sabato 12 aprile 2025

pc 12 aprile - Stellantis Melfi: “Dobbiamo scioperare, ci trattano come robottini”... L'ora dello sciopero... ma deve essere vero e prolungato

Stellantis Melfi: “Dobbiamo scioperare, ci trattano come robottini”

Sciopero alla Pmc (Indotto) e nervi tesi anche dentro l’azienda madre. A far traboccare il vaso l’ultimo improvviso cambio turno. “Lavorano sempre gli stessi, cioè chi accetta postazioni impossibili. I capi chiamano chi vogliono. Non si può più accettare”

e l’Indotto piange per crisi di futuro (oggi sciopero alla Pmc proclamato dalla Fim Cisl), anche dentro l’azienda madre, Stellantis, non va affatto meglio. Ieri è emerso il dato sconcertante (-64%) rispetto al primo trimestre dello scorso anno, per Melfi. E giornate sulla linea altalenanti. Da far venir il mal di lavoro. “Ci trattano sempre più come robot, ci accendono e ci spengono come e quando dicono loro, non si può accettare di lavorare così”, è lo sfogo neanche troppo velato che ci è giunto nelle ultime ore. La goccia che ha fatto traboccare il vaso, uno spostamento di giornata lavorativa deciso ieri e che riguarda, nello specifico, Stampaggio, Lastratura e Verniciatura.

In particolare il cambiamento tocca il turno b che opererà non più oggi, ma domani pomeriggio (giovedì). “Non si può giocare con le nostre giornate lavorative come fossero monetine da lanciare in aria, se esce testa lavori, se esce croce invece resti a casa o ti cambiano il destino 24 ore prima”, storce il naso l’operaio. “Non è possibile – osserva – che un tempo si facevano 1500 auto al giorno, su una settimana di 5 o 6 giorni, mentre adesso non si riesce a programmare il materiale neanche sui 6, 7 turni che si fanno. E’ assurdo”. La misura appare colma. Da un lato lo strapotere di capi e supervisori che

agiscono da “padri eterni sulla linea”, dall’altra i lavoratori alle prese con settimane corte se non del tutto assenti o balbettanti. “Vi confermo che qui ormai scendono in fabbrica solo 4 gatti – aggiunge un altro lavoratore del Montaggio – io personalmente ho perso ogni speranza”. Già, perché “qualcuno scende in fabbrica sia quando tocca al turno a, sia quando tocca al b, mentre qualcun altro resta sistematicamente a casa”. E ancora: “Sì, vi confermo che scendono solo protetti e amici dei capi, continua ad essere così. Continua a scendere chi fa postazioni impossibili e continua a farlo senza fiatare. Facendo di fatto il loro gioco”. Non solo, Anche i “protetti” che scendono sempre, accettano “ogni cambiamento” che gli viene proposto. “Vieni domani, anzi no, scendi dopodomani”, questo l’andazzo, confermato dal cambio di turno annunciato ieri sul turno B in Verniciatura, Lastratura e Stampaggio.

“Chi non fiata e accetta ogni cambiamento di giornata, a scapito di altri colleghi, ovviamente, viene premiato e continua a lavorare quasi con regolarità”, prosegue la nostra fonte. “Bisogna iniziare a protestare davvero, non è possibile questo andazzo, ci trattano come stupidi robot, perché non incrociamo le braccia almeno per mezz’ora, giusto per dare un segnale a questa dirigenza aziendale?”. E ancora: “Oppure organizziamo una protesta in una giornata di Cds, ma facciamo qualcosa, non possiamo farci prendere a pesci in faccia in questo modo”. Dai toni agitati emerge che “i cambi turno improvvisi” e la sistematica “violazione” della “rotazione” tra i lavoratori, stanno raggiungendo livelli ritenuti non più sostenibili. “Così giocano con il nostro sistema nervoso, sulla nostra capacità di sopportazione, e questa cosa non si può accettare” conclude il lavoratore. Inoltre, l’andazzo di cui parlano i lavoratori, le settimane di lavoro “corte o del tutto assenti”, i cambi improvvisi a cui sottostare, riguardano una fase su cui va ad innestarsi ora anche la tegola dei dazi americani che rischia solo di peggiorare una situazione già di per sè “a picco”. I segnali allarmano. E vista da Melfi, ‘la linea’, non fa intravedere nulla di buono neanche per il trimestre che si chiude a giugno. Nonostante il lancio della nuova Ds8 elettrica e l’annuncio degli altri 6 modelli (elettrici ed ibridi) entro il 2026.

Fiat Grande Panda, Stellantis manda operai italiani da Melfi in Serbia per accelerare la produzione

«In relazione agli accordi intercorsi, le comunichiamo il suo temporaneo distacco presso la Fca Serbia (Sito di Kragujevac) per ivi svolgere la sua attività lavorativa con la mansione di operaio». Inizia così la lettera che in questi giorni Stellantis sta inviando ai primi dipendenti che hanno accettato l’invito a trasferirsi in Serbia per produrre la nuova Fiat Grande Panda.

Inizialmente la proposta, come aveva raccontato questo giornale, era stata fatta ai lavoratori in cassa integrazione dell’impianto Maserati di Modena, un sito che sta attraversando una fase di profonda crisi ed è di fatto fermo, con sole 30 vetture assemblate nei primi tre mesi dell’anno. L’invito ad andare in Serbia, rigorosamente su base volontaria, è però stato esteso anche agli altri stabilimenti italiani, come ad esempio Melfi, da dove proviene la missiva che MF-Milano Finanza è riuscita a visionare.

La lettera inviata dalla direzione di Melfi

La lettera dimostra che, non soltanto a Modena, ci sono dipendenti di Stellantis che hanno deciso di accogliere l’invito alla trasferta, che, secondo quanto risulta, prevede di poter tornare a casa ogni 45 giorni e comprende alloggio, vitto e un riconoscimento giornaliero che può arrivare a superare i 100 euro.


Melfi in transizione e manodopera in surplus

Nello stabilimento di Melfi, che nel primo trimestre dell’anno, secondo i dati Fim-Cisl, ha prodotto 8.890 auto con un crollo del 64,6% dalle 25.100 del primo trimestre 2024, è in atto una transizione alla nuova piattaforma Stla Medium. Attualmente impiega 5 mila persone e produce Jeep Compass e Jeep Renegade, ma ha da poco iniziato a realizzare le prime Ds 8 elettriche sulla nuova piattaforma, con la quale nei prossimi anni fino a sette tipologie di modelli tra elettrici e ibridi.

In questa fase di passaggio però il ritmo produttivo non è tale da impiegare tutti i 5 mila dipendenti di Melfi e di conseguenza Stellantis ha rivolto la proposta alla trasferta in Serbia anche a loro. Il gruppo del presidente John Elkann lo ha fatto anche perché ha bisogno di potenziare al più presto le attività nella fabbrica di Kragujevac, un sito la cui proprietà è condivisa con il governo di Belgrado (ne ha il 33%).

Produzione rallentata a Kragujevac e carenza di personale

Secondo quanto risulta, lo stabilimento serbo non ha ancora iniziato a lavorare a pieno ritmo sulla nuova Grande Panda elettrica e ibrida, un modello sul quale il marchio Fiat ha puntato molto per rilanciare le sue vendite nel 2025, con gli ordini che in effetti sono partiti con un forte slancio. Nonostante Stellantis avesse annunciato l’avvio della produzione di massa della Granda Panda entro la fine del primo trimestre dell'anno, i ritmi a Kragujevac non sono ancora tali.

Le informazioni che arrivano dalla Serbia raccontano di una produzione che si aggira tra le 80 e le 100 vetture realizzate al giorno, a fronte di un obiettivo di circa 500. A pesare sarebbe la mancanza di alcune componenti necessarie, soprattutto per le vetture ibride, e una prova di questo l’ha data il capo europeo di Stellantis, Jean-Philippe Imparato, che nei giorni scorsi al Senato francese ha ammesso di aver prodotto a marzo 20 mila ibride in meno del previsto per la mancanza di cambi eDct, utilizzati anche per la Grande Panda

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