Un evento straordinario, una grande lezione sul ruolo dell'intellettuale chiamato dalla stessa realtà sociale a rappresentarla e che, con coraggio, si schiera con gli ultimi della Terra e ne condivide i sogni per un mondo nuovo: questo è stato il messaggio portato nel nostro paese, a Ferrara, all'interno del festival della rivista Internazionale, dalla grande scrittrice indiana Arundhati Roy.
Di fronte ad un pubblico in maggioranza composto da giovani che hanno riempito tutto il Teatro
comunale, la scrittrice indiana, assieme allo scrittore inglese Berger, sono stati i protagonisti di una discussione dal titolo "cronache di questo mondo", cioè il mondo dell'arroganza, avidità, guerra, violenza fascista, che esercitano le multinazionali del profitto e i governi a loro asserviti, contro i popoli. E popoli non più disposti a subire l'oppressione e che si sollevano contro i potenti.
Ovviamente è dell'India che Arundhati Roy vuole parlare e della "più grave minaccia per la sicurezza nazionale" come l'ha chiamata il primo ministro indiano, cioè la guerra di popolo guidata dai maoisti.
L'indifferenza, la codardia non sono qualità degne di uno scrittore-giornalista (e la grande maggioranza lo sono, aggiungiamo noi). Arundhati Roy è l'intellettuale che non rimane indifferente alla realtà e denuncia il proprio governo che scatena la violenza fascista contro la maggioranza del suo stesso popolo, che compie genocidi di massa come la guerra "green hunt" per servire gli interessi delle multinazionali, che chiama terroristi coloro che non si arrendono.
E, aggiunge, non c'è nulla di etico in coloro che vorrebbero costringere i maoisti a rinunciare alla
violenza nel nome di una resistenza ghandiana, ha denunciato la scrittrice indiana: che senso avrebbe uno sciopero della fame nella giungla da parte di chi vive già di miseria?
Noi che facciamo parte di un comitato internazionale di sostegno alla guerra di popolo in India e che abbiamo costituito comitati locali nel nostro paese per fare conoscere l'ideologia e il lavoro politico dei maoisti indiani non possiamo che continuare a sostenere Arundhati Roy per il suo impegno e passione civile su questi temi che saranno i contenuti del suo prossimo libro, "Broken Republic".
Buon cammino assieme ai compagni, Arundhati Roy.
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