Oggi è il 5 dicembre, “giorno in cui scatta l’embargo sul
petrolio russo che decreterebbe di fatto il fermo delle raffinerie controllate
indirettamente dal colosso russo Lukoil.” E alla fine, il governo Meloni,
pressato da tutte le parti, ma soprattutto dai padroni che avrebbero perso una
fonte di approvvigionamento importante per le loro industrie, una soluzione
temporanea per le raffinerie di Priolo l’ha trovata, commissariando l’Isab con un
decreto legge che dichiara il sito di “interesse nazionale nei settori
produttivi strategici” e ne stabilisce una “amministrazione fiduciaria”, di
fatto, come dicono loro stessi, copiando l’esperienza della Germania che ha
fatto la stessa cosa con la russa Rosneft.
“Non è una nazionalizzazione ma una gestione temporanea dello Stato” ci tiene a precisare il Sole24ore del 2 dicembre, e cioè per “il tempo necessario a individuare un compratore (si continua a parlare del fondo Usa Crossbridge Energy). Al massimo due anni, dice il decreto.”
È questa la “nazionalizzazione” che piace tanto ai padroni, quella temporanea e che serve a risanare
prima e riconsegnare poi, le aziende: e il governo nella sostanza ha fatto un po’ di salti mortali pur di permettere il mantenimento del controllo privato della multinazionale (dopo averla “salvata” appunto) e infatti Bonomi, l’attuale capo di Confindustria, si è detto soddisfatto: “Finalmente il governo ci ha messo mano dichiarando quel sito di interesse nazionale, in un settore produttivo strategico.”Ma il fondo di cui si parla per l’eventuale vendita, così
come i “fondi” in generale, visto che si tratta di multinazionali finanziarie
alla ricerca di profitti sempre maggiori, in questo caso targati Stati Uniti (come
quello Melrose proprietario della Gkn) non sono affatto una garanzia per i
lavoratori, anzi!
Per gli operai, quindi, questa rimane una partita aperta… c’è il tempo per attrezzarsi per rispondere ai prossimi attacchi che i padroni delle multinazionali e i loro governi preparano sempre.
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stralci dell'articolo del Sole24ore
Lukoil, come funzionerà il commissariamento della raffineria
di Priolo
Approvato il decreto legge che dispone l’amministrazione fiduciaria delle raffinerie siciliane. Cosa comporta?
2 dicembre 2022
Priolo, vertice al Mimit per salvare le raffinerie
I punti chiave
Arriva il commissariamento per la Isab di Priolo che rischia
la chiusura per l’embargo del petrolio russo. Il decreto legge che dispone
l’amministrazione fiduciaria delle raffinerie siciliane che fanno capo
indirettamente alla russa Lukoil è stato approvato giovedì 1 dicembre dal
consiglio dei ministri con il titolo «misure urgenti a tutela dell’interesse
nazionale nei settori produttivi strategici». Non è una nazionalizzazione ma
una gestione temporanea dello Stato, mutuata da una legge tedesca, che dovrebbe
durare il tempo necessario a individuare un compratore (si continua a parlare
del fondo Usa Crossbridge Energy). Al massimo due anni, dice il decreto.
Obiettivo: garantire la sicurezza degli approvvigionamenti
Tornando a Priolo, il Dl sembra riprendere nelle linee principali un emendamento del senatore siciliano Antonio Nicita (Pd) al Dl Aiuti quater. L’articolo 1 del Dl cita nelle premesse l’emergenza energia e prevede che le imprese che gestiscono impianti strategici di raffinazione debbano in ogni modo garantire la sicurezza degli approvvigionamenti. Fino al 30 giugno 2023, se ci sono rischi di continuità produttiva che impattano sulla sicurezza nazionale, «conseguenti a sanzioni imposte nell’ambito dei rapporti internazionali tra Stati» (riferimento alla Russia), l’impresa deve informare il ministero delle Imprese e del made in Italy (Mimit) e può richiedere l’«amministrazione temporanea», che può essere disposta però anche d’ufficio. Questa forma particolare di amministrazione straordinaria può durare al massimo 1 anno, prorogabile per non più di ulteriori 12 mesi. …
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