sabato 12 aprile 2025

pc 12 aprile - L'India parla alla Palestina - La nostra campagna internazionalista

Da un'assemblea a Taranto del 10 aprile

Tutte le operazioni militari da “Green Hunt” a “Samagathasan” portate avanti in questi ultimi anni dal regime di Modi per cancellare la guerra popolare in India non hanno avuto alcun successo, perché la guerra di popolo ne è uscita più forte di prima, proprio perché è una guerra di popolo. L'ingresso dell'esercito, lo sforzo di cercare di organizzare fette della popolazione contro altre fette della popolazione sono miseramente falliti.

La resistenza e la guerra di popolo ha pagato un costo alto in termini di vite umane, con tanti compagni uccisi e incarcerati. Nelle carceri dell'India c'è il maggior numero di detenuti al mondo, pari alla somma di tutti i detenuti politici tenuti nelle carceri del mondo, compreso paesi famigerati come lo Stato di Israele e la Turchia.

Ora siamo nel pieno di una terza operazione, che sta facendo tante perdite, si chiama “operazione Kagaar”. Contro questa operazione è in atto la mobilitazione in India e in altri paesi del mondo.

Il Partito Comunista dell'India è la forza al mondo più solidale con la resistenza palestinese, e Modi utilizza questa solidarietà per dire che bisogna stare dalla parte di Israele perché sta combattendo gli stessi nemici che stanno combattendo noi.

Modi è stato il primo e grande capo di Stato che ha incontrato Trump dopo la sua presidenza; è stato deciso un formidabile corridoio commerciale che porterà tutto ciò che non si può più far passare da

Israele e dalla Palestina, fino agli Stati Uniti. Questo corridoio avrà un centro fondamentale in Italia. Esso ha consolidato sul piano politico, militare e commerciale un asse che unisce gli Stati Uniti, l'India, il Medio Oriente, Netanyahu, l'Italia. E chiaramente questo comporterà vantaggi economici per l'Italia.

La settimana in corso è una settimana internazionale di solidarietà con la guerra popolare in India contro l’”Operazione Kagaar” e per la solidarietà alla resistenza palestinese e giorno per giorno, compagni, stanno arrivando le notizie sulle manifestazioni a sostegno di questa campagna che unisce l'India e la Palestina. Spettacolare sono state le manifestazioni in Tunisia, organizzate su proposta nostra, dell'intero movimento solidale con la Palestina e che in questa occasione ha sposato la causa indiana.

Per noi è una sorta di doppio impegno e responsabilità perché siamo noi che, attraverso il ‘Comitato internazionale di sostegno alla guerra popolare in India’ organizziamo questo movimento a livello mondiale di solidarietà con l'India e attualmente di ponte tra India e Palestina.

L'unità tra le resistenze, le guerre dei popoli a fronte della presidenza Trump e degli sviluppi che la crisi mondiale sta avendo, con la tendenza alla guerra, ha mille ragioni in più per svilupparsi.

L'operazione Kagaar è l'equivalente genocidaria di ciò che avviene in Palestina. In India si vuole sostanzialmente cancellare la guerra di popolo, si vuole cancellare il fatto che in India, il più grande paese del mondo, la rivoluzione indiana cambierà il mondo, come la rivoluzione cinese lo cambiò nel periodo successivo alla guerra mondiale; e quindi le sorti della nostra rivoluzione o delle vittorie dei popoli dipendono per un buon 50% da quello che succederà in India.

In India inoltre vi è una questione particolare: la metà dei combattenti della guerra popolare sono donne, e il movimento delle donne in India è sotto questo punto di vista il più grande movimento che si sviluppa al mondo e la più alta concentrazione che ci sia stata storicamente dai tempi del Vietnam e della Cina popolare di donne armate.

Perché chiaramente la questione di fondo che risolverà l’orrore senza fine che stiamo vedendo, resta e rimane la lotta armata che i popoli non solo stanno conducendo ma ci insegnano a condurla.

C’è un legame anche concreto che abbiamo con i lavoratori indiani. A Bergamo sono iscritti al nostro sindacato, Slai cobas sc, oltre 300 operai indiani che lavorano nella logistica della zona e nelle fabbriche. I compagni di Bergamo hanno organizzato per ben due volte lo sciopero degli operai indiani e hanno fatto tre manifestazioni sotto il consolato indiano a Milano e sabato alla manifestazione con la Palestina noi porteremo una delegazione di operai indiani. I compagni del PC India (maoista) sanno questa nostra caratteristica per questo ne siamo interlocutori principali in Italia.

Questo significa l'internazionalismo proletario: guardare il mondo non dall'ottica del proprio paese ma dall'ottica di cosa fai tu per stare dentro questo sistema mondo qui e ora.

E abbiamo l'aspirazione che i movimenti rivoluzionari possano trovare la capacità di unirsi, non a parole, ma per unire la nuova ondata della rivoluzione proletaria mondiale perché da questa situazione di crisi, tendenza alla guerra, genocidi se ne uscirà solo e semplicemente con una nuova ondata della rivoluzione proletaria mondiale, i cui protagonisti sono le masse popolari e i proletari.

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