Palestine
Chronicle. Roger Waters si unisce al podcast FloodGate
per discutere di Gaza, della lotta per la Palestina, della censura e
del potere dell’arte nell’attivismo.
La leggenda del rock,
co-fondatore dei Pink Floyd e attivista per la giustizia globale
Roger Waters si è unito al podcast FloodGate per una conversazione
approfondita su Gaza, il genocidio e la resistenza globale.
Nell’intervista, Waters discute dell’importanza di stare dalla parte della Palestina, della lotta in corso contro la censura e del ruolo significativo che l’arte gioca nel mettere in discussione le strutture di potere.
L’intervista esclusiva, condotta giovedì dai redattori del Palestine Chronicle Ramzy Baroud e Romana Rubeo, offre agli ascoltatori una rara opportunità di ascoltare una delle voci più importanti del movimento per la giustizia globale.
Waters è da tempo un aperto sostenitore della Palestina e le sue intuizioni gettano luce sulla lotta in corso per la giustizia e la libertà.
Può apparire un personaggio burbero, colui che ha portato il suo gruppo madre al disfacimento, ma Roger Waters è sempre stato coerente ed ha sempre sostenuto i diritti di chi diritti non ne ha. Da sempre a sostegno del popolo palestinese, recentemente è anche intervenuto in collegamento telematico ad una assemblea alle Nazioni Unite per parlare dei massacri che i criminali sionisti commettono da quasi ottant'anni in terra di Palestina. Può non produrre più musica di un certo livello, riprova ne è la noiosa riedizione di The Dark Side of the Moon dello scorso anno, ma questo vale anche e soprattutto per i suoi ex sodali che a distanza di qualche mese dallo scoppio della guerra in territorio ucraino hanno pubblicato l'orrenda Hey Hey Rise Up, viene il sospetto che fosse più a sostegno del governo ucraino che dei popolo stesso.
RispondiEliminaMolte sue canzoni sono immortali, e mai come adesso, in questi rinnovati venti di guerra, il suo messaggio antimilitarista è attuale, basti ascoltare Corporal Clegg dove mette sotto accusa spietata la propaganda di guerra che urla orgoglio e difesa della patria, ma che ai reduci lascia solamente una medaglia di latta ed il corpo orrendamente mutilato.