Alessandria, pioggia di denunce per il blitz antisfratti nell'ufficio del sindaco
I giovani della "Rete per la casa" nell'anticamera del sindaco di Alessandria
Accuse di invasione di edificio, danneggiamento aggravato, resistenza a pubblico ufficiale. interruzione di pubblico servizio per 22 giovani vicini alla "Rete sociale per la casa": il 12 settembre avevano fatto irruzione in Comune
La Questura di Alessandria ha denunciato 22 persone, tutte vicine al "Movimento per la casa", che lo scorso 12 settembre avevano fatto irruzione nell'ufficio del sindaco, utiliizando anche alcuni fumogeni. Gli attivisti, dopo aver forzato l'ingresso e acceso alcuni fumogeni, avevano invaso l'anticamera dell'ufficio del sindaco Rita Rossa, danneggiandone la porta. Identificati dalla Digos, dovranno rispondere di una lunga lista di reati contestati: invasione di edificio, danneggiamento aggravato, resistenza a pubblico ufficiale. interruzione di pubblico servizio.
Emergenza casa: senza soluzioni strutturali si va verso il tracollo
La Commissione politiche sociali (poco
partecipata, come hanno sottolineato alcuni operatori) non può far altro che
certificare quanto purtroppo è già palese da tempo: cresce la povertà nell’ex
ceto medio, una buona parte degli alessandrini potrebbe essere risucchiata nel
baratro degli sfratti. Senza politiche efficaci di sistema restano solo le
occupazioni e pericolosissime “soluzioni fai da te”
ALESSANDRIA - Non serviva certo una riunione
della Commissione politiche sociali per lanciare l’ennesimo allarme
sull’emergenza abitativa ormai esplosa in città, ma l’incontro, con
l’audizione dei diversi soggetti coinvolti, dai sindacati di categoria all’ATC,
passando dai diversi componenti dell’osservatorio sulla povertà, è forse
servito, se possibile, per far alzare ulteriormente la preoccupazione. Pochi,
tutto sommato, i consiglieri comunali che hanno preso parte all’incontro, e
questo dato da solo la dice lunga sulla capacità (e forse persino sulla
volontà) della politica di trovare risposte nel breve e nel medio
periodo.
La nostra città vive una situazione peculiare rispetto a quella degli altri centri zona, con 150 occupazioni abusive, forse più. Senza risposte strutturali da parte della politica il rischio è quello che ai cittadini non restino che le “autoassegnazioni” degli appartamenti, con tutti i drammi e le inefficienze che una pratica di questo tipo porta con sé. Mentre piovono denunce di una certa gravità per gli attivisti del movimento per la Casa, “rei” di un blitz a Palazzo Rosso in cerca di risposte e di essersi opposti all’ennesimo sfratto per morosità incolpevole tentato in città, i problemi restano in tutta la loro gravità, e le soluzioni proposte sembrano drammaticamente insufficienti, come hanno ricordato anche i sindacati degli inquilini, che da tempo attendono risposte in merito a strategie di intervento più concordate e in grado di far ripartire il mercato privato (con i sostegni necessari) a supporto di prospettive pubbliche ampiamente insufficienti ad arginare il problema.
La povertà sta cambiando, è stato ribadito a più voci, e chi fino a qualche mese fa faceva una vita piuttosto agiata, oggi può essere risucchiato nei gorghi della crisi. La mancanza o la perdita del lavoro non possono infatti che avere, come conseguenza, quella di non essere più in grado di mantenere una casa o di pagarne le utenze. Allo Sportello Casa si rivolgono ogni anno più di 1500 nuclei familiari, e i più a rischio sono le famiglie monogenitoriali con prole, cioè le donne sole con figli minori. Delle oltre 100 domande giunte dall’ultima graduatoria stilata, solamente 19 alloggi sono stati assegnati, dei quali appena 3 realmente consegnati: numeri questi che mostrano tutti gli intoppi di una macchina organizzativa istituzionale che è lontana dal funzionare come sarebbe necessario. Nel mezzo gli operatori sociali, che tentano ogni giorno di mettere toppe in una nave che con l’inverno rischia davvero di affondare.
Intanto sulla situazione scandalosa dell’appartamento di via Gandolfi e sulle condizioni di altri stabili dell’ATC, vuoti o occupati invece di essere assegnati, il presidente Ciccaglioni risponde alle dichiarazioni rilasciate la scorsa settimana dall’assessore alle politiche sociali Mauro Cattaneo: “caro assessore, fatti i dovuti accertamenti sull’alloggio in oggetto, possiamo confermare che il nostro inquilino, con regolare contratto ma moroso da tempo, è seguito contemporaneamente dal Servizio Sert e dagli operatori del Cissaca. Orbene da oltre sei mesi questa persona malata, bisognosa di cure e interessamento costanti si è spostato a Tortona, dove è assistita dai servizi di questa città. All’Atc da parte degli operatori di Alessandria, del Sert e del Cissaca non è mai stato segnalato lo spostamento, né che l’alloggio fosse temporaneamente libero. E’ evidente che lo stato di degrado dell’appartamento non è imputabile a nostre distrazioni e/o mancanze di nessun genere. Spetta agli operatori Sert e Cissaca verificare i comportamenti del loro assistito, come vive, come si comporta anche nel nostro alloggio, oltre naturalmente farsi carico delle problematiche dello stato di salute. Segnalo altresì che già in passato questo alloggio era stato trovato in pessime condizioni e che era stato pulito. Di questo abbiamo parlato con il dr. Scaltritti della Comunità di San Benedetto venerdì scorso in ATC ed alla luce anche del suo intervento e delle conoscenze acquisite in merito, ha doverosamente riconosciuto la nostra totale assenza di responsabilità. Ancora una volta l’ATC è stata tirata in ballo più per le inefficienze di altri soggetti che non per i nostri demeriti. L’impegno che l’assessore ben conosce a favore delle persone e delle famiglie in emergenza abitativa e di coloro che attendono una casa per graduatoria era, è, e rimane costante ogni giorno. A nome dell’Atc - conclude il presidente Ciccaglioni - esprimo solidarietà a coloro che vivono situazioni drammatiche e devastanti, fermo restando il mio più assoluto diniego sulle occupazioni abusive”.
La nostra città vive una situazione peculiare rispetto a quella degli altri centri zona, con 150 occupazioni abusive, forse più. Senza risposte strutturali da parte della politica il rischio è quello che ai cittadini non restino che le “autoassegnazioni” degli appartamenti, con tutti i drammi e le inefficienze che una pratica di questo tipo porta con sé. Mentre piovono denunce di una certa gravità per gli attivisti del movimento per la Casa, “rei” di un blitz a Palazzo Rosso in cerca di risposte e di essersi opposti all’ennesimo sfratto per morosità incolpevole tentato in città, i problemi restano in tutta la loro gravità, e le soluzioni proposte sembrano drammaticamente insufficienti, come hanno ricordato anche i sindacati degli inquilini, che da tempo attendono risposte in merito a strategie di intervento più concordate e in grado di far ripartire il mercato privato (con i sostegni necessari) a supporto di prospettive pubbliche ampiamente insufficienti ad arginare il problema.
La povertà sta cambiando, è stato ribadito a più voci, e chi fino a qualche mese fa faceva una vita piuttosto agiata, oggi può essere risucchiato nei gorghi della crisi. La mancanza o la perdita del lavoro non possono infatti che avere, come conseguenza, quella di non essere più in grado di mantenere una casa o di pagarne le utenze. Allo Sportello Casa si rivolgono ogni anno più di 1500 nuclei familiari, e i più a rischio sono le famiglie monogenitoriali con prole, cioè le donne sole con figli minori. Delle oltre 100 domande giunte dall’ultima graduatoria stilata, solamente 19 alloggi sono stati assegnati, dei quali appena 3 realmente consegnati: numeri questi che mostrano tutti gli intoppi di una macchina organizzativa istituzionale che è lontana dal funzionare come sarebbe necessario. Nel mezzo gli operatori sociali, che tentano ogni giorno di mettere toppe in una nave che con l’inverno rischia davvero di affondare.
Intanto sulla situazione scandalosa dell’appartamento di via Gandolfi e sulle condizioni di altri stabili dell’ATC, vuoti o occupati invece di essere assegnati, il presidente Ciccaglioni risponde alle dichiarazioni rilasciate la scorsa settimana dall’assessore alle politiche sociali Mauro Cattaneo: “caro assessore, fatti i dovuti accertamenti sull’alloggio in oggetto, possiamo confermare che il nostro inquilino, con regolare contratto ma moroso da tempo, è seguito contemporaneamente dal Servizio Sert e dagli operatori del Cissaca. Orbene da oltre sei mesi questa persona malata, bisognosa di cure e interessamento costanti si è spostato a Tortona, dove è assistita dai servizi di questa città. All’Atc da parte degli operatori di Alessandria, del Sert e del Cissaca non è mai stato segnalato lo spostamento, né che l’alloggio fosse temporaneamente libero. E’ evidente che lo stato di degrado dell’appartamento non è imputabile a nostre distrazioni e/o mancanze di nessun genere. Spetta agli operatori Sert e Cissaca verificare i comportamenti del loro assistito, come vive, come si comporta anche nel nostro alloggio, oltre naturalmente farsi carico delle problematiche dello stato di salute. Segnalo altresì che già in passato questo alloggio era stato trovato in pessime condizioni e che era stato pulito. Di questo abbiamo parlato con il dr. Scaltritti della Comunità di San Benedetto venerdì scorso in ATC ed alla luce anche del suo intervento e delle conoscenze acquisite in merito, ha doverosamente riconosciuto la nostra totale assenza di responsabilità. Ancora una volta l’ATC è stata tirata in ballo più per le inefficienze di altri soggetti che non per i nostri demeriti. L’impegno che l’assessore ben conosce a favore delle persone e delle famiglie in emergenza abitativa e di coloro che attendono una casa per graduatoria era, è, e rimane costante ogni giorno. A nome dell’Atc - conclude il presidente Ciccaglioni - esprimo solidarietà a coloro che vivono situazioni drammatiche e devastanti, fermo restando il mio più assoluto diniego sulle occupazioni abusive”.
23/09/2014
Marco Madonia - marco.madonia@alessandrianews.it
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