Altro giovane morto per le strade del Corvetto, Milano, a seguito di un inseguimento di polizia.
Un giovane 21enne, Mahmoud Mohamed, si trovava a bordo dello scooter all’alba di questa mattina quando, vedendo una pattuglia di polizia, ha cambiato direzione. Inseguito dagli agenti sarebbe finito contro un semaforo, rimanendo ferito gravemente. Trasportato al pronto soccorso della Humanitas di Rozzano (a sud di Milano) è morto per le ferite riportate.
Non si conoscono ancora le dinamiche precise dell’inseguimento. Smentita comunque la notizia sui presunti “disordini” creati dai famigliari al pronto soccorso di Rozzano.
Rabbia per le strade del Corvetto, nello stesso quartiere in cui pochi mesi prima è morto, in
circostanze simili, Ramy Elgaml. Mahmoud, il ragazzo 21enne che ha perso la vita stanotte, era amico dello stesso Ramy (entrambi in foto), il giovane 19enne morto la notte del 24 novembre 2024 dopo lo speronamento volontario dei carabinieri contro lo scooter su cui viaggiava e guidato da Fares Bouzidi, 22enne rimasto gravemente ferito nello stesso schianto, arrivato al termine di 8 chilometri di inseguimento per mezza Milano.
Incidente al Corvetto, schianto in TMax contro un semaforo: morto 20enne senza patente in fuga dalla polizia. Rivolta dei parenti in ospedale, un altro caso Ramy
Milano, tragedia alle 3 in via Marco D’Agrate al Corvetto. Stesso quartiere, stesso mezzo: le analogie con la storia di Ramy Elgaml. Alla guida dello scooterone Mohamed Mahmoud, residente a Brembate (Bergamo). È deceduto all’Humanitas di Rozzano. Urla e tensione in pronto soccorso, dove sono accorse una ventina di persone tra amici e famigliari del ragazzo
di NICOLA PALMA
Mohamed, un’altra giovane vita spezzata
Questa mattina è deceduto al Pronto Soccorso di Rozzano Mohamed, ragazzo di origine libica di 21 anni, di Brembate (BG). Prima dell’alba avrebbe preso in prestito lo scooter da un amico, incrociato una volante in via Ortles e deciso di svoltare per evitare il fermo. Le Forze dell’Ordine hanno quindi deciso per l’inseguimento. Poco tempo dopo, l’inseguimento finisce: all’incrocio tra via Cassano D’Adda e via Marco D’Agrare Mohamed ha perso il controllo dello scooter, scontrandosi contro un semaforo. Dopo essere stato soccorso e portato in ospedale, è deceduto per le ferite.
Fuori dal PS della clinica Humanitas di Rozzano si sono riuniti la famiglia, gli amici e le amiche. Hanno espresso rabbia e disperazione, hanno preteso di poter vedere il corpo di Mohamed. La risposta è stata immediata: sul luogo sono giunte diverse pattuglie delle forze di polizia e anche i militari del battaglione Carabinieri della Lombardia, «in via preventiva». Un servizio d’ordine sarà disposto anche all’obitorio.
Una storia che a tutt* noi ricorda quella di Ramy, anche se le dinamiche sembrano essere diverse, per come sono state comunicate dalla Polizia — ma sappiamo che delle loro ricostruzioni non ci si può fidare. Mohamed e Ramy condividono lo stesso destino (noi avremmo molte altre parole) e hanno condiviso la stessa comunità. Erano entrambi, in modo diverso, ragazzi di Corvetto, un quartiere che sta subendo troppi lutti. La stessa Corvetto che oggi è Zona Rossa, che oggi è militarizzata, piange due ragazzi.
Potranno anche dirci che sia solo una coincidenza: noi sappiamo che qui una responsabilità politica precisa. C’è la volontà di lasciare che le forze dell’ordine abbiano piena libertà di agire. C’è la volontà di gestire la “sicurezza” e l’ordine pubblico con strumenti muscolari, l’incapacità di mettere in discussione pratiche, come l’inseguimento, che hanno l’unica conseguenza di aumentare il pericolo. C’è la volontà di proseguire, di non modificare di un millimetro, l’oppressione sistemica delle persone razzializzate, con strumenti istituzionali e culturali.
Non importa cosa diranno: un’altra giovane vita è stata spezzata. Verità e giustizia per Ramy, Fares e Mohamed.
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