I dieci anni dalla strage
della Thyssen hanno giustamente acceso i riflettori su quella tragica
giornata per la classe operaia del nostro paese.
Tutti noi dobbiamo essere
consapevoli che quelle morti operaie gridano ancora oggi vendetta,
ancor più se si pensa che la tragica catena di morti sul lavoro è
tranquillamente continuata in tutti questi anni fino ad oggi.
Contro i padroni assassini
non ci sono tribunali che tengano. Le morti operaie sono frutto di un
sistema capitalista che sfrutta fino all'osso l'operaio, perchè non
si cura affatto della sua vita perchè il primato è quello del
profitto.
Ricordare la strage della
Thyssen ha senso non attraverso le parole ipocrite di istituzioni,
stampa, ecc. ecc., ma raddoppiando l'impegno per abbattere il sistema
capitalista.
Abbattere il sistema
capitalista richiede però non un'aspirazione generica e un fine da
iscrivere nei progetti e nei programmi delle forze politiche e
sociali che si rifanno al movimento operaio; richiede una battaglia
quotidiana finalizzata alla rivoluzione e alla conquista del potere
politico della classe operaia, e richiede oggi una guerra di classe.
Questa battaglia
quotidiana e questa guerra di classe nel nostro paese ancora non c'è
nelle fabbriche e nei posti di lavoro per responsabilità principale
dei sindacati complici e per i livelli di coscienza e di
organizzazione delle avanguardie operaie.
Servono strumenti per
affrontare questa battaglia, articolazioni del lavoro politico e
sindacale delle forze autenticamente comuniste. Si deve all'azione di
'proletari comunisti' la creazione in questi anni dell'unico
strumento che in determinate fasi è stato in grado di incidere e di
agire su questo terreno, a partire dalla fabbrica della morte Ilva di
Taranto e dalla strage della Thyssen.
Ma 'proletari comunisti'
si è trovato solo come forza politica a sostenere questo e ha potuto
contare solo sullo Slai cobas per il sindacato di classe e poche
altre realtà, come strumenti di proposta e di aggregazione.
Hanno disertato questa battaglia buona parte dei sindacati di base, e un velo pietoso va steso sui centri sociali e su organizzazioni che si autodefiniscono rivoluzionarie.
Hanno disertato questa battaglia buona parte dei sindacati di base, e un velo pietoso va steso sui centri sociali e su organizzazioni che si autodefiniscono rivoluzionarie.
L'anniversario della
strage della Thyssen, insieme alla enorme questione Ilva di Taranto
mette d'avanti che la “pratica” è ancora aperta e che 'proletari
comunisti' è qui a continuare questo lavoro.
Nel valutare, quindi, cosa
è oggi politica, cosa è “ricostruzione del tessuto di classe”,
cosa è “lavoro per la crescita della coscienza di classe e
dell'organizzazione di classe”, o si parte da fatti come questi
oppure si sta parlando d'altro.
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