Alcuni settimane fa uno
scarno trafiletto apparso sul Corriere della Sera dava notizia della
riapertura di un'inchiesta su ciò che realmente accadde in via
Fracchia a Genova il 28 marzo 1980, in cui furono uccisi quattro
compagni delle BR, Riccardo Dura, Lorenzo Betassa, Piero Panciarelli
e Anna Ludmann.
Il fascicolo è aperto per
“omicidio contro ignoti”, in seguito all'esposto presentato da
Luigi Grasso, assistente universitario, arrestato nel '79 per
appartenenza alle BR e poi prosciolto e risarcito.
Luigi ha ottenuto e poi
esaminato i documenti di quel blitz per anni, ed è riuscito a
trovare riscontri per rovesciare la verità ufficiale che lo Stato
borghese e i vari governi ci hanno propinato in tutti questi anni.
Per esempio vi sono contenuti i risultati dell'autopsia di Riccardo
Dura, in cui è scritto che fu ucciso con un solo proiettile nella
regione occipitale sinistra, esploso da 30 cm. E' evidente – scrive
Grasso nell'esposto - che è stata un esecuzione, un colpo alla testa
contro un uomo fatto straiare per terra”. Così come risulta che
gli altri brigatisti sono stati colpiti da molti proiettili. A
nessuno furono fatti vedere a suo tempo i corpi dei compagni uccisi.
Alla madre di Anna Ludmann, in particolare, che insistette, non è
mai stato fatto vedere il corpo della figlia.
Un esposto in realtà
schiacciante, su cui il procuratore Cozzi dice di averlo preso in
considerazione per “atto dovuto” e parla di “valutazione di
eventuali accertamenti”.
Ma la giornalista, autrice
del trafiletto, aggiunge che è possibile che il fascicolo sia presto
archiviato.
Noi e Soccorso rosso
proletario, nel quadro del lavoro di denuncia della
repressione di Stato e della storia di essa, darà continuità a
questo esposto, senza nessuna particolare fiducia, ma per affermare
netto e chiaro che quella dei compagni è stata una esecuzione,
parte di quel terrore di Stato con cui la borghesia ha risposto alla
lotta armata in Italia.
Perchè quella dei
compagni delle BR è stata un'esperienza storica a cui qualsiasi
compagno o organizzazione che voglia fare la rivoluzione in questo
paese è debitore e le cui lezioni, positive e negative, valgono
oggi.
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