sabato 9 dicembre 2017

pc 9 dicembre - Gerusalemme da liberare dallo Stato sionista d'Israele e dall'imperialismo del fascio-imperialista Trump - info da Forum Palestina


“Giornata della rabbia”:
2 Palestinesi uccisi e 767 feriti durante scontri con le forze di occupazione



Venerdì, un palestinese è stato ucciso e altri 767 sono rimasti feriti da proiettili e intossicati da gas lacrimogeni, nella “Giornata della rabbia”, l’ondata di proteste scoppiate in tutta la Palestina a seguito della proclamazione di Gerusalemme come capitale di Israele da parte degli Stati Uniti.
Alcuni feriti sono stati definiti “gravi.

Il portavoce del ministero della Salute di Gaza, Ashraf al-Qidra, ha reso noto che due palestinesi sono stati uccisi e 153 altri sono rimasti feriti, tra cui 3 gravi, negli scontri con le forze di occupazione israeliane in diverse zone della Striscia di Gaza orientale.
53 feriti sono del nord della Striscia, 35 della città di Gaza, 22 del campo profughi di al-Bureij, 37 di Khan Younis, e 6 est di Rafah
Il personale della Mezzaluna Rossa palestinese ha affermato di aver soccorso centinaia tra feriti e asfissiati nella Cisgiordania occupata e a Gerusalemme.
Le proteste fanno seguito all’appello che Hamas e altre fazioni palestinesi hanno rivolto al popolo palestinese affinché manifesti contro l’arbitrario riconoscimento statunitense di Gerusalemme come capitale di Israele.
Il capo di stato maggiore dell’esercito israeliano, Gadi Eizenkot, ha annunciato uno stato di allerta generale in seguito all’escalation di scontri in tutta la Cisgiordania e Striscia di Gaza.
(Fonte: Infopal.it )
Gerusalemme.
Durissimi scontri, decine di feriti


E’ un bilancio destinato a salire quello dei dimostranti palestinesi feriti negli scontri di oggi con reparti militari israeliani in Cisgiordania, a Gerusalemme est e lungo la linea di demarcazione con Gaza. Fonti mediche palestinesi rivelando che finora si ha notizia di 114 palestinesi che hanno necessitato soccorsi medici perché feriti da armi da fuoco, o intossicati da gas lacrimogeni o contusi da proiettili rivestiti di gomma.

Scontri sono stati segnalati a sud di Ramallah, dove i soldati israeliani hanno disperso i palestinesi con gas lacrimogeni e idranti; a Betlemme e nella Striscia di Gaza, dove decine di palestinesi si sono radunati vicino alla barriera con Israele e hanno lanciato sassi contro i soldati. A Gaza tre palestinesi sono rimasti feriti, uno dei quali in modo grave.
Le autorità e le organizzazioni palestinesi hanno proclamato per oggi lo sciopero generale in Cisgiordania, a Gerusalemme est e a Gaza per protesta contro le decisione del presidente Usa Donald Trump su Gerusalemme. Lo riporta l’agenzia Wafa che segnala uffici, negozi e scuole chiusi in molte città palestinesi. Già ieri notte, secondo la stessa fonte, ci sono state manifestazioni spontanee di protesta a Gerusalemme, Ramallah, Betlemme e anche nella Striscia di Gaza.
“Facciamo appello per una nuova Intifada contro l’occupazione e contro il nemico sionista, ed agiamo di conseguenza”: lo ha affermato il leader politico di Hamas, Ismail Haniyeh, in un discorso pronunciato dalla propria abitazione a Gaza e trasmesso dall’emittente di Hamas ‘al-Aqsa tv’, mentre nelle strade della città si notano numerose manifestazioni di protesta contro gli Stati Uniti. “Il riconoscimento di Gerusalemme quale capitale di Israele è una dichiarazione di guerra nei nostri confronti”, ha aggiunto.
Il portavoce militare israeliano riferisce che “In seguito ad un esame della situazione da parte dello Stato maggiore, è stato deciso che un certo numero di battaglioni saranno inviati come rinforzo in Giudea-Samaria (Cisgiordania)”. Le forze armate hanno messo in stato di allerta anche altre unità, ha aggiunto, “per far fronte a possibili sviluppi” legati alle proteste palestinesi per il riconoscimento Usa di Gerusalemme come capitale di Israele.
Due razzi sono stati lanciati da Gaza verso Israele. Nelle zone israeliane attorno alla Striscia poco prima erano risuonate le sirene di allarme e i coloni israeliani sonodovuti correre nei rifugi.
Tra le reazioni più dure nel mondo arabo, si segnala quella del leader di Hezbollah, Seyed Hassan Nasrallah,che ha annunciato questa sera una “immensa manifestazione popolare” che si terra’ lunedi’ nei quartieri meridionali di Beirut, feudo del Partito di Dio filo-iraniano, contro la decisione del presidente americano Donald Trump di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele. Nasrallah, che parlava in un discorso televisivo, ha definito quella di Trump una “aggressione degli Usa” e “una seconda dichiarazione Balfour”, con riferimento a quella con cui il ministro degli Esteri britannico Arthur Balfour nel 1917 dichiaro’ che gli ebrei avevano diritto ad una “casa nazionale” (national home) in Palestina, a quel tempo abitata da una maggioranza musulmana.
( Fonte : Contropiano.org )

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