Qualche settimana fa è stato fatto l’ennesimo tentativo da
parte del Polo della Meccatronica, presieduto da Antonello Mineo, di presentare
progetti accettabili per l’insediamento nell’area dell’ex stabilimento della
Fiat e avviare la sua reindustrializzazione.
“I progetti sono stati inseriti in uno studio di
fattibilità” dice il Sole24Ore, “presentato da una cordata industriale
formata da due multinazionali (una dell’alluminio con sede in Ucraina e
l’altra della meccanica di precisione) e da aziende italiane leader nella componentistica
per l’automotive, nella mobilità sostenibile, nella robotica e nella produzione
di impianti fotovoltaici di ultima generazione.”
Gli operai dell’ex Fiat, ex Blutec, ancora in cassa integrazione, sono considerati un ostacolo alla riconversione per cui Mineo mette le mani avanti: “Gli investitori – spiega Mineo – hanno dato la propria disponibilità ad assorbire gli ex lavoratori Blutec e quelli dell’indotto.” Ma è chiaro che se
la cosa andasse in porto gli operai devono anch’essi essere riconvertiti. E anche su questo c’è la rassicurazione: “Per l’eventuale reskilling [così, in inglese, chiamano la nuova formazione degli operai] è previsto un piano affidato a Gi Group”.A detta di tutti ci sono, quindi, le condizioni ottimali: ci
sono gli investitori, c’è la ZES - Zona Economica Speciale -, c’è il porto
rimesso a nuovo, e c’è la Regione: “Di particolare importanza” dice infatti il
quotidiano dei padroni “è la firma dell’Accordo di programma: la
Regione siciliana, per mano dell’assessore alle Attività produttive Mimmo
Turano, ha sin qui fatto la propria parte appostando 90 milioni: il Mise
ha previsto 35 milioni invece dei 150 milioni stanziati precedentemente.”
E visto che gli operai dell’ex Fiat, ex Blutec potevano
appunto scoraggiare gli investimenti: “La regione siciliana ha anche approvato una
norma in Finanziaria che stanzia 30 milioni per consentire la
fuoriuscita dal bacino della cassa integrazione di una buona parte degli
oltre 600 operai ex Fiat e poi ex Blutec.”
Due sono le proposte considerate più interessanti: la
prima è quella di un impianto di alluminio 100% green della ucraina “Shapran
Group” Llc e “BrovaryAluminium Plant” Llc. “L’ideatore del progetto, Sergei
Shapran, ha studiato il mercato europeo dell’alluminio con il progetto di
costruire un impianto di alluminio in Italia con un’area totale di 60.000 mq.
Potrebbe trattarsi del primo impianto in Europa a funzionare solo con energia
green e potrebbe nascere proprio in Sicilia, a Termini Imerese. La capacità
prevista dell’impianto potrebbe essere di 24.000 tonnellate all’anno.”
La seconda proposta è quella del “Gruppo Motion
Italia Spa, che opera nel settore dei meccanismi per poltrone e divani, in
particolare nella produzione e distribuzione di profili meccanici (meccanismi
per seduta e poggiatesta), motori (motori e sistemi di massaggio) e altre componenti che vengono montate
su motori e meccaniche. Il gruppo è pronto a investire 34 milioni e a creare
290 posti di lavoro … il business plan è stato sviluppato prevedendo di entrare
in possesso dell’area entro il mese di luglio 2022, partendo con parte della
produzione il 1° gennaio 2023. Nello specifico si prevede che nel nuovo sito si
facciano delle produzioni esclusivamente meccaniche, mentre la parte elettronica
continuerà ad essere prodotta in Cina. L’idea è di iniziare da subito a
produrre nel capannone di Termini Imerese la fase finale della produzione. Con la
conclusione della costruzione del nuovo capannone entro la primavera 2023, si
potranno posizionare le macchine per la stampa dei prodotti e per la produzione
dei tubi: questa parte della produzione partirà a ottobre 2023.”
E poi ci sarebbero un paio di altri progetti: quello della Comal
che “sta valutando la possibilità di avviare una linea di assemblaggio di
pannelli fotovoltaici ad alto rendimento.” E quello della “Raybotic, gruppo
dell’Orto Spa, Energica Motor Company Spa e Reinova” che “hanno previsto un
investimento da 10 milioni di euro e la creazione di 30 posti per la
realizzazione di uno scooter ‘auto sanificante’”.
Infine, per quanto riguarda gli operai che dovessero essere
riassorbiti, c’è appunto “La Gi Group Spa, la più grande multinazionale del
lavoro in Italia e partner del Distretto Meccatronica Sicilia” che “si
occuperà invece del progetto di riqualificazione dello stabilimento ex Fiat. Si
prevede un ‘restyling’ del personale, con un piano per la formazione per
le figure da assumere.”
Cosa manca dunque? Il “bando”, dicono i commissari. Cioè
quella che potremmo definire la parte burocratica: “Manca il bando per
la manifestazione di interesse al quale le aziende potranno partecipare e che
deve essere emanato dal Ministero dello sviluppo economico su input dei
commissari” dice il GdS del 24 giugno: «Stiamo lavorando costantemente con
la Regione e con i sindacati con cui abbiamo un costante scambio di
informazioni», ha spiegato Giuseppe Glorioso, uno dei commissari, «sono
fiducioso su questo aspetto perché ritengo che si stanno incastrando una serie
di elementi che stanno rendendo l’area appetibile per gli investitori». Certo
che diventa appetibile! Oltre 100 milioni a disposizione, la possibilità di non
pagare le tasse, problema risolto con infrastrutture e operai!
Ma, a quanto pare, gli stessi commissari “fiduciosi” hanno
anche tanti dubbi, vista l’esperienza di gruppi che prendono i soldi pubblici e
scappano: «Speriamo che i progetti possano rispondere al bando che siamo
pronti ad attivare non appena vedremo qualche aspetto più concreto», ha
aggiunto il collega Fabrizio Grasso, «l’incontro è positivo ma ci sono una
serie di attività da formalizzare sotto il controllo di tribunale e ministero
dello sviluppo … Tutto partirà da un nostro bando e noi siamo
disponibili in tempi rapidissimi a richiedere una nuova autorizzazione al
Ministero perché venga espletata una nuova procedura».
Per quanto riguarda la “ricerca degli investitori”, la “cessione
degli stabilimenti” ad un prezzo più o meno concordato, l’intervento del
Ministero e degli enti locali, i problemi legati agli operai in cassa
integrazione spesso da anni o da licenziare… la “vertenza” ex Fiat, ex Blutec
di Termini Imerese ha tanti aspetti in comune con tante altre nel nostro paese,
dalla Gkn di Firenze, allo stabilimento Tessitura di Mottola per citarne solo alcune.
È questo insieme di condizioni che mette oggettivamente in comune la necessità
della lotta delle centinaia di operaie e operai coinvolti.
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