venerdì 15 luglio 2022

pc 15 luglio - 450 licenziamenti alla fabbrica grandi motori Wärtsilä: operai in sciopero

 

Oltre ai 450 licenziamenti sono in bilico altri 400 operai dell’indotto.

Le cosiddette delocalizzazioni, come si vede, non finiscono mai e anche in questo caso c’erano state promesse che questo non sarebbe successo alla Wärtsilä.

La multinazionale, di fatto senza nessun reale preavviso dice, invece, espressamente in una nota che “prevede di ridurre la produzione a Trieste, in Italia, e di centralizzare la produzione di motori a 4 tempi in Finlandia, a Vaasa … dobbiamo centralizzare i nostri asset produttivi in Europa per migliorare ulteriormente la nostra competitività.”

La “strategia” dell’azienda è chiara: “L'Italia e Trieste rimarranno importanti per Wärtsilä. In futuro, il sito di Bagnoli della Rosandra si concentrerà su Ricerca&Sviluppo, vendita, project management,

sourcing, assistenza e formazione, attività che vedono già oggi impegnati la maggior parte dei nostri dipendenti a Trieste.”

Ma siccome sono “… consapevoli dell'impatto che questa decisione avrà sulle persone e sulle loro famiglie … ci impegniamo fin da subito a collaborare con le organizzazioni sindacali e le Istituzioni per individuare tutte le possibili soluzioni per supportare le nostre persone”.

Insomma, per “tenere buoni” governo, sindacati confederali, e avere subito gli “ammortizzatori” necessari, aggiungono che “… per lo stabilimento triestino, il Gruppo sta valutando la possibilità di futuri investimenti legati allo sviluppo di tecnologie per carburanti sostenibili”.

L’azienda, si capisce, non può farsi sfuggire la possibilità di sfruttare gli incentivi per la “transizione energetica” che il governo metterà a disposizione nei prossimi mesi.

I padroni della Wärtsilä si rivolgono pure ai clienti e ai fornitori italiani: “Le modifiche organizzative previste non avranno alcun impatto sul portafoglio motori di Wärtsilä e i servizi e l’attenzione alle esigenze dei clienti rimarranno intatti. Inoltre, per garantire il mantenimento della competitività, la supply chain rimarrà in gran parte immutata, compresi i nostri fornitori italiani”, conclude la nota.

Gli operai - mentre arrivano le inutili prese di posizione dei sindacati confederali che minacciano sfracelli perché il licenziamento è stato “comunicato con una modalità inqualificabile, ovvero un collegamento in videoconferenza di pochi minuti” [si sa che i sindacati  confederali preferiscono i metodi di licenziamento un po’ più gentili!, ndr] - subito dopo l’annuncio hanno dato inizio alla lotta con uno sciopero e un presidio davanti ai cancelli e si preparano a resistere con i turni per reggere la protesta per 90 giorni: i tempi previsti per la discussione della procedura. (il Manifesto)

I padroni capitalisti/imperialisti continuano a fare il loro mestiere: organizzare e riorganizzare costantemente la produzione per uno sfruttamento sempre più efficace e scientifico degli operai, rimangiarsi promesse e accordi firmati, smantellare e portarsi via intere fabbriche…

Operaie e operai hanno tutta l’urgenza di lottare e unire le vertenze contro le delocalizzazioni e i licenziamenti che vanno dalla Gkn alla Tessitura di Mottola, dalla Caterpillar alla Maier Cromoplast di Verdellino e adesso alla Wärtsilä…

Nessun commento:

Posta un commento