sabato 19 novembre 2011

pc 19 novembre - Bergamo: Corteo studentesco con denunce

Prima le uova contro Banca Intesa San Paolo, poi Confindustria e Banca d’Italia, dove il tentativo di appendere uno striscione con scritto «Nè Tremonti nè Monti non facciamo sconti» ha creato minuti di tensione fra studenti e polizia, oltre che spaccature tra le associazioni studentesche. Tre ragazzi sono stati denunciati, uno è minorenne: due per imbrattamento e uno per essersi rifiutato di fornire le generalità. E’ la manifestazione organizzata dal Movimento studentesco a Bergamo nel giorno internazionale degli studenti. Ma Diversamente InFormati e Federazione degli studenti prendono le distanze.

Movimento studentesco - Eppure, lo assicurano gli organizzatori, le intenzioni erano delle migliori, pacifiche, senza cercare scontri. «Abbiamo lanciato delle uova contro Banca Intesa, la Confindustria e, tre o quattro rimaste, contro la Banca d’Italia - ammette Chiara Fornoni, 18 anni, studentessa del Liceo artistico e portavoce del Movimento studentesco -. Poi dei ragazzi stavano appendendo uno striscione sulla cancellata, quando sono stati fermati dai carabinieri. E’ quel punto che abbiamo lanciato un sit-in sui gradini della banca. Gli agenti in tenuta antisommossa hanno tentato di caricare, i ragazzi sono scappati, ne hanno preso uno che però è stato subito rilasciato e un altro, che per altro probabilmente nelle fuga ha perso le scarpe. Ci hanno detto che è già stato rilasciato, ma non sappiamo chi è, qui nel Movimento non lo conosciamo. Vorremmo esprimergli la nostra solidarietà e ridargli le sue scarpe». Chiara lo sottoliena: «Non volevamo di certo fare nulla più del sit-in. Mica volevamo entrare in banca, per altro chiusa con quella cancellata alta».

Contro il Governo - E tra musica, salti, corse, qualche balletto improvvisato tra ragazze e ragazzi che si prendono sotto braccio, i temi lanciati sono fondamentalmente due. Anzi, le proteste: il denaro dato alle scuole private e il governo. Le motivazioni arrivano dal furgoncino con microfono che precede il corteo. «Siamo in piazza nel giorno internazionale del diritto allo studio per rivendicare un diritto che ancora oggi non viene rispettato, in particolare in Lombardia e a Bergamo, la regione e la provincia che maggiormente finanziano le scuole private». Anche l’attacco all’esecutivo fresco di composizione è duro: «Il governo tecnico non è scelto dai cittadini. Questo avviene proprio in un momento in cui la democrazia è in calo. E’ composto da rettori, finanzieri e banchieri, proprio coloro che riteniamo causa di questa crisi».

Universitari - Ma gli studenti DiversaMente InFormati, gruppo che nasce dall’iniziativa di ragazzi di Scienze umanistiche dell’Università di Bergamo, si dissociano. In una nota pubblicata anche sulla loro pagina Facebook scrivono di rischio di stereotipi, di cattiva organizzazione, di obiettivi persi di vista. «La nostra associzione nei giorni scorsi ha invitato gli studenti a scendere in piazza perchè ritiene che il 17 Novembre possa essere un giorno importante per permettere agli studenti medi e universitari di riflettere sulla propria condizione e prendere coscienza dei propri diritti. Tuttavia ci dissociamo fermamente da quanto accaduto in città: in particolare per la scarsa organizzazione che ha contribuito a perdere di vista l'obiettivo reale della giornata. Si è parlato di politica e trasporti, ma senza andare a fondo le critiche risultano non solo ripetitive, inefficaci e controproducenti. Tale modo di manifestare procura un danno a tutte le componenti studentesche, perpetuando lo stereotipo negativo dello studente nullafacente e facinoroso».

Federazione studenti - Sulla stessa linea la Federazione degli studenti che sottolina come «manifestare per difendere i propri diritti sia importante. Infatti siamo convinti che l'istruzione necessiti di maggiori investimenti poichè essa un importante strumento per superare la crisi economica e sociale». Ma rispetto alla manifestazione, prende le distanze: «Rispetto a quanto accaduto presso la sede della Banca d'Italia che ha coinvolto anche lavoratori estranei all'oggetto di protesta, pensiamo che la manifestazione studentesca debba svolgersi in modo pacifico, costruttivo e nel totale rispetto di luoghi e persone. I comportamenti che si sono verificati sono da evitare, il rispetto verso le persone che lavorano e non sono oggetto di protesta deve essere il minimo. Tutti insieme cerchiamo di mantenere un clima costruttivo nel rispetto di luoghi e persone all'interno della manifestazione studentesca».

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