sabato 6 dicembre 2025

pc 6 dicembre – La crisi dell’economia globale continua secondo l’Ocse

 

Nonostante i proclami rumorosi dei vari rappresentanti dell’imperialismo, da Trump alla Meloni, la crisi globale dell’imperialismo viene certificata ad ogni momento dai centri di ricerca o istituzionali come l’Ocse (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico). Sono organismi che fanno di tutto per indorare la pillola e cercare di esprimersi nella maniera meno negativa possibile, ma nonostante gli sforzi l’operazione non può riuscire perché i loro stessi dati sono incontrovertibili.

E infatti, l’Ocse dice che l’economia globale regge agli urti, ma le prospettive non sono rosee.

E quali sono gli urti? Le guerre, le politiche commerciali, cioè i dazi e i rischi... E da qui in poi è tutto un “se”. L’attività economica potrebbe riprendersi “se la politica riuscisse nel suo compito” e cioè, “ridurre l’incertezza”!

L’Ocse “prevede un’economia globale in crescita del 2,9% nel 2026, in rallentamento rispetto al 3,2% stimato per quest’anno”. Abbiamo già scritto in altri articoli che questa “crescita” è una media tra paesi come l’India e la Cina che vanno intorno al 5%, mentre altri sono di fatto fermi, come dimostra il riquadro riportato all’interno dell’articolo del Sole24Ore.

Tra i paesi fermi c’è l’Italia, quelle che “cresce” secondo la Meloni, che va “dallo 0,5% di quest’anno allo 0,6% dell’anno prossimo fino allo 0,7% del 2027.” E questa viene chiamata “accelerazione”! La sua “lentezza” dice l’Ocse contraddicendosi, “è legata a «esportazioni deboli, a seguito dell’aumento dei dazi globali» e «consumi delle famiglie fiacchi» che «peseranno sulla crescita nel breve periodo».”

Ma che cosa ha contribuito alla “resilienza” dell’economia? “«l’anticipo della produzione e degli scambi commerciali», nell’attesa delle tariffe, insieme «ai robusti investimenti legati all’intelligenza artificiale e a politiche fiscali e monetarie favorevoli», spiega il rapporto.” E cioè, molti capitalisti in vista dei dazi di Trump hanno anticipato l’acquisto delle materie prime e la produzione! Che poi abbiano venduto oppure no questi prodotti è un'altra faccenda che si vedrà più avanti. Questi movimenti di merci, questa specie di trucco contabile, comunque fanno alzare la percentuale dell’“economia globale”. E l’insistenza sui dazi, soprattutto da parte degli USA, significa “arrecare danni significativi alle catene di approvvigionamento e alla produzione globale”.

E infatti l’Ocse aggiunge che “Sono stati fattori in buona parte temporanei”, e non poteva essere altrimenti, ma il lato ancor più negativo è che l’aumento dei dazi fa aumentare i prezzi “riducendo la crescita dei consumi delle famiglie e degli investimenti delle imprese”. Così viene chiamato l’impoverimento generalizzato delle masse popolari.

L’altro aspetto che permette la “resilienza” è quello dei “robusti investimenti legati all’intelligenza artificiale”, un settore che è già stracolmo di miliardi, tanto che si parla di bolla pronta a scoppiare, e alle politiche fiscali e monetarie favorevoli, cioè, come sempre in aiuto a questa economia globale dalle “prospettive” sempre più «fragili», arrivano i fondi pubblici.

Ma quelli dell’Ocse devono dare un segno di ottimismo perciò, dicono, l’economia potrebbe riprendersi perché “Può scoppiare la pace, portando i suoi frutti anche economici e riducendo i prezzi dell’energia”. Ma nonostante questo goffo tentativo di addolcire la realtà, la sostanza vera di questo sistema sociale capitalista-imperialista è proprio la guerra, come via d’uscita dalla crisi.

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