domenica 30 novembre 2025

pc 30 novembre - Roberto Cingolani (Leonardo): “La guerra non sta finendo, buon momento per investire sulla difesa. Altrimenti ci sterminano”

Se i padroni ci propongono come unica soluzione la guerra - "per difendere lo standard di vita occidentale", la loro vita da ricchi bastardi - non possiamo rispondere che con una parola d'ordine e una indicazione degli anni '70, applicata alla realtà odierna...
Padroni è la guerra! 

di F. Q.

"...elogia la spesa per il riarmo, unico argine alla vittoria del nemico senza scrupoli. Mentre "noi abbiamo ancora dei vincoli etici"

“Sono in conflitto di interesse, ma vi dico chiaramente che se c’è un momento in cui bisogna investire sulla difesa, è questo perché non sta finendo la guerra, sta iniziando la guerra nuova”. Parola di Roberto Cingolani, amministratore delegato di Leonardo, campione nazionale nel settore difesa e aerospazio. L’ex ministro della Transizione Ecologica nel governo Draghi (sponsorizzato al tempo da Beppe Grillo) ha perorato l’acquisto di armi e strumenti di difesa durante la presentazione del Michelangelo Dome, una tecnologia basata sull’intelligenza artificiale. Nel contesto della guerra in Ucraina, Cingolani ha citato “18.000 casi di attacco ibrido all’anno nelle grandi nazioni”, prima di mettere in guardia: “I prossimi anni di pace apparente potrebbero essere gli anni necessari a chi attacca da sempre per sviluppare armi che sono difficili da neutralizzare”, aggiunge. 

Cingolani l’ha detto in premessa: “sono in conflitto di interessi”. Lunedì scorso Leonardo ha ceduto in borsa il 2,2%, ma non è stata la sola. L’indice del settore, lo Stoxx Aerospace & Defence, ha iniziato la settimana perdendo l’1,7%, dopo il -3% di venerdì, toccando i minimi da fine agosto. Il pressing degli Stati uniti per chiudere il conflitto in Ucraina ha rallentato la corsa dei titoli della difesa europei. L’indice europeo in una settimana è arretrato del 7,8 per cento. Ma giova ricordare come l’indice Stoxx Europe Total Market Aerospace & Defense, resta su livelli superiori di quasi il 200% rispetto a quelli precedenti l’invasione russa dell’Ucraina nel febbraio 2022.

Nel suo discorso, Cingolani ha ricordato come “la pace va difesa, ma ha un costo, non è gratuita”. Se in futuro “il discorso diventasse serio, quello che temono ai servizi segreti, dovremo essere pronti a proteggere i nostri paesi, lo standard della vita occidentale”, ha proseguito il manager di Leonardo. Che a un certo punto ha virato su toni apocalittici: secondo Cingolani l’Occidente dovrà unire le forze

per realizzare delle tecnologie adeguate, “sennò ci sterminano”. Il motivo? L’assenza di scrupoli del nemico. “Noi abbiamo ancora dei vincoli etici che vogliamo rispettare e non sacrificheremo mai mille giovani al giorno – ha dichiarato l’amministratore delegato di Leonardo – mentre i nostri avversari se ne fregano”. Dunque, conclude Cingolani, “se noi intendiamo rispettare le regole di etica della civiltà occidentale, noi dobbiamo mettere su queste tecnologie, sennò ci sterminano“. Eppure non viene mai nominata la Russia.

Leonardo lancia la «Cupola di Michelangelo», uno scudo anti-missile per l’Europa

di Francesco Bertolino

Leonardo lancia un nuovo sistema anti-missile per proteggere le città e le infrastrutture critiche europee. Il progetto si chiama «Cupola di Michelangelo» o «Michelangelo Dome», nome che richiama l’Iron Dome sviluppato da Israele per sventare le minacce aeree. Leonardo punta a costituire una sorta di scudo non fisico, ma composto di dati e tecnologie avanzate. La «Cupola di Michelangelo» integrerà e coordinerà sistemi spaziali, terrestri, aerei e navali di vari Paesi con soluzioni di cibersicurezza, centri di calcolo e intelligenza artificiale. Sarà realizzata secondo un modello di architettura aperta, ossia compatibile con i mezzi e le piattaforme difensive di tutti gli eserciti interessati nell’ambito della Nato.

La missione di Michelangelo Dome

L’obiettivo del progetto è consentire di intercettare per tempo e con l’arma più efficiente droni, missili e altre potenziali minacce prima che possano abbattersi su obiettivi militari e civili. 

Nei giorni scorsi il progetto è stato già illustrato al ministro della Difesa, Guido Crosetto, al Capo di Stato Maggiore della Difesa, Luciano Portolano, e a tutti i Capi di Stato Maggiore delle Forze Armate. Ora verrà creato «un team misto di tutte le forze armate» con Leonardo che disegnerà questa nuova architettura secondo le necessità della difesa italiana. «Michelangelo Dome» aspira però a diventare il sistema anti-missile di riferimento per l’Europa... Il governo italiano ne sta già «parlando con tutti i Paesi», ha detto il ministro Crosetto. Nel Michelangelo Dome, «ogni Paese può integrare le tecnologie e tutti insieme cooperano nel dare un sistema di difesa avanzatissimo» per «ogni tipo di minaccia, cioè dal missile ipersonico fino al piccolo drone». Ormai, ha aggiunto, «le minacce sono di diverso tipo, da quelle con un costo di tecnologia elevatissima a quelle con scarsissima tecnologia ma letali». Basti considerare — ha concluso — «che il maggior numero di vittime in Ucraina arrivano da droni piccoli guidati da una sola persona sulla telecamera, più che dei missili e dei droni grandi».

Un mercato da 200 miliardi

Cingolani ha stimato in 200 miliardi il mercato aggredibile nei prossimi dieci anni dal nuovo sistema del gruppo. D’altronde, ha ricordato, negli ultimi anni Leonardo si è attrezzato per coprire con i suoi prodotti gran parte dei «domini» che la «cupola di Michelangelo» andrà a integrare. Sulla terra ha stretto una joint-venture con il gruppo tedesco Rheinmetall per costruire carri armati e ha comprato la divisione difesa di Iveco per 1,7 miliardi. Nell’aria ha costituito un’alleanza con i turchi di Baykar per fabbricare droni e ha avviato il progetto Gcap con l’inglese Bae Systems e la giapponese Jaiec per sviluppare i caccia di sesta generazione. Nello spazio ha siglato un’intesa con le francesi Airbus e Thales per unire le forze nel campo dei satelliti. Su tutte queste piattaforme, infine, il gruppo è pronto a montare algoritmi e soluzioni di cibersicurezza, alimentati dal supercomputer Davinci, uno dei più potenti al mondo. «Ci siamo proposti come catalizzatori di alleanze in Europa e stiamo parlando coi colleghi americani perché nessuno ce la farà da solo», ha sottolineato. «La pace va difesa — ha concluso — e difendere la pace ha un costo»

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