locali pubblici, bevono con gli amici, vanno in giro, sono donne che ci stanno  ma poi ti accusano di stupro...".
Le donne dovrebbero sentirsi più sicure? Nelle vastissime zone dell'India fuori dalle mega città, e soprattutto nelle zone dove è in corso la guerra popolare, gli stupri di contadine, di donne "fuori casta" da parte della polizia, delle forze militari sono una normalità, lo stupro e l'uccisione da parte dell'esercito delle donne che fanno la guerra popolare o che la sostengono, gli stupri che accompagnano sempre le torture quando vengono arrestate, sono un'arma costante della sporca e feroce guerra dello Stato indiano.

Anche in Italia, conosciamo fin troppo bene le violenze, gli abusi sessuali della polizia, carabinieri che accompagnano la repressione, con odio verso le donne che lottano come verso le immigrate, nei Cie, nelle carceri (decine e decine sono i casi che i movimenti delle donne hanno denunciato).
La presenza maggiore della polizia non ha mai significato più difesa delle donne, perchè essa si rivolge immediatamente contro le donne, con più controlli, più divieti, più città militarizzate e invivibili.

Come sta dimostrando l'India, è la grandiosa mobilitazione delle donne, ma anche di tanti giovani, che deve andare avanti, e "armarsi" anch'essa contro tutti i centri di questa "guerra di bassa intensità".

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