lunedì 4 dicembre 2017

pc 4 dicembre - SOLIDARIETA' A ROSSELLA - Ma come chiamare un sindaco che impedisce di dare un bicchiere d'acqua ai migranti...?

Scrisse “bastardo” al sindaco Ioculano, «Impedivano di dare acqua ai migranti»


Imperia - Sì, scrissi “bastardo” su Facebook all’indirizzo del sindaco di Ventimiglia, ma fu uno sfogo perché per 12 ore mi era stato impedito di portare anche un solo bicchiere di acqua ai ragazzi sugli scogli, circondati da un cordone di polizia e carabinieri. E comunque quell’epiteto non voleva essere diretto personalmente al sindaco Enrico Ioculano, ma alla situazione che si era creata con lo sgombero forzato.
In sintesi, si è difesa così Rosella Dominici, la no border processata oggi per diffamazione aggravata, su denuncia del sindaco. All’esterno del tribunale di Imperia, durante e prima dell’udienza, è stata manifestata solidarietà da parte del movimento No Border. I fatti risalgono al 30 settembre 2015, quando il primo cittadino fece sgomberare il presidio di no border e migranti che erano da giorni sulla scogliera dei Balzi Rossi a Ventimiglia.
Prima di entrare a palazzo di giustizia, i no border hanno distribuito diversi volantini, uno dei quali mostra l’immagine di due mani a forma di cuore, legate da un paio di manette, con la scritta `dèlit de solidarite´`, reato di solidarieta´. L’udienza si è aperta con l’esame dell’imputata da parte del giudice Daniela Gamba che ha acquisito le immagini video del post sotto accusa. Il processo è stato aggiornato al 9 febbraio 2018, quando sarà sentito Ioculano come parte lesa.
Nei giorni scorsi i solidali intemeli, pur rifiutando l’uso di insulti e tantomeno della violenza, hanno difeso Rosella Dominici, a loro giudizio intervenuta in un momento di particolare tensione emotiva.«Golia contro Davide! Il fatto che ha portato alla denuncia – sottolineano – risale al 30 settembre 2015, quando in occasione dello sgombero del presidio “No borders” dei Balzi Rossi, Rosella scrisse “bastardo” all’indirizzo del sindaco. Quel giorno la violenza dello Stato distrusse un campo autogestito da centinaia di solidali e migranti mettendo fine ad un’esperienza unica che aveva permesso di organizzare un’accoglienza dignitosa per chi, arrivato dall’Africa al confine con la Francia, scappava da fame, guerrà e povertà. I solidali come Rosella avevano messo in atto un dovere civico previsto dalla Costituzione a fronte della totale assenza delle istituzioni».

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