In Palestina in tutti questi lunghi anni, è nell'indebolimento, nella crisi della via della guerra di popolo e delle forze comuniste, di sinistra nel movimento palestinese, la ragione dell'affermarsi di Hamas. Perché i popoli, se i comunisti non rispondono alle loro esigenze cercano qualsiasi strada per riaffermare, per difendersi dall'imperialismo e per indicare la via, l'idea, il “sogno” di una Palestina libera.
Una Palestina libera sarebbe l'espressione più avanzata del mondo arabo, influenzerebbe il mondo e avrebbe una funzione emancipatrice e stimolatrice di tutto il mondo arabo; e il mondo arabo, il mondo musulmano costituiscono una fetta determinante del popolo del mondo.
Noi mai ci possiamo dimenticare anche quando diamo un volantino, quando andiamo a una manifestazione che noi siamo con tutti quelli che lottano, che si ribellano, anche quando hanno idee, ideologie molto diverse dalle nostre.
Oggi innanzitutto dobbiamo partecipare alle manifestazioni perché il popolo palestinese ne ha bisogno,
e dare un contributo con modestia, umiltà, affinché il movimento vada avanti.La piccola borghesia si abbevera della solidarietà, si commuove, partecipa alle manifestazioni, si mette a disposizione, ma non capisce che il miglior contributo è combattere in questo paese i nostri nemici, l'imperialismo italiano, il governo, lo Stato italiano.
Il governo Meloni è complice del genocidio portato avanti da Israele. Dobbiamo colpire il governo Meloni, dobbiamo colpire la stampa che fa un lavoro feroce. Cercare la via facile è opportunismo.
La piccola borghesia fa una descrizione patetica e vittimista della realtà in Palestina. Ma il popolo palestinese per primo non si sente vittima. Avete sentito le interviste? Certo le immagini che vediamo ci straziano il cuore, ma esse mostrano una dignità veramente superiore.
Dobbiamo stare dalla parte del popolo, della resistenza palestinese, senza se e senza ma. Tutti coloro che attaccano Hamas attaccano la resistenza palestinese e il popolo palestinese. Tutti coloro che dicono: attenzione Hamas non è il popolo palestinese, dicono la stessa cosa del boia Netanyahu. Il popolo palestinese ha prodotto Hamas, che oggi è l'organizzazione maggioritaria della resistenza in Palestina.
Certamente Hamas non è il nostro campo. E' un'organizzazione con posizioni e illusioni che possono portare alla sconfitta dell'operazione 7 ottobre. Ma Marx direbbe: non è la rivoluzione che ha perso ma le idee e i progetti illusori, l'illusione di reggere solo con l'appoggio del mondo arabo. Senza le masse, senza la guerra di popolo non è possibile vincere.
Il popolo in armi farebbe una grande esperienza, non di quanto è criminale Israele, ma di quanto il popolo è forte nella capacità di difendersi e attaccare. Se l'esercito israeliano va negli ospedali, l'organizzazione della resistenza deve dare le pistole ai malati... A una madre piangente, i soldati sparano, a una madre col fucile in mano hanno paura di essere sparati...
In uno scenario di guerra di popolo, le cose non vanno affatto come stanno andando. Non certo nelle dimensioni del massacro, delle distruzioni di quelle bestie, questi sì, animali con veste umana, che sono i soldati israeliani, ma nella forza della resistenza. Perché la guerra di popolo è un'arma invincibile. Il popolo palestinese lo deve comprendere da solo.
C'è stato un tempo in cui i palestinesi hanno pensato alla loro guerra come guerra di popolo, alla nuova democrazia legata al socialismo. Questa stagione è stata soffocata all'interno con il passaggio di campo della direzione dell'Olp, di Arafat. Poi vi è stata l'ascesa dell'integralismo islamico, che non si è affermato per la religione, la religione è il cemento, ma Hamas è stata ed è organizzazione della vita quotidiana, del radicamento con il popolo, quel popolo abbandonato per avventure di carattere terrorista, di forze certo coraggiose ma che si volevano sostituire al popolo, partivano dalla sfiducia nel popolo, e pensavano di combattere Israele e l'imperialismo con colpi che certo mettevano in crisi provvisoriamente il mega circo dell'imperialismo, ma non vincevano.
Noi comunisti mlm abbiamo di che fare, sia in termini di proposte, di idee. Noi siamo lì. Noi siamo marxisti-leninisti-maoisti che stanno col popolo e muoiono col popolo.
Noi dobbiamo fare la parte nostra. La Palestina è una scintilla che si accende in un panorama finora abbastanza fermo; una scintilla che può trasformarsi anche in un incendio.
Come hanno detto i compagni indiani nel loro appello per la settimana di mobilitazione, il movimento comunista internazionale, primo, deve fare propaganda, agitazione simultaneamente in tutto il mondo. Secondo, l'appello difende Hamas, la resistenza palestinese e quindi si posiziona correttamente rispetto a tutta la vulgata opportunista, falso comunista. Hamas è il popolo palestinese. Se l'imperialismo avesse permesso le elezioni in Cisgiordania avrebbe stravinto Hamas e non perché terrorizza il popolo, perché lo costringe o perché è integralista, ma perché gode del consenso generale, perché è l'unica organizzazione che ha la bandiera del rifiuto degli accordi di Oslo. Terzo, il messaggio dei compagni indiani si rivolge a tutto il mondo e la parola d'ordine che ha lanciato è rompere i divieti, rompere i divieti di manifestare.
Un appello con parole d'ordine da attuare ora; i comunisti non fanno i palestinesi più dei palestinesi, la linea dei comunisti non è "estremista", è una linea marxista, leninista, maoista, onesta, seria, di combattimento.
Da parte nostra non si tratta di arrivare al sabato, ma fare il nostro per far partecipare le persone, i proletari, dobbiamo organizzare iniziative perchè vengano e prendano posizione.
In alcune città si stanno portando avanti altre iniziative, oltre le manifestazioni, come la campagna del boicottaggio, E' una campagna politica, mette in luce i legami che ci sono tra Italia e Israele, può offrire forme di agitazione e propaganda differenziate, ma non può colpire Israele. Non può influenzare questo governo, la rottura delle reazioni diplomatiche, influenzare la sospensione dei rapporti economici; non ci sono le condizioni materiali.
Il nostro problema è la lotta contro il governo Meloni. Sostituire la lotta contro il governo con il boicottaggio è una illusione. E' sostituire una campagna di agitazione propaganda a una lotta vera.
In questo paese c'è un governo che non ha votato le mozioni sul cessate il fuoco.
La Palestina richiede l'intensificazione della lotta contro il nostro governo.
Serve dire parole d'ordini giuste collegate ad una pratica di lungo periodo, sistematica che ci permetta di avanzare.
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