Roma, basta manovre di palazzo sulla testa dei senza casa
In
questi giorni si fa un gran parlare di occupazioni, intercettazioni,
rapporti del movimento di lotta per la casa con le amministrazioni
locali e le forze politiche. Si cerca, in particolare, di sporcare
l'azione dei movimenti accusandoli di gestire la loro attività come
un'associazione a delinquere, di essere dei caporali che schiavizzano
migranti per fare numero nei cortei.
Non
vi è nessuno che eviti di usare con leggerezza termini come racket
delle occupazioni, coperture politiche, amicizie imbarazzanti. Per
giunta senza alcuna distinzione, si mischiano sigle che non hanno niente
in comune, al solo scopo di contribuire a criminalizzare un movimento
che sfugge al controllo istituzionale e conquista, attraverso la propria
determinazione, spazi di libertà e dignità.
A chi giova? Chi sta soffiando sul fuoco?
Ci
sembra che si utilizzi strumentalmente un fatto specifico, circoscritto
e tutto da chiarire, per fare campagna elettorale e regolare i conti
con l'amministrazione Marino. Un fuoco probabilmente "amico" che parte
dall'interno della stessa maggioranza e che trova deciso conforto negli
attacchi confezionati dal centrodestra.
A
questo si affianca l'opera denigratoria di certa stampa tutta tesa a
"sostenere" i poteri forti, nonché i padroni del mattone e di molte
testate giornalistiche.
A questo punto ci sembra necessario ribadire alcune cose:
In
primo luogo, i nostri percorsi di lotta sono del tutto trasparenti,
rappresentano un'alternativa reale allo sfruttamento a cui l'assenza di
politiche per il diritto alla casa e la subalternità dei governanti alle
potenti lobby del mattone, ancora ci costringe. Nessuno può offuscare
la realtà di un movimento meticcio, che dentro la lotta ricostruisce
relazioni sociali e legami di solidarietà, che si batte contro ogni
forma di razzismo e discriminazione e che vive del protagonismo diretto e
dell'autorganizzazione di tutte le persone coinvolte.
In
secondo luogo, sul tema dell'interlocuzione con gli amministratori:
abbiamo sempre imposto, attraverso la lotta, il confronto atutte le
amministrazioni che si sono susseguite negli anni al governo della città
e della regione (ed anche con i governi nazionali) siano state esse di
centrodestra o di centrosinistra. Ci siamo sempre battuti per difendere
non solo gli interessi delle persone già coinvolte nei movimenti, ma più
in generale di tutte le persone che vivono le difficoltà dell'emergenza
e della precarietà abitativa. Lo sanno bene le migliaia di persone
sotto sfratto o senzacasa che hanno trovato nei movimenti l'unica
possibilità di risposta al proprio bisogno e di riscatto sociale.
Soprattutto,
quello che abbiamo ottenuto è sempre scaturito da momenti di conflitto,
manifestazioni, tendopoli, occupazioni, blocchi stradali e quant'altro.
Tutti hanno dovuto, loro malgrado, fare i conti con un movimento che è
sceso in piazza, con determinazione, sbattendo in faccia ai governanti
di turno ritardi, colpe, incapacità di dare una risposta vera al bisogno
abitativo nella città.
L'unico
rapporto che abbiamo con le Istituzioni della città, dunque, è quello
del confronto attraverso la lotta, senza nessuna logica di scambio
elettorale: mai abbiamo promesso o dato voti a nessuno e mai li daremo a
forze politiche estranee e distanti dai bisogni di chi paga – oggi – il
caro prezzo delle politiche di austerità e precarietà.
La
campagna di denigrazione e di criminalizzazione in atto in questo
momento nei nostri confronti fa il paio con le dichiarazioni del
Ministro dell'Interno, il cambio di passo del prefetto Pecoraro, con i
violenti sgomberi avvenuti nelle scorse settimane ai danni di studenti e
famiglie, con il provvedimento governativo impropriamente denominato
"piano casa". Un decreto che, oltre ad attaccare frontalmente movimenti
attraverso l'annullamento delle residenze ed il taglio delle utenze, si
pone in piena continuità con le scelte scellerate compiute in questo
Paese, da tutti i governi che si sono succeduti negli ultimi venti anni.
Governi che hanno annullato e cancellato ogni diritto alla casa in
concomitanza con politiche economiche tese a incrementare precarietà e
divisione sociale.
Ma allo stesso
tempo ci chiediamo: che ruolo intendono svolgere le forze politiche che
sostengono le maggioranze in Comune e in Regione? Ritengono utile
attaccare frontalmente movimenti che, mentre l'inerzia regnava sovrana,
hanno garantito a migliaia di persone una soluzione alloggiativa, che
hanno portato al centro dell'agenda politica il tema della casa?
A
Roma sono decine le occupazioni e non ci vuole tanto buon senso per
capire che una strada dettata dalla forza pubblica o dalla procura
produrrà nuove tensioni e nuova disperazione mista a rabbia sociale. Per
questo consideriamo grave la campagna giornalistica che accusa i
movimenti disegnandoli in modo disgustoso. Nelle nostre comunità si
incontrano culture e storie differenti, dentro percorsi di
emancipazione, tutela dei diritti e rigenerazione urbana. Non c'è spazio
per la prevaricazione, la prepotenza, il razzismo, la violenza di
genere. Difenderemo tutto questo e sfidiamo chiunque: magistratura,
questura, prefettura, governo, forze politiche a dimostrare il
contrario.
La cultura politica che
sopravvive e sfrutta l'emergenza va sconfitta e noi stiamo lavorando in
questa direzione. Noi continueremo a lottare giorno per giorno per
conquistare i nostri diritti e difendere la nostra dignità. che partirà
alle 15 da piazza della Repubblica e arriverà al Campidoglio
attraversando le vie del centro. Ci vediamo in città!
Blocchi
Precari Metropolitani, Coordinamento Cittadino di Lotta per la Casa,
Comitato Obiettivo Casa, Progetto Degage, Resistenza Abitativa
Metropolitana, Alexis occupato, Progetto Neetbloc
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