mercoledì 13 luglio 2022

pc 13 luglio - I padroni della Confindustria italiana e di quella francese si uniscono per rilanciare la cooperazione economica ed essere più forti nello scontro globale… e contro i proletari

Anche nell’attuale “caos” economico e politico mondiale, i rappresentanti dei padroni francesi e italiani (rispettivamente Medef-Confindustria) si sono incontrati ieri per la prima volta dopo la firma, novembre 2021, del “Trattato del Quirinale per una Cooperazione bilaterale rafforzata” con l’obbiettivo di «… far vivere questo trattato bilaterale, svilupparlo sul piano economico nell’attuale contesto europeo». (v. A&F 11/7)

Carlo Bonomi per i padroni italiani e Geoffroy Roux de Bézieux, per quelli francesi, insieme ad un “parterre di ministri e ceo di grandi gruppi come Dassault, Avio, Crédit Agricole, A2A” si incontrano per affrontare i problemi posti da un “mercato globale sempre più competitivo” per cui

“C’è tanto da discutere, da cantieri strategici come idrogeno, batterie elettriche, spazio, al sostegno europeo di fronte alla crisi provocata dalla guerra in Ucraina, ad alleanze industriali promettenti…”

Proprio per questo, Bernard Spitz co-presidente della Commission Europe e International del Medef, insiste sulle “complementarità” che “già funzionano bene tra la Francia e l’Italia in molti settori”, «Ci sono tante nuove sfide da raccogliere – prosegue – in particolare nell’energia [che Bonomi vuole nucleare, ndr], nella Difesa, nel finanziamento della transizione energetica e digitale».

Tra le sessioni previste ci sono appunto: “‘La transizione energetica e gli shock geopolitici’, ‘Il finanziamento della transizione verde e digitale’, ‘Difesa, sicurezza e spazio: sinergie franco-italiane’”.

Su tutto questo non solo “hanno invitato i loro governi e legislatori europei a creare un ambiente [favorevole !, ndr] che protegga la loro competitività e faciliti la loro cooperazione” ma chiedono anche “un ripensamento del mix energetico e un ampliamento della tassonomia a tutte le energie decarbonizzate” allontanando di fatto quanto più possibile nel tempo la “transizione ecologica”, ma soprattutto “evidenziano lo sforzo pedagogico [proprio così, ndr] da compiere in prospettiva di decisioni impopolari che saranno prese dai governi entro il prossimo inverno.”

Come si vede i padroni “Nonostante il contesto politico complicato, con Emmanuel Macron che non ha una maggioranza assoluta in Parlamento e le elezioni italiane dell’anno prossimo” non si lasciano impressionare dagli eventi, anzi, forti di governi al loro completo servizio, che finanziano qualsiasi “transizione” e li accompagnano nell’“economia di guerra”, vedono questi eventi come occasioni per rilanciare la cooperazione tra padroni per rafforzarsi nello scontro globale fatto di crisi/guerra.

«L’asse franco-italiano può diventare una vera potenza nella trasformazione dell’Europa», conclude Spitz” (una frase che somiglia troppo a quelle del fascismo) e che si era già speso in passato per un accordo anche con i padroni della confindustria tedesca (Bdi) «Formando così un triangolo in cui però ogni lato deve funzionare».

Le richieste pressanti dei padroni europei ai loro governi si trasformeranno in “riforme”, leggi, tese ad accompagnare la gigantesca ristrutturazione industriale, innanzi tutto, nella concorrenza mondiale che su questa base non può che acutizzarsi ancora di più, così come si acutizzano tutte le altre contraddizioni già in atto.

Allo stesso tempo, ogni passo che si concretizza nel rafforzamento della cooperazione tra padroni imperialisti non può che scaricarsi sul proletariato e le masse popolari, le quali sono obbligate a rispondere alle loro “decisioni impopolari”, che comprendono la guerra, con una propria unione internazionale e una lotta dura e determinata.

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