Il nuovo governo Monti si è insediato, con il voto plebiscitario dell'ex-maggioranza e ex-opposizione, e ha annunciato con stile soft english e paludato la nuova stangata antioperaia e antipopolare.
Con i guanti bianchi e il basso profilo si cercherà di riuscire laddove lo sputtanato Berlusconi e la sua accozzaglia ministeriale non erano riusciti o sembravano non in grado di riuscire. Stare a galla nella crisi, restando agganciati al carro francotedesco e ai loro diktat, attraverso l'intreccio scaricamento-ripresa
fatto pagare interamente ai proletari e masse popolari e farlo attraverso una compagine ministeriale di professori e banchieri, tutti legati ai cosiddetti poteri forti ed espressione paritetica degli interessi espressi da Berlusconi e dalla parte dei padroni che si rinoscono nel PD. Il ruolo di supplenza mediazione per questo ricambio è sostenuto dal Vaticano che presta suoi uomini al governo in attesa che possa contribuire in maniera decisiva a offrire una vera alternativa politica di terzo polo che diventi primo polo.
Si tratta quindi di un'operazione di palazzo, pilotata da Napolitano, una 'rimozione' di Berlusconi nell'interesse generale della borghesia e dello stesso Berlusconi come parte di essa.
Si tratta quindi di una rimozione da destra che apre la strada a un governo nei fatti ancora più di destra. Un governo che mostra non tanto che la politica ha fallito, quando che in questo paese la democrazia parlamentare ed elettorale è un simulacro di una dittatura oscura che si fa aperta.
La borghesia imperialista italiana insedia un governo di cavalier serventi ligi agli interessi dominanti e non esita a imporlo con tutti i mezzi possibili, in un clima di unità nazionale, che anticipa l'uso della forza dello stato di polizia e forse dell'esercito, ove i proletari e le masse non ci stiano.
Alla imposizione 'violento soft, di un governo non eletto da nessuno e di maggiordomi a cui si invita a far i padroni, nell'interesse dei padroni, occorre opporre la forza e l'esercizio della forza di proletari, studenti, precari,disoccupati, masse popolari che non devono e in una certa misura non possono pagare la crisi e la ripresa del capitale.
Il governo Monti è parte della guerra del capitale contro proletari e masse a cui bisogna opporre la resistenza dei proletari e delle masse.
Questa resistenza non ha futuro se si muove nell'alveo delle attuali idee circolanti nel movimento di massa, delle attuali forme organizzate del movimento, delle attuali caratteristiche del movimento di massa, anche studentesco.
Serve avanzare e praticare il sindacato di classe nelle fabbriche e nei posti di lavoro, la cui costruzione esige la rottura della normale lotta sindacale e l'esercizio della forza operaia e proletaria anche nelle singole vertenze per il lavoro e il salario.
Serve il fronte unito proletario e rivoluzionario, delle forze che siano alternative alla sinistra elettorale,ai Casarini uniti per l'alternativa,Bernocchi -cobas confederazione,e che pratichi questa l'alternativa sul campo: dal 14 dicembre, al 15 ottobre, alla generalizzazzione delle caratteristiche e delle lezioni positive del 'movimento notav' ecc.
Serve il partito della rivoluzione, che si basi non sull'unità ma sulla divisione tra comunisti rivoluzionari e comunisti a parole e revisionisti nei fatti.
Avanzano le condizioni per costruire questi strumenti nel fuoco della lotta di classe - dove fuoco sta per fuoco della rivolta proletariea e popolare, contro pompieri e fuochisti inconseguenti - in stretto legame con le masse, vale a dire in stretto legame con i suoi interessi a non accettare i provvedimenti dei governi della borghesia, a contrastare la marcia verso la dittatura aperta, a dire basta al potere dei padroni e costruire il nuovo potere proletario.
proletari comunisti - PCm-Italy
18 ottobre
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