venerdì 8 dicembre 2017

pc 8 settembre - Portare a fondo l'inchiesta sulla esecuzione di Stato dei 4 compagni delle BR a Genova

Alcuni settimane fa uno scarno trafiletto apparso sul Corriere della Sera dava notizia della riapertura di un'inchiesta su ciò che realmente accadde in via Fracchia a Genova il 28 marzo 1980, in cui furono uccisi quattro compagni delle BR, Riccardo Dura, Lorenzo Betassa, Piero Panciarelli e Anna Ludmann.

Il fascicolo è aperto per “omicidio contro ignoti”, in seguito all'esposto presentato da Luigi Grasso, assistente universitario, arrestato nel '79 per appartenenza alle BR e poi prosciolto e risarcito.
Luigi ha ottenuto e poi esaminato i documenti di quel blitz per anni, ed è riuscito a trovare riscontri per rovesciare la verità ufficiale che lo Stato borghese e i vari governi ci hanno propinato in tutti questi anni. Per esempio vi sono contenuti i risultati dell'autopsia di Riccardo Dura, in cui è scritto che fu ucciso con un solo proiettile nella regione occipitale sinistra, esploso da 30 cm. E' evidente – scrive Grasso nell'esposto - che è stata un esecuzione, un colpo alla testa contro un uomo fatto straiare per terra”. Così come risulta che gli altri brigatisti sono stati colpiti da molti proiettili. A nessuno furono fatti vedere a suo tempo i corpi dei compagni uccisi. Alla madre di Anna Ludmann, in particolare, che insistette, non è mai stato fatto vedere il corpo della figlia.

Un esposto in realtà schiacciante, su cui il procuratore Cozzi dice di averlo preso in considerazione per “atto dovuto” e parla di “valutazione di eventuali accertamenti”.
Ma la giornalista, autrice del trafiletto, aggiunge che è possibile che il fascicolo sia presto archiviato.

Noi e Soccorso rosso proletario, nel quadro del lavoro di denuncia della repressione di Stato e della storia di essa, darà continuità a questo esposto, senza nessuna particolare fiducia, ma per affermare netto e chiaro che quella dei compagni è stata una esecuzione, parte di quel terrore di Stato con cui la borghesia ha risposto alla lotta armata in Italia.

Perchè quella dei compagni delle BR è stata un'esperienza storica a cui qualsiasi compagno o organizzazione che voglia fare la rivoluzione in questo paese è debitore e le cui lezioni, positive e negative, valgono oggi. 

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