domenica 6 giugno 2010

pc quotid 6 giugno Deroga all'art. 41 della Costituzione: un regalo ai padroni assassini!

Il governo, comitato d'affari dei padroni, non passa giorno che non pensi alla tutela degli interessi dei capitalisti espropriando i lavoratori di diritti conquistati dalle lotte, dal posto di lavoro ai salari e pensioni equi e dignitosi, dal diritto di sciopero alla sicurezza sul lavoro. A questo sono votati in particolare i ministri ex socialisti del "governo del fare" (del bene alle imprese) Brunetta, Sacconi e Tremonti.
E proprio da quest'ultimo è partito l'attacco all'art. 41 della Costituzione sulla finalità sociale dell'impresa. Il Ministro vorrebbe derogare per 3 anni da questa norma con la scusa di favorire la ripresa, condizionata dalle troppe regole per i padroni. Figuriamoci se poi questi torneranno indietro. Dal loro punto di vista criminale la sicurezza sul lavoro è uno dei fastidiosissimi "lacci e lacciuoli" che limitano il loro profitto.
L'articolo della Costituzione dice che l'iniziativa economica privata è libera ma "non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana" e che la legge determina programmi e controlli perchè venga indirizzata ai fini sociali. Modificando questa norma (e sicuramente in parlamento troverà ampi consensi che andranno oltre la maggioranza) il governo manda un chiaro messaggio ai padroni che possono tranquillamente continuare a gonfiarsi i loro portafoglio e continuare a mandare a morire 4 operai al giorno nei luoghi di lavoro senza incorrere rischi. Con la controriforma del TU sulla sicurezza sul lavoro hanno portato a casa il grande risultato di avere trasformato le sanzioni in semplici ammende. Con questa deroga ottengono l'impunità totale.
Dopo il fascismo abbiamo avuto tutti governi antioperai, non è certo una novità. Ma se i proletari non vedono tutta la politica di questo governo come funzionale al regime neocorporativo e moderno fascista in costruzione si consegneranno, senza combattere, ad un nemico di classe feroce che non farà certo prigionieri.
Mai nessun governo aveva affermato in maniera così esplicita che la propietà privata è inviolabile e illimitata, che il profitto non dovrà più avere fini sociali e potrà realizzarsi recando "danni alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana" e non dovrà essere assoggettato a leggi e controlli.
La battaglia dell'opposizione di classe ha bisogno di marcare la sua autonomia contro i sindacati confederali, innanzi tutto.
Lo sciopero della CGIL servirà a farla rientrare al tavolo unitario a pieno titolo con i sindacati di regime per "fare pressione sul governo". "Proponiamo che le proteste si facciano di sabato e le proposte negli altri giorni della settimana per non danneggiare le aziende già in crisi e i salari dei lavoratori le cui famiglie sono in difficoltà", ha detto Bonanni.
I sindacati di base raccolgono le spinte alla resistenza dei lavoratori del pubblico impiego. Il "conflitto intelligente" del ceto politico dei "blocchi sociali metropolitani", cinghia di trasmissione dell'ex sinistra di palazzo, dell'USB/Cobas hanno promosso un mese di scioperi ma hanno raccolto pochissime forze alle manifestazioni di Roma e Milano del 5 giugno.
E' tempo di rafforzare processi unitari dal basso, dalla Rete nazionale per la sicurezza sul lavoro alla costruzione del sindacato di classe al fronte unito che lavori per lo sciopero politico. Un lavoro possibile se i comunisti veri in questo paese si uniscono nel loro Partito per polarizzare lo scontro di classe per rovesciare il potere dei padroni, il loro Stato e i loro governi.

prolcomra
06/06/2010

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