Appello alle masse popolari dell'India
del Comitato Centrale del Partito Comunista dell'India (maoista) in occasione del 10° anniversario della sua fondazione.
Rompete le catene dell’imperialismo e feudalesimo!
Distruggete questo marcio sistema!
Costruite con le vostre mani il vostro futuro e quello del paese!
Amato popolo,
A voi il più caloroso saluto del
Partito Comunista dell'India (Maoista) in occasione del 10°
anniversario della sua fondazione.
Dieci anni fa ci siamo presentati a voi
per annunciare un evento felice, la fusione di due correnti
rivoluzionarie in un unico partito maoista, il Partito Comunista
dell’India (Maoista), costituito il 21 settembre 2004, per
adempiere ai compiti della rivoluzione. Oggi vi presentiamo il
resoconto di questi anni epocali. È stato un decennio di eroica
lotta e sacrifici delle migliori figlie e figli di questa terra.
Quasi duemilacinquecento di loro, in Dandakaranya (Chattisgarh),
Bihar, Jharkhand, Andhra Pradesh, Telengana, Maharashtra, Odisha,
Paschim Banga, Karnataka, Tamil Nadu, Uttar Pradesh, Uttarakhand e
Asom, hanno dato le loro vite preziose. Tra loro centinaia di grandi
dirigenti rivoluzionari, dai livelli più alti del nostro partito
fino alla sua base. Schiere di valorosi combattenti dell’Esercito
Popolare Guerrigliero di Liberazione hanno versato il loro sangue in
battaglia contro i mercenari degli oppressori. Molti, anche tra le
masse, hanno compiuto il più alto sacrificio.
Questo sangue non è stato versato
invano. Ha costruito preziose conquiste e valide esperienze Ha alimentato un decennio di lotta risoluta in campo
politico, militare, economico e culturale. È stato un periodo che ha
visto la mobilitazione sempre più militante di centinaia di migliaia
di persone, gente del popolo degli strati più poveri, in una poderosa rivolta per
distruggere l'oppressione e lo sfruttamento che grava su di loro da
secoli. Anni gloriosi, in cui i germogli del nuovo potere politico
sono stati ulteriormente alimentati attraverso la distruzione del
vecchio potere e la più estesa costruzione della una
nuova società nella sua fase iniziale. E, in questo processo, l’Esercito Popolare
Guerrigliero di Liberazione (PLGA) ha ulteriormente rafforzato la sua
capacità di combattimento. La sua forza di base, la Milizia
Popolare, conta oggi migliaia di membri. Queste donne e uomini coraggiosi
sono rimasti saldamente in piedi, armi in pugno, a difendere ogni
conquista del popolo - politica, economica, sociale, culturale e
ambientale - in particolaredifendere la emergente nuova società che stanno
costruendo.
Sì, abbiamo combattuto strenuamente
per mantenere la promessa fatta davanti a voi. Lo abbiamo fatto
perché siamo comunisti. Le nostre parole sono suggellate dai fatti,
al servizio del popolo. Eredi della migliore tradizione delle
innumerevoli ribellioni condotte nel corso dei secoli dai popoli di
questa terra contro i loro oppressori, sia locali che stranieri,
ispirati dalle lotte eroiche di una lunga serie di patrioti che hanno
combattuto per una vera indipendenza dal colonialismo britannico,
impugnando con coraggio la bandiera della lotta armata lasciataci
dai combattenti rossi delle lotte armate in Telengana, Tebhaga e
Punnapra-Vayalar, tenendo sempre alta la bandiera rossa del sangue
dei centinaia di migliaia di martiri in tutto il mondo, continueremo
a combattere - fino a che il nostro amato paese sarà liberato dalle
grinfie dell'imperialismo e dei suoi lacchè, per farne una base
della rivoluzione socialista mondiale, per avanzare attraverso il
socialismo verso il futuro luminoso del comunismo. Combatteremo come
contingente del proletariato internazionale, compagni d'armi di tutte
le nazioni oppresse e i popoli oppressi e del proletariato e le masse popolari dei paesi
capitalisti. Lo faremo perché siamo i figli di quel poderoso Tuono
di Primavera - Spring Thunder - che scosse tutta l'India – la grande rivolta
armata contadina di Naxalbari del 1967. Così ci hanno insegnato e forgiato
i nostri grandi leaders fondatori, i compagni Charu Majumdar e Kanhai
Chatterjee e tanti altri amati dirigenti. Siamo guidati
dall'ideologia del proletariato internazionale, il
marxismo-leninismo-maoismo.
Amato popolo,
Ci hanno fatto credere che il nostro
paese è indipendente dal 1947. Sì, è vero che l’odiato dominio
coloniale è finito. Ma la miseria della nostra vita ci costringe a
riconoscere una verità amara - i padroni stranieri si sono solo
spostati dietro le quinte. Tutti i centri di comando decisivi sono
ancora nelle loro mani. Vediamo la loro presenza nelle grandi
multinazionali che vengono a sfruttare il nostro lavoro e a
saccheggiare le nostre risorse; nello scarso valore che attribuiscono
alle nostre vite, come dimostrato dalla catastrofe assassina di
Bhopal. Lo vediamo nel controllo che le potenze imperialiste straniere hanno su
tutto il nostro paese in mille modi. Lo vediamo nella promozione
aggressiva del consumismo e dell'egoismo individualista. Lo
sperimentiamo nell'invasione dei loro valori decadenti e nel
disprezzo che nutrono per i nostri modi di vita e culture, riccamente
diversi. Ne sentiamo il peso opprimente nelle disastrose politiche
economiche che impongono attraverso le loro agenzie, come il FMI, la
Banca Mondiale e il WTO; politiche che sradicano le popolazioni,
creano nuove catene di dipendenza e inquinano aria, acqua e terra.
Vediamo le loro sporche mani che armano e addestrano lo stato indiano
nella “guerra al popolo”contro-rivoluzionaria scatenata contro la
guerra rivoluzionaria armata nelle campagne.
Questo è l'imperialismo, una
delle grandi montagne che gravano su di noi.
Ce ne sono altre due.
I governi ci dicono che stiamo
progredendo rapidamente, con autostrade dell'informazione, treni
ultraveloci, città hi-tech e chissà che altro. Lo ripetono
continuamente. Ma guardatevi intorno, guardate le vostre vite.
Perché, nonostante tutti questi gadget, smartphone, TV via cavo, automobili e abiti sgargianti, le arretrate catene della tradizione
pesano così gravemente? Perché i latifondisti vecchi o
nuovi, e glil avidi usurai si prendono ancora il pezzo più importante
del surplus dei contadini? Perché la loro volontà è inviolabile,
la loro parola è legge, mentre si suppone che siamo tutti uguali?
Perché la maggior parte delle terre è ancora nelle mani di pochi,
mentre la stragrande maggioranza sopravvive a stento vendendo il
proprio lavoro o faticando su miseri pezzi di terra? Perché le donne
sono incatenate da tradizioni odiose? Perché i dalit sono ancora
depredati? Perché gli adivasi sono disprezzati? Perché questo
spettacolo ridicolo di rituali braminici che annunciano il lancio di
veicoli spaziali ad alta tecnologia? Perché il disumano sistema
delle caste è ancora vivo e forte? Ci sono stati molti cambiamenti,
cose nuove mai viste prima. Ma le strutture secolari e valori del
sistema delle caste, del patriarcato, del latifondo, restano.
Questo
è il feudalesimo, indissolubilmente legato alle caste, un’altra
grande montagna che ci schiaccia.
Qualche volta i governi ammettono che,
sì, ci sono ancora residui del vecchio. Ma vorrebbero che
guardassimo al lustro delle città in rapida crescita, alle enormi
fabbriche, alle grandi imprese, alcune delle quali addirittura si
espandono anche all'estero. Ma è davvero necessario
ricordarvelo? Non avete già sofferto abbastanza, vivendo e sgobbando
nello squallore delle baraccopoli nel cuore di quelle città
scintillanti? Non li avete già conosciuti quando si appropriavano
delle terre, saccheggiavano le risorse, per la loro avidità e profitto che vi ha
gettato fuori dalle vostre terre ancestrali? Non avete conosciuto il
loro sfruttamento rapace, sperimentato la loro negazione dei diritti
fondamentali e assistito ai loro attacchi omicidi contro chi li
rivendica? Ma non è tutto. Sono grandi capitalisti, non c'è dubbio.
Eppure, con tutte le loro pretese, non sono che servi degli interessi
stranieri, degli imperialisti. Nati come agenti dei dominatori
coloniali, restano sempre dipendenti da questi in tutti gli aspetti
della loro esistenza e crescita. Prosperano su questa dipendenza.
Vendono ai predoni stranieri il nostro paese, il suo popolo e le
risorse. E nel loro nucleo conservano valori feudali braminici, non
importa quanta tecnologia moderna usino. Fin dalla nascita sono
rimasti legati al feudalesimo.
Sono capitalisti
comprador-burocratici, che rappresentano il capitalismo burocratico,
un’altra grande montagna che grava su di noi.
Queste sono le tre enormi montagne che
pesano su di noi. Ci tolgono il respiro, spezzano la schiena.
Bloccano lo sviluppo e il progresso del nostro paese. Per prendere il
nostro destino nelle nostre mani, per essere liberi, respirare l'aria
fresca della democrazia e dell'uguaglianza, godere i frutti del
nostro lavoro, ripulire l'aria, l'acqua e la terra, dobbiamo liberare
la società dalle piaghe delle caste, del patriarcato e del
nazionalismo religioso, dinamitare il brahmanesimo che si trova al
centro di tutto ciò che è reazionario in India, sì, per vivere
come esseri umani li dobbiamo rovesciare. Questo è ciò per cui
combattiamo.
Questo è il significato della rivoluzione di nuova
democrazia che conduciamo.
Questa rivoluzione porterà l'indipendenza
nazionale, lo sradicamento della schiavitù, dello sfruttamento e del
controllo imperialista e stabilirà la democrazia popolare sradicando
l'autocrazia feudale. Essa stabilirà il potere dei lavoratori, i
contadini, la piccola borghesia urbana e la borghesia nazionale,
sotto la direzione della classe operaia. Lo stato di nuova democrazia
riconoscerà inequivocabilmente il diritto all'autodeterminazione
delle nazionalità, compreso il diritto alla secessione.
Dicono che l'India è una repubblica,
una democrazia laica. La Costituzione contiene prefino la pretesa di
essere “socialista”! Non è questa una beffa oltraggiosa per
centinaia di milioni di persone costrette a vivere con 20 rupie al
giorno? E che dire della laicità? C'è stato, dal 1947 a oggi, un
solo anno senza attacchi integralisti settari, principalmente contro la minoranza
musulmana? Chi può dimenticare i pogrom che hanno massacrato
migliaia di Sikh nel 1984, sotto il governo del Partito del Congresso, e di
musulmani nel 2002, sotto il governo del BJP? I governi sostengono
che la forza dell'India sta nella sua “unità nella diversità”. Ma
come vengono trattate queste diversità nazionali e culturali? Con
disprezzo arrogante, insulti e attacchi razzisti,integralisti e castisti. Questa è
stata la dura realtà, non solo per gli adivasi e i dalit. È la
realtà che brucia sulla pelle di tutti i popolidelle nazionalità negli
Stati nord-orientali dell'India. Delle molte nazionalità che
combattono per la loro libertà, come in kashmir, Nagath, Manipur; tutti da decenni sono sotto il tallone di ferro dell'esercito
indiano. Essi sono sottoposti alle peggiori atrocità e si vedono
negata qualsiasi tutela legale da leggi che proteggono l'esercito dai
processi. Tutto, omicidi, stupri, torture, sì, tutto è legalmente
sancito! A completare il quadro impietoso della democrazia indiana,
la triste situazione di migliaia di prigionieri, rinchiusi in
condizioni inimmaginabili. La stragrande maggioranza di loro proviene
dagli strati più bassi della società. Accusati di crimini banali,
la cui pena non supererebbe uno o due anni, languiscono per anni
nelle carceri, senza libertà su cauzione né processo. Mentre per i
prigionieri politici maoisti, le torture nelle caserme della polizia
proseguono nelle carceri, sono loro negati i diritti fondamentali,
compresa l'assistenza medica, gli si nega l’accesso alla
lettura e all’informazione, le visite dei familiari sono
limitate o anche impedite e la difesa legale ostacolata.
Perché dovremmo vivere in questo
inferno?
I governanti ci accusano di violenza e
distruzioni. Ma che dicono della violenza di questa società che
proteggono? Non è il loro sistema sociale un continuo assalto a
un’esistenza umana? Quando ci daranno conto delle innumerevoli vite
distrutte ogni minuto, o di morti che camminano che a stento riescono
a sopravvivere? Quando risponderanno della distruzione e devastazione
che provocano nella società e nell’ambiente? La nostra violenza
non è che una risposta a tutto questo. Quello che noi distruggiamo è
un sistema che divora gli esseri umani, i suoi valori e la cultura. Con la partecipazione e il sostegno delle
grandi masse dei popoli oppressi di questo paese, l’Esercito
Popolare Guerrigliero di Liberazione, guidato dal nostro partito,
distrugge per costruire. La sua violenza ha uno scopo. Dissoda il
terreno per l’eliminazione di tutte le vecchie relazioni, strutture
e istituzioni contro il popolo. Insieme alle masse, semina e
costruisce un nuovo potere politico, un nuovo ordine sociale, che
oggi esistono a livello embrionale nei Comitati Popolari
Rivoluzionari (comunemente noti come Krantikari Janatana Sarkars,
Comitati Krantikari Jan o Comitati Viplava Praja) nelle basi
guerrigliere dell'India centrale e orientale.
Questi centri di nuovo potere politico
sono ancora dei germogli in questa vasta terra. Ma già rendono
possibile una vita ricca, vibrante della forza della cooperazione,
della collettività, ricca dei valori della solidarietà popolare e umana.
Realizzano il sogno vecchio di secoli degli sfruttati di essere
padroni di se stessi. Assicurano la terra ai contadini. Permettono agli Adivasi di alimentare il nuovo mantenendo la loro identità
distintiva. Permettono ai dalit di vivere una vita dignitosa. Danno
spazio alle donne, sostenendo la loro lotta per la liberazione.
Questa è la promessa di un futuro per l'intera India - una sovrana,
federale, repubblica popolare democratica, autosufficiente, giusta ed
equa.
Che cosa è questa nuova società?
Che cosa si è già conquistato?
In tanti villaggi lo stato indiano è
stato distrutto. Le vecchie autorità feudali a tribali, che
tiranneggiavano sul popolo, hanno avuto fine. La schiavitù delle
caste è spezzata e si prepara il terreno per la sua eliminazione.
Sono stati istituiti organi di potere politico popolare. Questo nuovo
potere democratico è la più grande conquista ottenuta dal popolo
attraverso la guerra popolare.
Comitati Popolari Rivoluzionari di
villaggio, da 9 a 11 membri, sono eletti direttamente ogni due o tre
anni da tutti gli adulti, esclusi i pochi che si oppongono al popolo
e stanno dalla parte dello stato reazionario e delle sue forze e
bande armate. Gli elettori hanno “diritto di revoca”. Le donne
hanno diritto a oltre la metà del potere politico, attraverso la
rappresentanza paritaria. Il popolo gode di tutti i diritti
democratici fondamentali: diritto a riunirsi, diritto di
organizzazione, diritto di fare scioperi e manifestazioni, diritto a
vivere secondo la propria volontà, diritto all'istruzione primaria,
diritto alle cure mediche fondamentali, diritto al lavoro, ecc.
I CPR affrontano tutti gli aspetti
della vita del popolo, attraverso dipartimenti per la difesa,
finanza, agricoltura, commercio e industria, giustizia, istruzione e
cultura, salute e benessere sociale, protezione delle foreste e
pubbliche relazioni.
Sulla base della parola d’ordine “la
terra a chi la lavora”, i CPR distribuiscono le terre tra tutti
coloro che non hanno terra o ne hanno poca. Dove il popolo è meglio
organizzato, le donne posseggono la metà del diritto di proprietà
sulla terra. Si applica la parola d’ordine “pari salario per
uguale lavoro”. Comitati appositi lavorano per porre fine allo
sfruttamento indiscriminato nei mercati e bazaar settimanali. Sono state
condotte con successo lotte di massa che rivendicano salari equi e si
è registrato un aumento delle risorse raccolte per soddisfare i
bisogni del popolo. Ogni tipo di restrizione e tassa sulla raccolta
dei prodotti della foresta è stata abolita. I prodotti della foresta
possono essere liberamente raccolti e consumati. La parola d’ordine
“Tutti i diritti sulle foreste agli Adivasi e popolazioni locali” è
stata realizzata. C’è divieto di sottrarre qualsiasi tipo di
risorse dalla foresta, senza il permesso dei CPR. Nuovi accessi di
multinazionali imperialiste e di società compradore sono stati
bloccati.
Oltre a creare impianti di irrigazione
per le colture per aumentarne il rendimento e a incoraggiare l'uso di
concimi organici e di alta qualità e sementi locali, i CPR assistono
in ogni modo i contadini poveri nella coltivazione delle loro terre.
Dove le condizioni lo permettono, per elevare il tenore di vita,
soddisfare bisogni alimentari delle masse e del PLGA, si fa ogni
sforzo per sviluppare la produzione agricola e liberarsi così dalla
dipendenza dal mercato. Gli stessi CPR fondano aziende agricole. Si
formano quadre di lavoro e aiuto reciproco per realizzare i diversi
compiti e servizi per la produzione. Si sono formate piccole
Cooperative. È iniziato uno sforzo per fornire al popolo cibo
nutriente, piantando frutteti e coltivando verdure e ortaggi. Si
incoraggia l’allevamento e la pesca negli stagni.
Il partito e il
PLGA hanno come responsabilità di partecipare al lavoro produttivo.
Lo sviluppo della lotta di classe e la
costruzione dei CPR hanno aperto le porte a nuovi sviluppi nella vita
culturale del popolo. Avendo messo fine al lavoro gratuito per i capi
tribali, sempre più le masse soddisfano le proprie esigenze attraverso
squadre di lavoro comune e aiuto reciproco. Nelle zone adivasi, è
stata gradualmente scoraggiata la caccia collettiva, che era uso
proseguire per intere settimane. Sempre più la forza lavoro è
invece impiegata nei livellamenti dei terreni e per creare impianti
di irrigazione, che permettono una crescita della resa di prodotti
agricoli.
Nella situazione che cambia, costumi e
rituali osservati con fede cieca si stanno dimostrando un ostacolo
alla produzione e alle forze produttive, si tengono perciò le
riunioni con guaritori e sciamani tradizionali e con la discussione
si stimolano i cambiamenti necessari. Oltre a scoraggiare il
consumismo, i CPR si oppongono alla conversione forata degli adivasi
all’induismo o cristianesimo, promuovendo il pensiero scientifico e
l'ateismo. Le spese eccessive per cerimonie matrimoniali e funerarie sono
state ridotte.
Le donne sono più rispettate. Grazie
allo sviluppo della lotta di classe e alla costruzione di
organizzazioni di donne, lo sfruttamento sessuale dei signori feudali
e le pratiche umilianti sono state eliminate. I matrimoni forzati e
il sistema del Gotul (praticato in alcune zone adivasi) si sono
notevolmente ridotti.
Questo ha liberato le donne e le ragazze da
pressioni sociali e psicologiche.
Si aprono scuole, come parte del
soddisfacimento delle esigenze fondamentali del popolo. Per la prima
volta nella storia, in Dandakaranya, l'istruzione è data in Koya, la
lingua madre della maggioranza del popolo. I libri di testo sono
ispirati delle idee democratico-socialiste. Anche in Bihar-Jharkhand,
si dà particolare importanza all’accesso all’educazione degli
adivasi, dalit e altri settori che erano privati. Anche
l'assistenza sanitaria è prestata come parte del soddisfacimento
delle esigenze fondamentali del popolo. Il lavoro di bonifica e
fornitura di acqua potabile è seguito attivamente con la formazione
medici del popolo nei villaggi. Si attiva la collaborazione per la
costruzione di case per gli abitanti che non hanno case adeguate.
È stato fermato il taglio
indiscriminato delle foreste e il furto di legname pregiato da parte
del governo e della mafia del legname. È invece il popolo che decide
l’abbattimento degli alberi secondo i loro bisogni agricoli e
domestici, I CPR lavorano per soddisfare i bisogni del popolo e
regolarizzare l'abbattimento degli alberi. È stato vietato l’uso di veleni
versati nelle acque dei fiumi per la pesca o la cattura di uccelli
che vengono alle fonti d'acqua in estate. La caccia a fini
commerciali, per vendere la carne, è stata vietata.
Viene così
favorita la conservazione della fauna selvatica.
I delegati dei CPR eletti a livello di
villaggio costituiscono CPR di area. Allo stesso modo, i delegati
eletti a livello di Area formano i RPC a livello di distretto. Ciò
rappresenta l’estensione del territorio su cui il popolo esercita
il potere politico e crea il nuovo potere e rafforza l'avanzata verso la
costruzione di aree liberate e la costituzione di un governo popolare
che contenda lo Stato indiano.
Questi sono i frutti della guerra
popolare di lunga durata. Più di tre decenni di duro sacrificio
avevano già realizzato significativi progressi nelle zone di guerra
di Dandakaranya, Bihar, Jharkhand. Data la diversa situazione in
queste due regioni, questo progresso ha preso forme diverse, ma è
stato sempre guidato dalla politica della rivoluzione di nuova
democrazia. In Bihar-Jharkhand una lotta tenace, sostenuta dalle
armi, per rompere le catene castali-feudali, sconfiggere gli eserciti
privati delle caste superiori, requisire e distribuire terra, ha
aperto la strada allo sviluppo di Comitati Krantikari Kisan come
centro dirigente. In Dandakaranya, si è costruito il nuovo potere sulla base delle lotte in cui sono stati mobilitati, armi in pugno, i contadini
adivasi per distruggere il potere del dipartimento forestale, degli
appaltatori privati e, in alcune zone, dei signori feudali o autorità
tribali e mettere fine allo sfruttamento. Si è costruito il partito
e le organizzazioni di massa. Si sono formate, passo dopo passo, le
Forze Armate Rivoluzionarie, L’ Esercito Guerrigliero Popolare e
l’Esercito Popolare Guerrigliero di Liberazione. Sono così emerse
forme embrionali di potere popolare. La fusione delle due correnti
rivoluzionarie nel 2004 ha reso più forti queste conquiste, le sue esperienze e
lezioni. Esse sono state una solida base per un’audace, poderosa, spinta
in avanti.
I risultati sono davanti a voi.
La crescita di forti lotte di massa
guidate dal nostro partito contro progetti antipopolari e la
repressione di Stato è un altro sviluppo significativo. Tra queste
le lotte in Nandigram, Lalgarh, Narayanpatna e Kalinga Nagar si
distinguono per le nuove forme di lotta che hanno portato avanti e
l'ampia unità che hanno raggiunto. Forze guidate dal nostro partito
hanno contribuito molto al successo della lotta lungo periodo per un
Telengana separato. Esse hanno inoltre dato un forte sostegno a molte
altre lotte di massa. Questo le ha aiutate a resistere alla
repressione di stato e ai tentativi di dividerle. Attraverso tutte
queste lotte si affermato i diritti del popolo sull’acqua, la terra
e le foreste (jal-jangal- zameen), il suo diritto a una vita
dignitosa.
In questa occasione, merita speciale
menzione il ruolo impareggiabile svolto dal popolo delle principali
zone di guerriglia del movimento rivoluzionario. Sono loro che hanno
sopportati il peso della repressione. Sono loro che ci hanno dato
fiducia. Senza dei loro immensi sacrifici e irrefrenabile entusiasmo
la guerra popolare di lunga durata sarebbe stata impossibile.
Trascurati e disprezzati in quanto “arretrati”, nel processo rivoluzionario
stanno diventando gli strati avanzati, quelli che aprono una strada. Noi
poniamo questi creatori della storia, come un modello luminoso di
fronte a tutto il paese. li salutiamo e rendiamo omaggio!
La formazione del PCI (Maoista) come
centro dirigente unico della rivoluzione indiana è stato acclamato
dalle masse popolari dell’India e di tutto il mondo. Ciò che ispira i
popoli, fa disperare i nemici. Come è nella natura di tutte le forze
agonizzanti, esse hanno unito le loro forze per attacchi sempre più
assassini contro le forze rivoluzionarie. È stato un assalto totale.
Alla bruta forza militare si è accompagnata la cattura e uccisione
selettiva di dirigenti del PCI (Maoista). Ai falsi discorsi di pace si
sono accompagnate sporche bugie e calunnie. Sono state armate e
sguinzagliate bande assassine e mercenarie nel tentativo di mettere
masse contro masse. Ma, ancora una volta, fronteggiando pesanti
attacchi e superando gravi perdite, il partito, l’EPGL, i CPR e le
masse rivoluzionarie hanno resistito. Sono stati inferti duri colpi,
come ad esempio l’eroico assalto al carcere di Jehanabad per
liberare rivoluzionari imprigionati e l’audace storico attacco alla
polveriera di Nayagarh, per armare l’EPGL.
Si è tenuto con
successo lo storico Congresso di Unità, il 9°Congresso (riunione a
livello nazionale di delegati di partito). L’ unità ideologico,
politica si è approfondita e rafforzata. Il suo pensiero unificato
si è elevato a un livello superiore. La sua capacità di
combattimento è stata affinata.
Respinti i loro piani
controrivoluzionari, le classi dominanti indiane hanno lanciato a
metà del 2009 la “Operazione Green Hunt” che si intensifica di
giorno in giorno. Essa è sostenuta e guidata dall’imperialismo,
principalmente USA. Si tratta di una mortale “guerra al popolo”.
Non è verde, ma rossa.
Rossa del sangue degli adivasi e delle altre
masse uccise dalle truppe mercenarie dello stato indiano.
Rossa del
sangue delle figlie e figli del popolo che hanno coraggiosamente
combattuto fino alla morte, anche se peggio armati e in inferiorità
numerica 1 a 10. È una caccia all'uomo. Membri del Partito e
dell’EPGL sono avvelenati e uccisi da bande controrivoluzionarie
clandestine come la Trithiya Prasthuthi Samithi.
Green Hunt è una frenetica
ondata di attacchi contro il popolo - omicidi, stupri, demolizione di
case, razzie, distruzione di raccolti e granai, saccheggi ed eccidi
di polli e bestiame, da parte di bande controrivoluzionarie, forze di
polizia, militari e paramilitari. Alla stregua della peggiore
tradizione della repressione coloniale britannica nota come “Kurki
japthi” in Bihar, Jharkhand e Paschim Banga, le case e i beni di
chiunque venisse associato al movimento maoista sono sequestrati per
ordine dei tribunali. L’orripilante attacco nella zona di
Chintalnar nel distretto di Bijapur, dove hanno raso al suolo quattro
villaggi, ucciso e stuprato, è un recente esempio della criminale
repressione di stato. Un altro esempio è il fuoco aperto su un raduno di
abitanti del villaggio di Sarkeguda, sempre nel distretto di Bijapur,
col massacro di 17 persone, per lo più donne e bambini. Le classi
dominanti indiane e i loro partiti politici adducono spesso la
mancanza di fondi per fornire alle masse anche servizi fondamentali.
Ma non esitano a stanziare miliardi per dotarsi della tecnologia più
avanzata nella loro guerra al popolo. Sono già 500.000 le truppe
mercenarie che a livello centrale e di stati sono state dispiegate in
questa guerra. Altri cinquantamila sono sul pronti ad entrarvi.
L’aviazione si è dotata di droni e ora sta preparando attacchi
aerei. L'esercito è coinvolto a livello di brigata nel comando e
addestramento. Si sta approntando in gran fretta una forza speciale
in seno all’Esercito da impiegare contro la rivoluzione diretta dai
maoisti.
Lo stato indiano è sempre più
disperato e feroce nei suoi attacchi. C’è una logica in questa
follia di fare la guerra al proprio popolo, di spingere masse contro
masse. La condizione reale del paese si va rivelando giorno dopo
giorno. Con il 70% della popolazione che vive con 20 rupie al giorno,
i proclami dei governanti indiani sull’entrata dell'India nel club
delle potenze mondiali sono visti come una cinica menzogna.
All’opposizione si trovano il nuovo esercito, i nuovi movimenti
popolari, il nuovo potere politico e la società nuova che emergono
nell’India centrale e orientale. Questa sta cominciando ad attrarre
l'attenzione più ampia, non solo tra i diseredati, ma anche di un
vasto settore di patrioti e progressisti. La si vede sempre più come
una reale alternativa alla distruzione di risorse umane e naturali al
rapace sfruttamento e razzia e all'oppressione imposti dalle grandi
compagnie imperialiste e indiane in nome dello sviluppo e come sostenitrice di un
modello democratico in cui le classi oppresse e settori sociali
oppressi - contadini, piccola borghesia urbana, donne, adivasi,
dalit, minoranze nazionali e religiose - saranno liberati dal giogo
feudal-braminico delle caste e da tutti i valori reazionari che esso
impone, che fungono da base sociale dell'imperialismo in collusione
con la borghesia comprador-burocratica. Mostra che cosa è possibile
– come i contadini poveri e senza terra e ottengono la terra, come
si possono spigionare le enormi energie del lavoro collettivo, come
il sapere tradizionale può essere messo al servizio del nuova, come
sia possibile preservare l'ambiente avendo a cuore l’interesse del
popolo e realizzare uno sviluppo realmente sostenibile. Ciò mostra
in forma embrionale l'immenso potenziale di una nuova India. L'India
che può sorgere solo sulle ceneri di quella esistente, dopo aver
distrutto lo Stato indiano. Sì, ci sono tutte le ragioni per perché
i governanti indiani si disperino. Ogni giorno questo nuovo potere e
la nuova società esistono e piantano un altro chiodo della loro
bara. In questo vedono la loro morte. Per questo si agitano
follemente per distruggerlo.
Ma c’è qualcosa di più. Il governo
centrale e quelli degli stati regionali hanno già firmato un gran numero di
accordi per vendere le risorse di queste regioni a imprese straniere
e indiane. Ma l’avanzata ed espansione della guerra popolare, col
coinvolgimento della popolazione, e la costruzione del potere
popolare su terra, acqua e foreste ha rovinato i loro piani. Ora sono
sotto grande pressione. Il sistema imperialista è nella morsa della
crisi economica mondiale. Questa sta pesantemente influenzando
l'economia indiana. Questa situazione di crisi rende i nemici del
popolo, le multinazionali imperialiste e compradori indiani, sempre
più disperati nel saccheggio delle risorse del nostro paese e nello
sfruttamento fino in fondo delle classi lavoratrici. Di qui
l’ulteriore impeto per schiacciare il popolo che lotta, non importa
quanto sangue venga versato.
Il popolo è calpestato dal tallone di
ferro delle truppe mercenarie, che massacrano e sparano. Ma non solo.
Queste truppe vengono anche con dei “doni”, li investono di gadget di ogni
tipo, distribuiscono abiti e cibo, e ripetono che daranno case e
istruzione gratuita ai bambini adivasi. Li caricano dai villaggi più
remoti per gli “India Tours”. È questo è il guanto di velluto
che accompagna il pugno di ferro e le armi . È l’oscuro piano
dell'imperialismo USA e dei loro lacchè per attrarre una parte del
popolo e farne la base per la costruzione di un network di informatori.
Fanno promesse di riforme e sviluppo, ma solo per dividere il popolo.
Lo scopo è quello di isolare i maoisti e accelerare la soppressione
del movimento rivoluzionario, la distruzione del nuovo potere
politico e la fine dell'espansione della guerra popolare. Se
l’otterranno torneranno a fare come sempre, a negare diritti e
servizi fondamentali per il popolo, a svendere le sue risorse. Se
volete una prova, andate a dare un'occhiata al Saranda, in Jharkhand.
Prima c’è stato un improvviso attacco brutale e massiccio, con più
di 10.000 soldati, per distruggere le organizzazioni rivoluzionarie e
scacciare l’EPGL. Poi l'istituzione di un'Autorità Speciale per lo
sviluppo del Saranda, con la promessa di dare servizi di base a
tutti. E, infine, la cosa che conta - abbiamo avuto una massiccia svendita alla
Tata di migliaia di ettari di foresta incontaminata per le sue
miniere di minerale di ferro e l'ingresso di circa 100 imprese
imperialiste e compradore nella zona ricca di risorse; il ritorno
dell’odioso spadroneggiare di poliziotti, burocrati e sfruttatori
locali.
Questo è l’effettivo processo delle campagne
controrivoluzionarie condotte dallo Stato indiano.
In India la rivoluzione armata affronta
la contro-rivoluzione armata. L’EPGL combatte contro le forze
superiori dello Stato indiano con le tattiche di guerriglia della
guerra popolare. Diversamente dall'aggressore, la sua forza sta negli
stretti legami con le masse, nella sua creatività e ferrea
determinazione. Il completo annientamento dell’impresa dei paramilari CRPF a
Mukkaram (Dandakaranya) da parte dell’EPGL è stata una contundente
risposta alla guerra al popolo dello Stato indiano. Nella guerra
popolare di lunga durata, non è il controllo del territorio ma la
conservazione della forza militare rivoluzionaria che è decisiva.
Impugnando questo principio, l’EPGL ha eluso gli sforzi dello stato
indiano per bloccarlo e distruggerlo. Ha rotto il pesante
accerchiamento attaccando piccole unità nemiche e aprendosi brecce.
Ritirandosi di fronte alle enormi forze che lo circondavano ha
colpito ancora con tutta le sue forze quando si è presentata
l'occasione. L’imboscata di Tongpal (Dandakarnya), in cui sono
stati annientati 15 mercenari e sequestrate 20 armi e una grande
quantità di munizioni e l’attacco a Farsagaon (Jharkhand), in cui
sono stati eliminati 5 mercenari e sequestrate 5 armi, testimoniano i
punti di forza della guerra popolare di lunga durata, una guerra
guidata da un partito maoista che attira le masse a migliaia. È
significativo che queste imboscate siano avvenute in una zona che lo Stato indiano affermava di aver “ripulito”. Da
gennaio a giugno di quest'anno, nel mezzo di due intense campagne di
annientamento di portata nazionale che hanno ricoperto 9 regioni, condotte
nei mesi di dicembre 2013 - gennaio 2014 e in marzo, l’EPGL ha
realizzato 39 azioni.
La resistenza all'aggressione dello
Stato indiano contro la nuova forza politica, il nuovo movimento, il
nuovo potere e la nuova società non è solo un problema dell’EPGL.
Anche le masse vi sono largamente coinvolte. Partecipano alle azioni
e alla loro preparazione, forniscono cibo, riparo e informazioni,
aiutano a mantenere le forniture e rifiutano di collaborare con il
nemico. La Milizia Popolare è una componente molto importante
dell’EPGL. Oltre a partecipare alle azioni, ha svolto un ruolo
eccezionale nella sconfitta dei fascisti del Salwa Judum e negli attacchi contro
Sendra ed altre bande di vigilantes contro-rivoluzionarie in diversi
stati. Sono molti i casi in cui le masse hanno sfidato la repressione
per accogliere i corpi dei martiri e fare loro un degno funerale. In
alcuni casi, tutti i beni distribuiti dalle forze nemiche sono stati
raccolti e bruciati in un grande falò. A Minpa il popolo si è unito
all’EPGL e ha combattuto continuamente per più di una settimana,
costringendo il nemico a chiudere il suo campo militare. A
Herrakoder, masse dai villaggi circostanti si sono mobilitate e hanno
imposto la chiusura di un campo di nuova costituzione con agitazioni
pacifiche, ma risolute. In questo le donne hanno svolto un ruolo
esemplare. Vasti settori di intellettuali, progressisti e democratici
hanno si sono fatti avanti in gran numero, in India e all'estero, per
protestare contro la guerra al popolo dello Stato indiano e
denunciarne le atrocità.
Amato popolo
Le nostre condizioni di vita, dignità
e la stessa esistenza sono sotto molteplici attacchi da parte delle
politiche neoliberiste, che intensificano lo sfruttamento dei padroni
esteri e indiani. In nome di mega progetti, miniere, centrali
elettriche, dighe, porti, aeroporti, autostrade, metropolitane, città
hi tech, villaggi turistici e zone economiche speciali, ecc, decine
di migliaia di nostri fratelli sono stati scacciati dal loro habitat.
Le devastanti politiche dei governi stanno innescando disastri
ambientali che costano centinaia di vite e provocano migliaia di
senzatetto e senza un soldo. Fanno leggi per tagliare, uno dopo
l'altro, i diritti conquistati dai lavoratori. Consegnano sempre più
settori dell'economia al controllo delle multinazionali imperialiste.
Stanno stravolgendo l’agricoltura si per una più profonda
penetrazione dei capitali e la tecnologia straniera, come gli
organismi geneticamente modificate. La concentrazione delle terre
assume forme nuove come le “banche della terre” degli immobiliari
e le Zone Economiche Speciali. Si incentiva l’allevamento
intensivo. Si cambiano le leggi esistenti per assicurare che i capi
delle multinazionali non possano essere perseguiti in India, non
importa quale crimine commettano.
Mentre arraffano terre per i loro
progetti, non fanno nulla per affrontare le richieste dei settori di
contadini che ne sono privi. I grandi latifondisti continuano
detenere il monopolio questa preziosa risorsa, che si è anzi esteso
alle reti di vendita di fertilizzanti chimici e altre risorse
produttive moderne e di acquisto di prodotti agricoli. O agiscono
direttamente come usurai o controllano le società cooperative.
Esprimono anche deputati locali, parlamentari e ministri di governo
dei partiti politici della classe dominante, controllano gli enti
locali ed esercitano influenza sulle forze di polizia. Esercitano
così un controllo totale, in alleanza con la borghesia
burocratica.compradora, sui contadini e poveri nelle campagne e
costituiscono un grosso ostacolo al progresso del paese.
Ovunque protesti, il popolo si scontra
con la forza bruta e le leggi fasciste. Mentre con le elezioni va in
scena la farsa della democrazia, la realtà è quella di una
crescente fascistizzazione. Con il genocida Modi, strumento del
fascista RSS, alla carica di Primo Ministro, le classi dominanti e i
loro padroni imperialisti impongono coscientemente il fascismo
braminico indù. Si fomenta il fanatismo religioso più reazionario
fino a istigare la violenza settaria, rivolta soprattutto contro la
minoranza musulmana. Così si alimenta lo sciovinismo più becero per
seminare illusioni e ambizione da potenza mondiale e coprire la
miserabile dipendenza del paese. Le culture nazionali, le diversità
religiose e perfino la formale struttura federale del paese sono
destinati a essere cancellato da movimenti sinistri per imporre la
supremazia del modello 'Hindi-Hindu'.
I governanti sanno molto bene che la
rabbia del popolo ribolle. Ognuno dei loro partiti politici è stato
al governo a livello centrale o statale o è ora al potere. Tutti
sono ugualmente screditati come anti-popolari e corrotti. Di tanto in
tanto presentano questa o quella riforma. E attraverso queste riforme
sperano di pacificare le masse e tenerle passive e di continuare e
intensificare ulteriormente il loro sfruttamento e oppressione. Così
l’orribile penetrazione imperialista sotto forma di
globalizzazione, privatizzazione e liberalizzazione prende la veste
di “globalizzazione dal volto umano”. Sì, vi faranno un sorriso
mentre vi cacciano fuori a calci dalla vostra casa, o vi buttano
fuori dal posto di lavoro, o vi seppelliscono vivi nelle terre
ancestrali. È come per la tattica della loro guerra al popolo. Prima
brutalizzano e poi danno regali!
Amato popolo,
Il nostro paese è in un momento
critico. Quale strada prendere? In avanti, per diffondere in tutto il
paese le fiamme della guerra popolare e raggiungere la vera
liberazione? O all’indietro, verso più privazione, più dipendenza
e più devastazione? Attendiamo la vostra decisione, sicuri che
riconoscerete che nella lotta che conduciamo c’è anche il vostro
destino. Nel frattempo, ci gettiamo con tutti noi stessi e tutto ciò
che abbiamo nella battaglia contro lo Stato indiano e dei suoi
mentori stranieri.
A partire dai martiri della storica armata rivolta
contadina di Naxalbari fino ad oggi, più di dodici mila di noi hanno
dato la propria vita per la nostra grande causa, per distruggere le
tre montagne che ci schiacciano. Sappiamo bene che continuando a
combattere molti altri dovranno affrontare lo stesso supremo
sacrificio. Noi comunisti non ci sottrarremo mai al sacrificio, per
servire il popolo, per liberare il paese. Anzi ci affrettiamo. Ci
affrettiamo per accelerare l'avvento del giorno in cui i nemici del
nostro popolo e del paese saranno finalmente distrutti, in cui gli
imperialisti saranno cacciati, e potremo iniziare a costruire un
futuro di autosufficienza, di completo ed equo sviluppo del nostro
paese, di tutte le nostre nazionalità ed etnie.
Celebriamo il 10°
anniversario della costituzione del nostro glorioso partito in ogni
zona di guerriglia e area di resistenza rossa, nei villaggi e nelle
città, nel paese e all'estero, con fervore e spirito rivoluzionario;
diffondiamo ovunque il messaggio della guerra popolare; e portiamo
avanti il movimento rivoluzionario in avanti con determinazione
raddoppiata.
*
Uniamoci nella grande impresa di costruire l’India della Nuova
Demovcrazia!
*
Unitevi al PCI (Maoista) e all’EPGL, essi sono vostri!
*
Prendete nelle vostre mani la Guerra popolare in India, espandetela e portatela
avanti!
*
Diffondete le fiamme delle rivoluzionearmata nelle campagne!
*
Opporsi, resistere e sconfiggere la “Operazione Green Hunt”, la
guerra al popolo dello Stato indiano!
*
Ribelliamoci a milioni, organizziamoci, combattiamo le politiche
antipopolari, di svendita del paese dello Stato indiano!
*
Uniamoci nella lotta contro il governo braminico fascista indù di
Modi!
* Osare
combattere! Osare vincere!
* Osare
prendere il proprio destino nelle proprie mani!
Comitato
Centrale, Partito Comunista d’India (Maoista)
1
settembre 2014
Nessun commento:
Posta un commento