Tre giovani tunisini che erano fuggiti dal campo di Manduria sono stati aggrediti ieri a bastonate, uno di loro, di 25 anni, è stato ricoverato nell'ospedale di Taranto perchè ha avuto traumi al torace e in varie parti del corpo.
Gruppi di giovani di Oria si improvvisano vigilantes e a bordo di furgoni caricano di forza contro i tunisini che incontrano per le vie del paese e li riportano con modi spicci nel campo. Li affrontano e rincorrono con aggressività, a volte con cattiveria.“Devono stare chiusi nel centro e non li vogliamo in giro” ha detto uno dei promotori della protesta, una carogna fascista, Antonio Ingrao” che va in giro con la sua macchina con moglie e figlio “trota” al seguito che mentre lui guida controlla se stanno tunisini per strada.
Queste ronde girano anche la notte: “se vedo di nuovo qualcuno vicino alla mia abitazione non rispondo di me...", e qualche becero cretino minaccia di imbracciare il fucile.
Un gruppetto di giovani manduriani avantieri ha improvvisato un picchetto davanti all'ingresso del campo per protestare contro il governo per la poca sorveglianza del campo.
Oggi alle 16,30 a Oria c'è un pubblico incontro di protesta per i “problemi che dopo l'arrivo dei migranti nordafricani attanagliano il territorio oritano”.
Ciò che è preoccupante è l'intreccio tra ottusi cittadini che parlano solo il linguaggio cieco della “proprietà”: la mia proprietà, la mia donna, i miei figli, che dicono – come fa un amico di Ingrao - che “due tunisini hanno cercato di avvicinarsi alla figlia “almeno così penso”; e chi fomenta in maniera politica questi sentimenti, e pratiche razziste; la zona anche in passato è stata covo di gruppi fascisti, di Forza Nuova, ci sono ancora dei reduci di Fiamma Tricolore.
Ma questa canea razzista viene anche gonfiata dai politici, dalla stampa, in buona o cattiva fede, mentre viene messa la sordina su altre iniziative, come il fatto che diversi cittadini di Manduria si sono presentati all'ingresso del campo per lasciare pacchi contenenti generi di prima necessità, e solo una indecente burocrazia lo ha impedito.
Ma soprattutto è nato a Manduria un “comitato d'accoglienza” che ha scritto: “...dopo aver analizzato i primi sentimenti razzisti di alcuni concittadini... riteniamo doveroso mobilitarci a sostegno dei tantissimi civili cittadini manduriani e a garanzia dei fratelli profughi”
E venerdì 1° aprile alle 18 nella piazza principale di Manduria ha convocato un'assemblea pubblica, a cui parteciperà lo Slai cobas per il sindacato di classe di Taranto.
Ieri vi è stata una piccola “vittoria” delle donne, 12, tra cui tre incinta, arrivate a Taranto si sono rifiutate di scendere con i loro mariti dai bus per non andare nel campo di Manduria dove vi sono solo uomini, 1200, e dopo che a Lampedusa, come hanno denunciato, hanno subito violenze. A sera hanno ottenuto di essere trasferite al “centro di accoglienza richiedenti asilo” di Bari.
Ciò che unisce sinistra, compresa la Cgil, e destra è che ci si trova davanti ad un'emergenza. Ma l'emergenza la sta creando il governo, ammassando migliaia di immigrati nei campi. Un' “emergenza” volutamente creata e mantenuta per ottenere il coinvolgimento degli altri Stati Europei, per mantenere buona la Lega, per la logica e politica intrinsecamente razzista e fascista.
Sembra un film dell'assurdo, tante persone, poliziotti, carabinieri, vigili, guardia di finanza a “controllare”, a impedire l'accesso - anche ai giornalisti se non sono autorizzati dopo un contorto giro burocratico - , a tentare penosamente di impedire le fughe, che per fortuna continuano, praticamente a non fare niente, quando ci sono i problemi pratici, di vita – i pasti, le docce, la pulizia del campo, ecc.
I più tranquilli e di buon senso sono i tunisini, molti di loro spiegano con pazienza che loro non vogliono stare a Manduria, o in Italia, perchè sanno già dove andare in Francia, in Germania, ecc. e che loro non vogliono creare problemi alla popolazione della zona; se potessero partire, il problema da un giorno all'altro sarebbe risolto.
Ma questo è un altro mondo...
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