giovedì 6 ottobre 2011
pc 6 ottobre - corteo degli studenti a Palermo
NOI SIAMO IL 14 DICEMBRE 2010-RIPARTIAMO DA LÌ !
Si avvicina un autunno molto caldo, e con questa prima giornata di protesta studentesca è bene riprendere la grande lotta che ci ha visto protagonisti, studenti e studentesse, in scuole e facoltà l’anno scorso.
Di fronte agli attacchi di tipo fascista che il governo Berlusconi attua, supportato dalla passività/complicità della falsa opposizione parlamentare del Pd contro i diritti dei lavoratori e degli studenti, con (contro) riforme e per ultima la finanziaria lacrime e sangue adesso tocca noi far risentire la nostra voce!
Noi studenti che da sempre siamo stati la miccia che infuoca la prateria (ma il fuoco divampa solo se ci uniamo alle lotte dei lavoratori, in primis degli operai) anche quest'anno dobbiamo fare la nostra parte partendo da un bilancio dello scorso autunno dove effettivamente siamo stati il settore d'avanguardia nel movimento di opposizione al governo Berlusconi, il soggetto sociale più combattivo!
Noi studenti abbiamo già fatto enormi passi avanti dai movimenti studenteschi degli anni passati (ripensando anche al 2008-l'onda), tra questi due che vale la pena sottolineare:
non ci siamo concentrati più soltanto sulla riforma dell'istruzione ma abbiamo capito che questa fa parte delle politiche economiche e ideologiche volute dal governo e firmate dal presidente Napolitano (che prima di diventare tale proveniva dalle fila del PD).
siamo andati oltre il mero pacifismo sterile e statico riscoprendo la lotta radicale senza se e senza ma, dalle parole del 2008 siamo passati ai fatti lo scorso autunno. Le occupazioni di scuole e facoltà, le occupazioni simboliche dei monumenti del paese, i cortei selvaggi non autorizzati dalle questure, gli scontri con i servi dello stato, le paralisi delle metropoli italiane, gli assedi ai palazzi del potere, tutto questo è opera nostra.
Ed è anche opera nostra il 14 Dicembre 2010, l'apice dello scorso movimento studentesco, la più grande battaglia contro il potere dello stato dai giorni del G8 di Genova nel 2001.
Le reazioni dei politici dei vari schieramenti alcuni dei quali il giorno prima ti appoggiano strumentalmente e il giorno dopo ti condannano esortandoti alla calma, è una conferma che battaglie come quelle del 14 Dicembre, possono cambiare le carte in tavola e che farebbero realmente paura ai potenti se praticate più spesso e da più soggetti sociali che subiscono le politiche del governo.
Infatti il problema è proprio questo sistema politico organizzato nei suoi palazzi del potere dove partiti e governi vari decidono e legiferano sulle nostre spalle e in questo momento per farci pagare la crisi che il sistema capitalista produce. Quale sarebbe sennò il senso dell’appello “all’unità nazionale” del presidente Napolitano accolto da tutti i partiti rappresentati in parlamento?
Noi non ci stiamo, quale unità nazionale? Non è vero come dice il “nostro” presidente che siamo tutti sulla stessa barca, c’è chi paga la crisi ovvero la maggioranza, il popolo, i lavoratori e gli studenti e i soliti noti che ingrassano anche in periodo di crisi che anzi rappresenta un’opportunità per loro in primis per la classe politica e i grandi industriali.
I popoli del mondo, anche di quella parte del globo “ricca” come Europa e Usa pagano la crisi, grazie ai governanti da Obama a Berlusconi, da Papandreu in Grecia a Zapatero in Spagna che attuano manovre lacrime e sangue. Il governo Berlusconi, va ben oltre l'aspetto economico ed ecco che allora attacca i diritti conquistati dopo anni e anni di dure lotte politiche e sindacali con vero e proprio odio viscerale verso quelle vittorie: attacco al contratto collettivo nazionale del lavoro, attacco all'articolo 18 e in generale a tutto lo statuto dei lavoratori, si tollera e applica su larga scala l'illegittimo referendum attuato da Marchionne agli operai della Fiat esprimendo il diktat che o si lavora come bestie a un salario “competitivo” (leggi basso), ed essendo “contenti” di ciò non potendo più scioperare perchè si danneggia la produzione, oppure Sig. Fiat va a produrre in un altro paese con manodopera a basso costo e gli operai con a carico le proprio famiglie in mezzo ad una strada a patire la fame.
Consci che sia necessario combattere tutto ciò, crediamo si debba ripartire dal risultato più alto ottenuto l’anno scorso: la battaglia del 14 Dicembre, ripartire da essa nelle pratiche radicali ma anche nella riflessione per imparare sia dagli errori che dalle vittorie, ad esempio: perché anche l’anno scorso nonostante l’intensità della lotta e le dimensioni del movimento non si è andati oltre Dicembre ma da Gennaio si sono lasciate le piazze alla normalità quotidiana per rientrare tutti in classe come se niente fosse successo?
Oggi, 7 ottobre 2011, al primo corteo studentesco vogliamo rilanciare l’idea della necessità di un’assemblea studentesca a livello nazionale per ragionare su tutto ciò (ragionamento che è mancato l’anno scorso) e proseguire ancora più forti nella lotta contro il governo Berlusconi e ogni falsa alternativa della Borghesia sia essa di centro-destra o mascherata da “sinistra”.
COLLETTIVO AUTORGANIZZATO IN LOTTA CAIL
cail.pa@libero.it cail-pa.blogspot.com su fb: cail collettivo accademia
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