Riceviamo e pubblichiamo:
Quando si accettano terreno e strumentazione democratici, come quelli democratici-costituzionali ed elettorali, si legittima automaticamente il loro intimo funzionamento truffaldino.
Da una parte si proclama la repubblica fondata sull'antifascismo, dall'altra si “sdoganano” i fascisti fin dal 1946 permettendogli di esistere come il “disciolto” partito fascista, di avere sedi, soldi pubblici, e di partecipare (talvolta con discreti risultati numerici) alle tornate elettorali.
Quando i fascisti, prima e dopo la stagione dei movimenti degli anni '70, sempre al soldo dei padroni, sfilano il doppio petto e tirano fuori l'orbace o qualche
bomba, o attentano alla vita di militanti rivoluzionari, l'”antifascismo” istituzionale si strappa i capelli in difesa della “democrazia”, la stessa che li ha sempre usati.
E' chiaro che fascismo e democrazia, in Italia e non solo, sono due facce, due strumenti, due opzioni della dittatura capitalistica, ad uso e consumo del potere nei diversi tornati storico-politici.
E' chiaro che o si critica l'intero impianto ingannevole della democrazia, o si è anticapitalisti, o si rifiutano forme e metodi della “dialettica parlamentare”, o si gira a vuoto, o peggio, si ciurla nel manico.
Non si capisce perché gruppi nazi-fascisti, evidentemente non sottoposti ad alcun provvedimento di scioglimento (nonostante il “duro” Minniti), quindi legali, non dovrebbero partecipare alla “vita civile”, avendo gli stessi diritti degli altri partecipanti, la stessa dignità, lo stesso spazio nei media e nella competizione elettorale.
Chi partecipa alle elezioni lo sa, e se si “oppone” a questi gruppi, fa anche la figura dell'antidemocratico, o fa solo la “parte”.
Solo astenendosi si contrasta un sistema inquinato profondamente da queste infezioni nere, togliendogli la terra sotto i piedi, e l'acqua nella quale nuotano.
E' solo l'opposizione militante, di strada, solo la lotta di classe del movimento operaio che può sbarrare il passo al razzismo neofascista.
Un' opposizione che non sale su alcun carrozzone istituzionale, incardinata ad un progetto strategico anticapitalista che raderà al suolo un mondo che produce ed utilizza xenofobie, razzismi, sessismi, fascismi.
Un'opposizione che al di la dei desideri, oggi non esiste, o è ridotta a testimonianza.
Un'opposizione da ricostruire.
Pino
Quando si accettano terreno e strumentazione democratici, come quelli democratici-costituzionali ed elettorali, si legittima automaticamente il loro intimo funzionamento truffaldino.
Da una parte si proclama la repubblica fondata sull'antifascismo, dall'altra si “sdoganano” i fascisti fin dal 1946 permettendogli di esistere come il “disciolto” partito fascista, di avere sedi, soldi pubblici, e di partecipare (talvolta con discreti risultati numerici) alle tornate elettorali.
Quando i fascisti, prima e dopo la stagione dei movimenti degli anni '70, sempre al soldo dei padroni, sfilano il doppio petto e tirano fuori l'orbace o qualche
bomba, o attentano alla vita di militanti rivoluzionari, l'”antifascismo” istituzionale si strappa i capelli in difesa della “democrazia”, la stessa che li ha sempre usati.
E' chiaro che fascismo e democrazia, in Italia e non solo, sono due facce, due strumenti, due opzioni della dittatura capitalistica, ad uso e consumo del potere nei diversi tornati storico-politici.
E' chiaro che o si critica l'intero impianto ingannevole della democrazia, o si è anticapitalisti, o si rifiutano forme e metodi della “dialettica parlamentare”, o si gira a vuoto, o peggio, si ciurla nel manico.
Non si capisce perché gruppi nazi-fascisti, evidentemente non sottoposti ad alcun provvedimento di scioglimento (nonostante il “duro” Minniti), quindi legali, non dovrebbero partecipare alla “vita civile”, avendo gli stessi diritti degli altri partecipanti, la stessa dignità, lo stesso spazio nei media e nella competizione elettorale.
Chi partecipa alle elezioni lo sa, e se si “oppone” a questi gruppi, fa anche la figura dell'antidemocratico, o fa solo la “parte”.
Solo astenendosi si contrasta un sistema inquinato profondamente da queste infezioni nere, togliendogli la terra sotto i piedi, e l'acqua nella quale nuotano.
E' solo l'opposizione militante, di strada, solo la lotta di classe del movimento operaio che può sbarrare il passo al razzismo neofascista.
Un' opposizione che non sale su alcun carrozzone istituzionale, incardinata ad un progetto strategico anticapitalista che raderà al suolo un mondo che produce ed utilizza xenofobie, razzismi, sessismi, fascismi.
Un'opposizione che al di la dei desideri, oggi non esiste, o è ridotta a testimonianza.
Un'opposizione da ricostruire.
Pino
Nessun commento:
Posta un commento