venerdì 11 giugno 2010

pc quotidiano - 11 giugno - volantino all'ilva taranto

La crisi scaricata sugli operai
La crisi dell'acciaio non è superata ma essa continua ad essere scaricata interamente sugli operai. Il percorso dalla cassa integrazione ordinaria alla cassa integrazione straordinaria ha già portato a gravi attacchi all'occupazione, al salario e alle condizioni di lavoro, e per il futuro si va verso esuberi strutturali. Dopo l'illusione seminata dai dirigenti sindacali confederali che il peggio era passato, ora Riva rimette nuovamente in cigs circa 1000 operai ai Treni nastri, al Tub1, al Laf, usando ormai la cassa integrazione come strumento ordinario, appena salta un ordine.
I sindacati all'Ilva praticamente non esistono, il loro ruolo è o di consulenti aziendali o di notai delle decisioni dell'Ilva.
I lavoratori hanno dimostrato di essere disponibili alla lotta e anche di volere nuove rappresentanze. Ma la linea e la direzione dei sindacati confederali va lungo una strada opposta.
La Fim di Lazzaro da tempo non è un sindacato in fabbrica ma una componente aggiunta dell'Ufficio personale dell'azienda, di cui sostiene interessi, posizioni,
Palombella ha fatto carriera fino a diventare segretario nazionale Uilm proprio per il ruolo avuto in Ilva a tutela più degli interessi aziendali che di quelli operai, come tutti sappiamo in ilva, anche chi è iscritto alla UILM. Ora di fronte alla nuova fase della crisi, Palombella in una intervista al Quotidiano spiega le ragioni dell'azienda e dice che per i somministrati Ilva ora non c'è niente da fare, che si doveva realizzare un'intesa qualche mese fa quando le condizioni erano più favorevoli, intesa che era quella che voleva Riva. la riassunzione per poche decine e il licenziamento definitivo per tutti gli altri, e poi Palombella aggiunge che anche l'integrativo subirà una frenata, con buona pace degli operai che si aspettavano qualcosa in termini di salario, cambio tuta, inquadramento e che pochi giorni fa sono stati chiamati ad uno sciopero proprio per queste rivendicazioni.
Alle imprese, invece, la linea è stata quella di far passare tutto e chiamare ora alla lotta quando i buoi sono ormai scappati. Da fine 2008 ad oggi vi sono state circa 10 aziende appalto Ilva con circa 500 operai che hanno chiuso per fallimento o cessazione, e sono 3 mila i lavoratori di 55 Ditte che sono in cig da tempo, 15 ditte sono in cigs per circa 700 operai, 25 sono ormai da tempo in cig.
Tutto questo mentre in Ilva continua lo straordinario e il lavoro in ogni condizione e nell'indotto i sotto salari e il subappalto.
La sostanza è che Riva e i padroni hanno mano libera, i sindacati confederali in generale collaborano, con qualche eccezione più di facciata che di fatti, gli operai non trovano la forza e l'organizzazione per contrastare questo stato delle cose. MA NON E' MAI TROPPO TARDI.
Gli operai fanno ancora in tempo ad autorganizzarsi nello slai cobas per il sindacato di classe a lottare realmente per difendere salari, condizioni di lavoro e soprattutto, ora e sempre, il lavoro stesso contando sulle proprie forze.
Lo Slai cobas per il sindacato di classe propone a tutti gli operai che vogliono realmente lottare di unirsi nel Comitato operaio indipendentemente dalla tessera sindacale, un Comitato vero, non come quelli di prima, caratterizzati da furia francese e ritirata spagnola. Un comitato indipendente realmente dalla linea e dal controllo dei vertici sindacali confederali,tutti fiom compresa, da sempre abituata a parlare bene e a razzolare male, che si batta subito per dire:
Stop alla cassintegrazione straordinaria;Rientro con cronoprogrammma certo per tutti i 650 licenziati degli operai somministrati che peraltro in prevalenza operavano nei reparti non colpiti dalla cassintegrazione; Blocco dei licenziamenti nell'appalto con la creazione di un consorzio di imprese che possa essere, insieme all'Ilva, un interlocutore unico per tutti gli operai dell'appalto e permettere l'assorbimento degli operai da un'azienda all'altra, eliminando il subappalto e i contratti precari addirittura a meno di un anno l'integrativo deve essere chiuso con aumento salariale uguale per tutti, i passaggi di livello e 5 euro per il cambio-tuta. Questa strada è possibile se gli operai lo vogliano, la smettano solo di lamentarsi e non abbiano paura - quale paura ci può essere di più degli attacchi attuali al lavoro e al salario, fino alla dignità degli operai?!

Slai cobas per il sindacato di classe ilva appalto Taranto cobasta@libero.it

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