lunedì 7 aprile 2025

pc 7 aprile - Bologna ancora cariche poliziesche contro manifestanti contro la guerra e il riarmo


Domenica 6 aprile si sono svolte due manifestazioni a Bologna: una a piazza Nettuno organizzata dai sindaci di Bologna e Firenze in continuità con quella del 15 marzo, promossa dalla ‘lettera aperta’ di Michele Serra; l’altra – partita da piazza San Francesco – è scaturita da un appello unitario di differenti realtà politiche, sociali e sindacali che ha cercato di contrapporsi alla chiamata alle armi di Lepore e Funaro con le parole d’ordine “No al riarmo in Europa, no alla difesa comune, no all’economia di guerra”.

Considerando il battage che ha avuto la “piazza per l’Europa”, in particolare dal quotidiano La Repubblica, ed i mezzi economici impiegati per realizzarla – che il sindaco Lepore ha assicurato venire da “fondi privati” – si può ben dire che sia stata un flop, come partecipazione, nonostante l’investimento politico in cui sono stati coinvolti un centinaio di sindaci, cooptate le dirigenze locali dei corpi intermedi della “sinistra” (CGIL, ARCI ed ANPI in primis), che hanno fatto i ventriloqui al primo cittadino felsineo, ed una trentina di volti noti dello spettacolo e della cultura con un passato “progressista”.

Stupisce la confusione di alcuni artisti, da sempre impegnati in alcune battaglie progressiste (come Bergonzoni) o di alcuni giornalisti (come la Mannocchi), che pure hanno sollevato questioni rilevanti rispetto alla politica dell’UE in Medio-Oriente anche dal palco, che non sembrano essersi resi conto di portare acqua al mulino dello sciovinismo europeo, del riarmo della UE attraverso la difesa comune, e di una politica bellicista che stride con il tentativo di trovare una soluzione diplomatica ai conflitti in cui l’Unione è coinvolta.

Dalle immagini, e dalle interviste, è chiaro che si è trattato di una piazza abbastanza agée, ed è significativa che l’unica bandiera nazionale (oltre a quella italiana) fosse quella ucraina, di cui Fresu ha voluto eseguire l’inno con la tromba, mentre non erano presenti bandiere palestinesi…

Alcune migliaia i partecipanti, riporta il TG regionale RAI, mentre altri, come l’ANSA, più realisticamente si attestano sui mille, facendo comunque una stima “per eccesso”.

A San Francesco, circa mezz’ora dopo l’inizio della kermesse a piazza Nettuno, è partito un corteo che in un primo momento ha cercato di giungere proprio nella centrale piazza bolognese per portare la propria voce contro il riarmo, l’opposizione all’ex DDL, il rifiuto del genocidio palestinese.

Oltre a questo, per esprimere la solidarietà con gli studenti e studentesse del Minghetti che sono stati denunciati per avere occupato la scuola e nei confronto di coloro che venerdì scorso si sono incatenati per richiederne il ritiro, iniziando un presidio di fronte al palazzo prefettizio, che è stato poi sgomberato la mattina di sabato con i partecipanti portati in questura e denunciati.

Il corteo, che avrebbe voluto dirigersi verso piazza Nettuno, è stato fermato dalla polizia che aveva già blindato l’accesso in prossimità di via Ugo Bassi, respingendo i manifestanti a colpi di scudo, calci e manganelli.

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Dopo i momenti di concitazione, che hanno avuto come conseguenza il ferimento di almeno due manifestanti, il corteo è arretrato cantando Bella Ciao e ha preso a muoversi da via Marconi verso la stazione ferroviaria, per attraversare il quartiere della Bolognina e concludersi al Parco della Zucca, dove ha sede il Museo per la Memoria di Ustica.


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