Ecco il decreto di sequestro per il petrolchimico
Ecco il testo originale del provvedimento:
INNUMEREVOLI LE CIRCOSTANZE REGISTRATE DAI SISTEMI VIDEO INSTALLATI ALL’ESTERNO DELLA CINTURA DEL PETROLCHIMICO CHE PERMETTEVANO DI RICOSTRUIRE, CON APPROSSIMAZIONE PER DIFETTO, LA FREQUENZA DI ACCENSIONE DELLE TORCE, RILEVATA CON UNA PERIODICITÀ “ QUASI PROGRAMMATA “ .
Pertanto, parte del processo produttivo risultava strutturato nella soluzione finale assicurata dalle torce, consistente appunto nel sistematico incendio in atmosfera dei fluidi residui e non già limitato alle estreme ragioni di sicurezza industriale dichiarate nelle ipotesi progettuali.
E’ stata così ritenuta fondata, dall’esito delle indagini complessivamente svolte, la violazione dei principi stabiliti dal D. lgs 152/2006 per aver gestito senza alcuna autorizzazione gli impianti così detti di sicurezza per lo smaltimento mediante incenerimento dei reflui residui dei processi industriali ed in seguito nell’immissione in atmosfera dei gas prodotti dalla combustione.
Nel corso dell’indagine coordinata dal Sostituto Procuratore presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Brindisi Dott. Antonio Negro nell’ambito del procedimento penale nr. 2168/10 sono state individuate responsabilità a carico dei nominativi di seguito indicati e ritenuti responsabili dei seguenti reati:
1. Paolo Zuccarini, Direttore dello stabilimento Polimeri Europa di Brindisi;
2. Paolo Salvatore Brigante, Responsabile salute e sicurezza e ambiente dello stabilimento della Polimeri Europa di Brindisi;
3. Giancarlo De Natale, Direttore dello stabilimento della Basell di Brindisi;
4. Franco Casadio, Responsabile del servizio di prevenzione e protezione dello stabilimento di Brindisi della Basell S.p.A.
Zuccarini e Brigante dovranno rispondere dei reati di cui agli artt. 256, 1° comma del D. L.vo n. 152 / 2006, art. 279 del D.L.vo n. 152/2006, art. 113 e 674 c.p. in quanto, nelle loro qualità:
- effettuavano un'attività di smaltimento di rifiuti (di cui ai punti D/9 eD/IO dell'allegato B alla parte IV del D. L.vo n. 152/2006) in mancanza della prescritta autorizzazione di cui all'art. 208 del D. L.vo n. 152/2006; in particolare, tramite cinque sistemi di torce (identificate come torce RV 10l/AIB/C/D e RV 401), incenerivano (mediante combustione) rifiuti gassosi (codice europeo n. 070299 ovvero n. 070199), indesiderati e/o in eccesso ovvero generati durante situazioni di emergenza, di fermata e/o di avviamento, provenienti dal circuito criogenico propilene, dal circuito criogenico etilene, dall'impianto di produzione polietilene, dall'impianto di cracking [PICR), dai serbatoi parco stoccaggio GPL, dal molo, dall'impianto produzione butadiene [P30/B), dalla centralina Fuel gas dello stabilimento di Brindisi della Polimeri Europa S.p.A. nonché dagli impianti della EniPower s.p.a. (Turbogas, centrali termoelettriche Nord e Sud).
- Esercitavano l'impianto di cui sopra, che comportava emissioni in atmosfera, in assenza della prescritta autorizzazione di cui all'art. 269 del D. L.vo n. 152/2006; in particolare, tramite i cinque sistemi di torce sopra indicati, e dopo l'incenerimento (mediante combustione) suddetto, immettevano in atmosfera effluenti gassosi di cui all'art. 268-lett. g) del D. L.vo n. 152/2006.
- Causavano nel comune di Brindisi e nei comuni viciniori, luoghi di uso comune, emissioni atte a molestare persone; in particolare, le emissioni si cui sopra determinavano difficoltà nelle comunicazione verbali e radio, iperemia congiuntivale, sintomi di fotofobia, emicrania, tlogosi delle prime vie aeree, difficoltà respiratorie, nausea, fastidio, disagio, disturbo e comunque turbamento della tranquillità e della quiete delle persone, producendo altresì un impatto negativo, anche psichico, sull'esercizio delle normali attività quotidiane di lavoro e di relazione, nonché preoccupazione ed allarme circa eventuali danni alla salute da esposizione a emissioni atmosferiche inquinanti.
De Natale e Casadio dovranno rispondere dei reati di cui agli artt. 256, 1° comma del D. L.vo n. 152 / 2006, art. 279 del D.L.vo n. 152 / 2006, art. 113 e 674 c.p. in quanto, nelle loro qualità:
- effettuavano un'attività di smaltimento di rifiuti (di cui ai punti D/9 e D/I0 dell'allegato B alla parte IV del D. L.vo n. 152/2006) in mancanza della prescritta autorizzazione di cui all'art. 208 del D. L.vo n. 152/2006; in particolare, tramite due sistemi di torce (identificate come torce BT601 e PK600), incenerivano (mediante combustione) rifiuti gassosi (codice europeo n. 070299 ovvero n. 070199), indesiderati e/o in eccesso ovvero generati durante situazioni di emergenza, di fermata e/o di avviamento, provenienti dagli sfiati e dal blow-down di bassa pressione nonché dalle rete dello stabilimento di Brindisi della Basell Brindisi S.r.l.
- Esercitavano l'impianto di cui sopra, che comportava emissioni in atmosfera, in assenza della prescritta autorizzazione di cui all'art. 269 del D. L.vo n. 152/2006; in particolare, tramite i due sistemi di torce sopra indicati, e dopo l'incenerimento (mediante combustione) suddetto, immettevano in atmosfera effluenti gassosi di cui all'art. 268-lett. g) del D. L.vo n. 152/2006.
- Causavano nel comune di Brindisi e nei comuni viciniori, luoghi di uso comune, emissioni atte a molestare persone; in particolare, le emissioni si cui sopra determinavano difficoltà nelle comunicazione verbali e radio, iperemia congiuntivale, sintomi di fotofobia, emicrania, flogosi delle prime vie aeree, difficoltà respiratorie, nausea, fastidio, disagio, disturbo e comunque turbamento della tranquillità e della quiete delle persone, producendo altresì un impatto negativo, anche psichico, sull'esercizio delle normali attività quotidiane di lavoro e di relazione, nonché preoccupazione ed allarme circa eventuali danni alla salute da esposizione a emissioni atmosferiche inquinanti.
Sulla scorta delle considerazioni sintetizzate, il G.I.P. Dr.ssa Paola Liaci, condividendo le motivazioni avanzate dal P.M. Dr. Antonio Negro, in esito all’attività istruttoria condotta, disponeva il sequestro preventivo delle torce esistenti nel polo petrolchimico (nr. 5 Polimeri Europa e nr. 2 Basell di cui una di tipo ground flare), delegando l’esecuzione alla D.i.g.o.s. della Questura di Brindisi che in data odierna notificava i provvedimenti a carico degli indagati nonché dei rappresentati legali delle rispettive società.
In ragione della particolare natura dei processi industriali coinvolti e delle modalità di spegnimento degli impianti interessati dal sequestro, sono stati accordati termini per l’esecuzione, previsti entro 20 giorni dalla data di notifica, tenuto conto delle ragioni di sicurezza descritte.
Sono previsti inoltre eventuali provvedimenti ex art. 85 disp. att. c.p.p. qualora tecnicamente e scientificamente praticabili le soluzioni prospettate:
Restituzione con imposizione di prescrizioni.
1. Quando sono state sequestrate cose che possono essere restituite previa esecuzione di specifiche prescrizioni, l'autorità giudiziaria, se l'interessato consente ne ordina la restituzione impartendo le prescrizioni del caso e imponendo una idonea cauzione a garanzia della esecuzione delle prescrizioni nel termine stabilito.
2. Scaduto il termine, se le prescrizioni non sono adempiute, l'autorità giudiziaria provvede a norma dell'art. 260 comma 3 del Codice qualora ne ricorrano le condizioni.
Gli impianti sono stati affidati in giudiziale custodia ai singoli Amministratori Delegati Alberto Maria Alberti (per la società Polimeri Europa S.p.A) e Marcello Sciota (per la società Basell Brindisi srl)
Il Petrolchimico di Brindisi è situato nell’area industriale a ridosso del porto esterno ed include diverse aziende tra le quali la Polimeri Europa S.p.A , del gruppo Eni e la Basell S.p.A , nonché altre tra loro collegate dalle diverse utilities che l’insediamento industriale nel suo complesso garantisce (energia elettrica, condotte per il trasporto di fluidi, gas, impianti di sicurezza, telefonia, ecc) .
Entrambe le società rientrano nel campo di applicazione del d.lgs 334/99 (Attuazione della direttiva 96/82/CE relativa al controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose).
Nel mese di agosto del 2008, a seguito dell’interruzione di energia elettrica erano attivati, in più occasioni i sistemi di sicurezza esistenti nel presidio petrolchimico il cui esclusivo scopo è concludere il processo produttivo convogliando tutti i fluidi coinvolti nei differenti processi di produzione verso le torce di sicurezza installate ( in tutto 7, di cui 5 per la Polimeri e 2 per la Basell ) per la successiva combustione “ controllata ” in atmosfera.
L’azione delle torce di sicurezza è descritta nei diversi progetti predisposti dalle aziende Polimeri e Basell, nonché richiamata nei rapporti di sicurezza obbligatori ed è disciplinata nel punto dal D.lgs nr. 152 dall.art. 269 c. 14 lettera i) che dispone l’effettivo impiego delle stesse nei casi di “..necessità di garantire la salute, l’ambiente..” e per motivi di emergenza non altrimenti prevedibili.
Diversamente, l’impiego delle torce si traduce in un mero sistema di combustione il cui funzionamento è peraltro subordinato a differente regime giuridico ed autorizzatorio.
L’indagine traeva spunto da molteplici richieste di intervento e di denuncia, talune di esse promosse:
- Dal Presidente della Provincia di Brindisi Dr. Michele Errico.
- Da una segnalazione della Guardia di Finanza di Brindisi che denunciava che circa 63 militari della G.d.F., nel corso di una esercitazione di tiro svolta in località Torre Cavallo (Brindisi) nei pressi del petrolchimico, venivano investiti da sostanze gassose nocive verosimilmente provenienti dall’insediamento industriale proprio nel momento in cui le torce erano in funzione.
- da mirati interventi autonomamente condotti da personale della Digos di Brindisi, allertati dalla inusuale frequenza delle accensioni delle torce, i cui preliminari esiti e ricostruzioni inducevano ad approfondimenti poi sollecitati dall’Autorità Giudiziaria.
Ed è proprio la ripetizione dei blocchi di energia e conseguente massiva attivazione dei sistemi di “ emergenza ” che suscitava nella popolazione il diffuso allarme sociale reso più acuto dalla importante presenza sul territorio di più insediamenti a rischio di incidente rilevante ai sensi della richiamata normativa “ Seveso ” (334/99), tanto da determinare l’intervento dell’Ufficio Territoriale del Governo di Brindisi che, nello stesso anno (2008), predisponeva opportuni protocolli per veicolare le informazioni tra gli enti deputati all’intervento ed al controllo onde così assicurare tempestivi interventi per individuare le ragioni sottostanti dette circostanze.
Le indagini avviate, confortate da perizie e consulenze dei CTU nominati, riscontravano innumerevoli occasioni di accensione delle torce, con particolare riguardo alla torcia avente sigla RV 101 C.
Eventi non segnalati dai gestori degli impianti come invece stabilito dal protocollo prefettizio, così persistenti da qualificare inevitabilmente gli impianti di sicurezza (torce) come sistemi di combustione con conseguente immissione costante di gas non controllati in atmosfera
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