La lettera mette a sistema un puzzle articolato di iniziative già avviate e lo rilancia affermando un elevato livello di ambizione. La Permanent Structured Cooperation (Pesco) è definito “il” framework chiave per la cooperazione europea nella difesa, i cui progetti devono portare risultati nei prossimi quattro anni pena la loro chiusura, e devono beneficiare del sostegno economico del European Defence Fund (Edf) quando ne rispettino i criteri.
I quattro ministri spingono anche per l’adozione della proposta della presidenza di turno finlandese sulla partecipazione degli stati terzi alla Pesco, giudicata un compromesso equilibrato. Definire le regole del gioco per i Paesi non Ue è particolarmente importante oggi per tenere agganciato in qualche modo il Regno Unito all’Europa della difesa nella nuova situazione post-Brexit.
Sovranità industriale, tecnologica e digitale
Quanto a
politica industriale della difesa, si afferma l’obiettivo come Europa
di una “sovranità industriale, tecnologica e digitale”, che passa per il
controllo da parte dei Paesi europei di determinate tecnologie e
capacità produttive, per la riduzione della dipendenza da fornitori
extra-UE, un filtro agli investimenti stranieri, il sostegno alla
ricerca tecnologica più dirompente.In altre parole, occorre connettere meglio le politiche economiche con gli interessi di sicurezza. In questo quadro, l’Edf è fondamentale per il sostegno alla ricerca tecnologica nella difesa, e deve quindi avere un bilancio “ambizioso” ed una attuazione rapida.
Più autonomia per le missioni Ue
Pesco ed Edf dovrebbero essere i due lati di una stessa medaglia: la costruzione di maggiori e migliori capacità militari europee.
Capacità che per essere utilizzate adeguatamente e autonomamente
necessitano un rafforzamento della struttura di comando e controllo Ue,
comprese maggiori responsabilità dell’Eu military staff su tutto il “continuum operazioni-dottrina-sviluppo capacitivo”.L’obiettivo è far condurre alle strutture Ue tutte le missioni militari all’estero dell’Unione, attraverso la military planning and conduct capability. Di fatto c’è il mandato politico per la piena realizzazione del quartier generale Ue, da tempo voluto dalla Francia come tassello dell’autonomia strategica dell’Unione e reso possibile dalla Brexit. Si tratta di un elemento non da poco per Paesi come l’Italia che vedono nelle missioni all’estero uno strumento importante nel quadro di un approccio complessivo alla stabilizzazione della regione del Mediterraneo.|
Communiqué_Lettre des ministres de la défense française, allemande, espagnole et italien, le 29 mai 2020
Florence Parly, Annegret Kramp-Karrenbauer, Margarita
Robles Fernández et Lorenzo Guerini ont co-signé ce jour une lettre à
leurs homologues des 23 autres États membres de l’UE, ainsi qu’au Haut
Représentant pour les affaires étrangères et la politique de sécurité,
Josep Borrell.
Dans les circonstances, sans précédent, de la
pandémie de COVID-19, les quatre ministres ont souhaité réaffirmer leur
engagement en faveur d’une coopération européenne renforcée en matière
de sécurité et de défense, et partager leurs réflexions communes pour
aller vers une Europe plus solidaire, résiliente et souveraine.
Par ce courrier, les ministres proposent sept axes prioritaires d’action, pour les mois à venir :
1 - accroître la solidarité et la résilience de l’UE et des États membres face aux crises ;
2 - consolider la coopération structurée permanente ;3 - affermir la base industrielle et technologique de défense européenne et réduire nos dépendances dans les secteurs critiques ; 4 - progresser vers une analyse partagée des menaces ; 5 - renforcer l’engagement opérationnel extérieur européen ; 6 - améliorer la cohérence des initiatives européennes ; 7 - développer la coopération avec les partenaires.
Les ministres entendent ainsi rappeler toute leur
détermination à progresser vers une « Europe de la défense » à la
hauteur des défis futurs, protégeant ses citoyens et contribuant
pleinement à la relance économique européenne.
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