Durante la celebrazione della “messa crismale” del “giovedì santo” appena trascorso, il papa Ratzinger è tornato di nuovo alla carica contro le donne e l’aborto definito “un’ingiustizia che viene elevata a diritto quando si tratta dell’uccisione di bambini innocenti non ancora nati”, guardandosi invece molto bene dal fare anche un solo accenno al tema scottante e vergognoso della pedofilia dei preti.
Certamente il tempismo dei neoeletti presidenti delle regioni leghisti, Cota in Piemonte e Zaia in Veneto, contro l’utilizzo della pillola abortiva Ru486 (e anche un bel ringraziamento per i voti ricevuti dalla chiesa!), è stata come la manna caduta dal cielo per Ratzinger e la sua Chiesa esauditi nelle loro richieste antiabortiste pre elettorali, ma non solo, perché con il loro lurido stuolo di preti stupratori non hanno perso tempo a mettersi in moto per trasformarsi subito da carnefici in santi agli occhi dei fedeli!
Lo stesso cardinale Bagnasco, capo della Cei, ha ancora difeso i sacerdoti dicendo che “Nessuna ombra, per quanto grave, dolorosa, deprecabile, può annullare il bene compiuto dai sacerdoti…il mondo credente o meno, guarda al sacerdote con l’aspettativa di vedere in noi il meglio dell’umanità e del bene…”
“Il meglio dell’umanità e del bene”??? Arroganza, faccia tosta senza ritegno, ipocrisia senza limiti è davvero dire poco!
Dopo tutta la merda emersa in questi mesi relativamente alle violenze, alle sevizie e torture commesse dai preti su bambini, violenze che per anni la chiesa ha cercato di insabbiare, limitandosi a trasferire i preti pedofili in altre chiese così da poter tranquillamente violentare altri bambini, senza denunciarli e condannarli, ora dai loro sporchi crimini spostano l’attenzione sulle e contro le donne arrivando perfino a dire sfacciatamente che “l’aborto è un peccato più grave del reato di pedofilia compiuto da un sacerdote”. E’ quanto ha detto monsignor Girotti, reggente della Penitenzieria Vaticana, in un’intervista rilasciata al Messaggero, nella quale riguardo al reato di pedofilia ha dichiarato che: «Un penitente che si è macchiato di un delitto simile, se è pentito sinceramente, lo si assolve...”, al contrario, per assolvere una donna che ha abortito, il sacerdote deve ottenere la dispensa del vescovo, in quanto non può assolverla autonomamente perché “L’aborto viene considerato un peccato riservato, diciamo speciale. Nel caso specifico è chiaro che la Chiesa vuole tutelare al massimo la vita della persona più debole, più fragile, e cosa c’è di più inerme di una vita che è in divenire e non è ancora nata?”
Siamo dinanzi alla BARBARIE ALLO STATO PURO!
E la vita dei bambini violentati, stuprati, abusati NATI! non conta nulla?
Non è anch’essa una vita di bambini in “fragile e debole DIVENIRE”?
Parlano di tutelare la vita (quando ancora non c’è) e si scagliano contro le donne e il diritto di aborto mentre nella realtà non si creano alcun scrupolo a difendere chi nella loro cerchia ha attaccato, violentato, distrutto le vite di bambini che ci sono, che esistono in carne e ossa!
Denunciare, smascherare, lottare a tutto campo contro le crociate ideologiche della Chiesa parte attiva al fianco del governo nella trasformazione in senso reazionario della società di cui uno degli elementi cardine è proprio la restaurazione di una concezione delle donne da “moderno medioevo”
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