domenica 12 giugno 2022

pc 12 giugno - Perchè è necessaria e legittima la lotta per aumenti salariali

La lotta per il salario è sempre più necessaria, essa può essere la scintilla che può incendiare le fabbriche e produrre un salto nella lotta degli operai, il settore centrale e determinante dell'insieme dei lavoratori.

Occorre liberarsi dei pesanti freni del sindacalismo confederale - che da un lato dice esplicitamente, la Cisl nazionale, che bisogna abbandonare la lotta, gli scioperi per assumere solo e soltanto la linea del confronto/dialogo con padroni e governo; dall'altro, vedi Landini, alza la voce sulla pesante condizione operaia, ma propone interventi su altri campi, e non fa neanche della lotta contrattuale un terreno per strappare reali aumenti salariali; come di ogni idea arretrata, rassegnata, opportunista che non vede o nasconde l'importanza della lotta per il salario che aggredisce un nucleo centrale dell'economia capitalistica.

Nelle fabbriche - vedi soprattutto le grandi, es. Stellantis. - il capitale aumenta la produzione, aumenta soprattutto la produttività, aumenta lo sfruttamento con incremento dei carichi del lavoro e un'organizzazione del lavoro ottocentesca, aumenta quindi il tempo di lavoro gratis degli operai

diminuendo proporzionalmente il tempo di lavoro necessario in cui l'operaio ricostruisce il proprio salario. Il salario quindi viene ridotto; d'altra parte aumentando i prezzi dei beni necessari per ricostruire la forza-lavoro, quel salario non è in grado di garantire il livello di vita precedente, sia pur anch'esso arrancante.

Gli operai, opponendosi con la lotta per aumenti salariali corrispondenti alla maggiore intensità del lavoro, alla sproporzione tra entità del salario e aumento del costo della vita, non fanno niente altro che opporsi - come scriveva Marx - "alla svalutazione del loro lavoro e alla degenerazione della loro razza".

La lotta per aumenti salariali è di fatto una lotta di recupero di un salario che il capitale con i suoi interventi ha già abbassato. Quindi se il l'operaio non facesse questa lotta non solo non avrebbe un aumento del salario ma vedrebbe il suo salario ulteriormente diminuito.

Quanto salario può essere ancora abbassato. Il minimo - dice sempre Marx - dipende dal limite fisico dell'operaio che a un certo punto deve fermarsi per ricostituire le proprie forze. Dunque non può andare sotto questo limite minimo ma si può avvicinare di molto a questo limite, mentre il profitto non ha un limite massimo ma tende sempre ad aumentare.

(Dalla Formazione operaia sul testo di Marx "Salario prezzo e profitto") - Il salario è il pagamento che il capitalista fa all'operaio perché l'operaio possa comprare quei beni necessari per ripresentarsi il giorno dopo a lavorare. Ma solo una parte del tempo di lavoro di una giornata compensa il salario pagato dal capitalista per la forza lavoro dell’operaio, il resto della giornata è lavoro gratis per il capitalista!

Nel valore di una merce è incorporato il valore del lavoro fatto dagli operai. Il valore di una merce è determinato dalla quantità totale di lavoro che essa contiene. Ma una parte del lavoro contenuto nella merce è lavoro pagato, un'altra parte è lavoro non pagato. Se, poniamo, il prezzo di una merce è 100, di questo 100 metà, 50, è per pagare il salario dell'operaio e 50 è il profitto del capitalista; se per esempio l'operaio con la sua lotta riesce a ottenere 60, il profitto è 40. Cioè l’aumento del salario non incide sui prezzi delle merci ma incide sul saggio di profitto, sulla quantità di profitti.

Chiaramente poi il capitalista ha una serie di mezzi con cui riprendersi quell’aumento, o con l’aumento della giornata lavorativa o con l’aumento dell’intensità del lavoro, o una combinazione di tutte e due questi aspetti. Ma questo, ripete Marx, è indipendente dalle oscillazioni dei prezzi. 

Quindi, salari e prezzi sono indipendenti e quindi è giustissimo fare la lotta per gli aumenti salariali, perché in un certo senso è la lotta principale di classe tra il capitale che vuole sempre aumentare l'uso della forza lavoro diminuendo il pagamento all'operaio e l’operaio che vuole non farsi abbassare il salario. 

Chi vuole togliere agli operai il terreno della lotta per aumenti salariali, per riprendersi quanto è già stato attaccato, ridotto, di fatto vuole la permanenza del lavoro salariato, la permanenza di questo sistema. Senza questa lotta è come se gli operai non hanno la base per una lotta più generale.

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