C'è lo sciopero dei metalmeccanici, il 7 lo si fa nelle Regioni del nord e il 10 lo si fa nelle regioni del sud, compreso il Lazio. Succede qualcosa? No, non succede niente. Milioni di lavoratori colpiti nei salari, nelle condizioni di lavoro, nella sicurezza, nel posto di lavoro, nei diritti, non producono nulla di movimento reale e i sindacati confederali sono i compagni di strada dei governi, con un falso movimento, un falso sciopero.
Una sorta di “sciopero filone degli studenti”, il non-sciopero. E questo lo fanno sindacalisti che sui giornali strillano, denunciano, dicono che ai Tavoli vanno a fare i fenomeni, ma poi, in realtà, sono il falso movimento, mosche nel bicchiere che girano a vuoto, con vertenze che si incancreniscono, lavoratori dell'appalto lasciati a casa in eterna cassa integrazione, una cassa integrazione che riduce i loro salari al di sotto del reddito di cittadinanza.
E questo sciopero dovrebbe incidere sulle politiche industriali, sulla transizione ecologica? Ma
“sparategli” a chi parla così! “Colpiscine uno per educarne cento” è una frase che non tramonta mai, anche se oggi sarebbe anche sufficiente una fortissima contestazione in fabbrica, scioperi para spontanei come quello di Pomigliano per cominciare a cambiare le cose - massimo sostegno ai lavoratori coraggiosi della ex GKN saliti sulle torri, ai lavoratori in Sardegna che stanno inventando tutte le forme di lotta, e a tutti i lavoratori, lavoratrici che stanno lottando - ma su questo non c'è nulla, c'è lo sciopero-burletta, lo sciopero “unitario” - ma unitario con chi? La Fim Cisl è un sindacato legato al governo Meloni che fra poco si unificherà con l’Ugl, la Confsal; i sindacalisti della CISL non dovrebbero avere diritto di parola nelle fabbriche, e noi faremo di tutto perché ogni loro presenza venga contestata, in assemblea ma anche per strada, perché ci sono stati tempi in cui i sindacalisti venivano presi per strada o contestati con i bulloni. Che tornino i bulloni! andiamo a prenderli per strada, cacciamoli dalle assemblee!Ora sono parole, ma ci sono parole che sono come pietre. Ecco, le parole come pietre è la parola d'ordine della fase in cui non ci possiamo permettere; non avendo quel radicamento sociale e organizzativo tra le masse proletarie per trasformare ogni parola che diciamo in manifestazioni, in scioperi, in contestazioni, anche se là dove ci sono sindacalisti rossi o simil rossi, scioperi e contestazioni ci sono.
Quindi scioperi ma veri, lotte ma vere: sono quelli che possono animare l'autunno.
Noi non pensiamo che ci sarà l'autunno caldo, ogni anno annunciare questi autunni caldi che poi sono freddi e di caldo c'è solo il riscaldamento globale, ha rotto, meglio meno ma meglio ma quel meno secondo un piano che parte dal piccolo e va al grande, parte dallo sciopero di reparto e arriva all'assedio ai parlamenti, all'occupazione delle fabbriche, all'azione diretta verso i padroni assassini in caso di morte sul lavoro.
Nessun commento:
Posta un commento