venerdì 16 marzo 2012

Monti ribadisce: riforma del lavoro entro marzo


Riforma del Lavoro, Fornero: «Settimana decisiva per l'accordo». Bonus disoccupati da 1.100 euro

Riforma del lavoro, Fornero: «Accordo entro il 21 marzo» (LaPresse)Riforma del lavoro, Fornero: «Accordo entro il 21 marzo» (LaPresse)
Una «giornata decisiva per la definizione di un accordo» sulla riforma del lavoro. Con queste parole il ministro del Lavoro Elsa Fornero ha dato inizio presso al sede del ministero in via Flavia a Roma all'atteso incontro Governo-parti sociali sulle nuove regole del mercato del lavoro, in particolare i nuovi meccanismi per gli ammortizzatori sociali. Obiettivo del ministro, d'accordo con il premier Mario Monti, è di «chiudere la trattativa tra il 21 e il 23 marzo». Tempi stretti, dunque, quelli annunciati ai leader sindacali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, mentre Confindustria era rappresentata dalla presidente Emma Marcegaglia. Priorità dell'Esecutivo, ha spiegato il ministro, è «la riduzione strutturale e stabile dei livelli di disoccupazione portandola al 4-5 per cento». La piattaforma descritta dal ministro prevede l'introduzione di un contratto «contratto dominante» che privilegi la forma di ingresso dell'apprendistato a tempo indeterminato, mentre il finanziamento della riforma - uno dei nodi su cui nelle ultime settimane si sono sovrapposte varie ipotesi - non sarà garantito da risorse prelevate dal fondo sociale, ma queste verranno individuate al di fuori dei capitoli di spesa sociale. Ancora da capire dove, però: «Non sono in grado di dirvi dove saranno trovate le risorse - ha spiegato il ministro alle parti sociali - il governo é impegnato a ricercarle».
Al via subito, a regime nel 2015
Nel suo intervento di apertura del "tavolo" - il sesto incontro con le parti sociali da quando è iniziato il confronto sulla riforma del mercato del lavoro - il ministro ha anche accennato al periodo di transizione della riforma e del cambio del sistema di ammortizzatori: «cominciamo nel 2012 e andremo a regime nel 2015». In linea poi le ipotesi circolate negli ultimi giorni, il ministro ha poi confermato la possibilità di ricorrere alla cassa integrazione straordinaria, che « resta e non scompare»: ad essere eliminata «sarà solo la causale per cessazione di attività». Il contratto a tempo determinato, invece, «dovrà costare un po' di più» ai datori di lavoro.

Come funziona l'assicurazione sociale
La riforma farà perno sull'introduzione dell'assicurazione sociale per l'impiego (Aspi). In pratica, una forma di nuova tutela e di sostegno al reimpiego. Nelle intenzioni del Governo, l'Aspi è destinata a sostituire strumenti come le attuali indennità di mobilità, gli incentivi di mobilità e disoccupazione per apprendisti, l'una tantum per i Co.co.pro e altre indennità similari. L'assicurazione sociale si applicherà a tutti i lavoratori dipendenti privati e pubblici assunti con contratti non a tempo indeterminato. Tra i requisiti per l'accesso descritti nella proposta del Governo, almeno due anni di anzianità assicurativa del lavoratore e almeno 52 settimane di lavoro nell'ultimo biennio. La durata dell'assicurazione dovrebbe essere di 12 mesi (che salgono a 18 per i lavoratori sopra i 58 anni), e un importo medio di 1.119 euro. Grazie ad un meccanismo di sfasamento, l'indennità subirà un abbattimento del 15% ogni seimesi. L'aliquota contributiva dovrebbe invece aggirasi intorno all'1,3% incrementata dell'1,4% per i lavoratori non a tempo indeterminato.

La tabella di marcia, al termine della riunione, vede in programma un nuovo appuntamento per lunedì 19, questa volta a Palazzo Chigi, presente anche il premier Mario Monti. Nelle prossime ore, il ministro del lavoro trasmetterà a sindacati e imprese i documenti relativi alla nuova contrattazione di ingresso con la nuova assicurazione sociale per l'impiego, su cui, le parti sociali sono chiamati a ad esprimere controdeduzioni e osservazioni . Sull'altro fronte caldo della riforma, quello relativo ad articolo 18 e flessibilità in uscita, il ministro darà il via ad una serie di incontri informali.
: accordo sul lavoro la prossima settimana. Riforma ammortizzatori, a regime nel 2017
Sulla riforma del mercato del lavoro «il governo è relativamente pronto» e l'obiettivo «resta quello di un accordo con le parti sociali da realizzarsi entro il termine, entro il 23 marzo». Lo ha detto il ministro del Welfare, Elsa Fornero, nel corso di un'audizione in Senato, aggiungendo che il governo è pronto a «presentare proposte su un blocco complessivo della riforma del mercato del lavoro su 5 punti». Fornero ha precisato che questo «non vuol dire che abbiamo tutto blindato».
«Gli obiettivi - ha detto Fornero - rimangono quelli di un accordo con le parti sociali da realizzarsi entro il termine del 23 marzo, ma non è che ci impicchiamo all'albero. Penso che forse lo potremmo fare già la prossima settimana, non faccio uno sforzo di ottimismo di maniera, sono consapevole che ci sono molti problemi, ma conto che le parti tutte capiscano che questo dare oggi significa aprire per il domani. Noi per questo ci impegniamo. Il presidente Monti ha un impegno dal 25 e vogliamo che entro la sua partenza ci sia l'accordo».
Il ministro è tornato anche sulla polemica scaturita dall'utilizzo del termine «paccata» di soldi, che ha conquistato la rete finendo al centro dei commenti su Twitter. «Non si vede perché i soldi devono essere messi prima. Se c'è accordo si discute di tutto, se no il Governo fa la sua scelta e la finanzia». Fornero ha precisato: «Non volevo dire senza soldi niente accordo». «Noi come governo siamo relativamente pronti, ma questo non vuol dire - ha precisato ancora il ministro - che abbiamo tutto blindato. Siamo relativamente pronti a presentare proposte su blocco complessivo della riforma del mercato del lavoro su cinque punti: ordinamento contratti, sistema degli ammortizzatori sociali, flessibilità in uscita, politiche attive e servizi per il lavoro».
Oggi si sono incontrate le parti sociali: la riunione è durata quasi 5 ore. Sui contenuti è massimo riserbo. Anche se per i nuovi ammortizzatori sociali - secondo quanto trapelato da fonte sindacale - si potrebbe allungare il periodo di transizione, portando più in avanti la data di avvio e l'entrata a regime del nuovo sistema, rispetto al 2013-2015 indicato nella proposta di riforma del lavoro. Si valuterebbe l'entrata a regime nel 2017, come inizialmente ipotizzato.
Nuovo round con i sindacati. Angeletti: incontro utile
Intanto a fine terminata è terminato un nuovo round con i sindacati. Al centro dei colloqui il tema dell'articolo 18 e gli ammortizzatori sociali. «È stato un incontro utile, nei prossimi giorni gli incontri proseguiranno, non abbiamo stabilito quando e come. Abbiamo convenuto con il Governo che i contenuti di questa conversazione rimarranno patrimonio di coloro che li hanno fatti». Così il leader della Uil, Luigi Angeletti, al termine dell'incontro, durato l'intera mattinata. «Abbiamo preso l'impegno - ha spiegato Angeletti, all'uscita dal Ministero del lavoro - di non diffondere informazioni: stiamo facendo una trattativa. Le trattative non si fanno sui giornali», quando si sarà conclusa, ha aggiunto, «conoscerete i particolari». «Incontro utile - ha rimarcato il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso. Non vi dico nulla di più».

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