A seguito dell’attacco del 7 ottobre guidato da Hamas emersero innumerevoli e terribili accuse di violenza sessuale per le quali Israele sostiene che ci sia stata una premeditata “campagna di stupri di massa”; tuttavia, fin dall’inizio, non sono emerse prove a sostegno delle affermazioni rilasciate.
Ora, 15 mesi dopo, le accuse sembrano essere completamente crollate.
Il giorno di Capodanno, il quotidiano israeliano Yedioth Ahronot ha pubblicato rivelazioni rivoluzionarie sulle continue affermazioni di “stupri di massa” commessi il 7 ottobre 2023.
L’articolo, pubblicato in lingua ebraica, rivela che i procuratori israeliani non ritengono che vi siano prove sufficienti affinché questi presunti crimini possano reggere in tribunale.
“Abbiamo contattato le organizzazioni per i diritti delle donne e abbiamo chiesto la loro
collaborazione. Ci hanno risposto che semplicemente non le hanno contattate”, ha dichiarato un procuratore intervistato da Yedioth Ahronot. Hanno anche dichiarato che “alla fine, non abbiamo denunce. Ciò che è stato presentato dai media rispetto a ciò che alla fine emergerà sarà completamente diverso”.Queste ammissioni arrivano a seguito di un mare di accuse di “stupro di massa” prive di fondamento, accuse divulgate ininterrottamente per oltre un anno da Israele e dalla leadership occidentale.
Hillary Clinton, insieme a una coalizione di studiosi, politici, esperti legali e influencer pro-israeliani, ha collaborato con Sheryl Sandberg per promuovere una campagna sul presunto uso dello stupro da parte di Hamas “come arma di guerra”.
Sandberg, il cui film “Screams Before Silence” è stato massicciamente promosso, presentato in eventi pubblici e in proiezioni esclusive, sosteneva le sue affermazioni utilizzando i nastri degli interrogatori, condotti da agenti dello Shin Bet, in cui dei palestinesi erano costretti ad ammettere di aver commesso ogni tipo di atrocità, nastri che sono stati poi completamente scartati da tutte le commissioni d’inchiesta, dalle Nazioni Unite e dai rapporti sui diritti umani, poiché è noto che lo Shin Bet ottiene false testimonianze mediante tortura.
Nessuna organizzazione o ente autorevole sostiene Israele e i politici occidentali nella loro affermazione che il 7 ottobre si è verificata una “campagna di stupri di massa”. Ora, secondo le ammissioni delle stesse autorità israeliane, sappiamo che non una sola vittima si è fatta avanti.
Se inizialmente i resoconti israeliani delle violenze sessuali sembravano concentrarsi sul Kibbutz Be’eri, in seguito si sono diffusi in varie altre località e molte delle denunce non menzionavano affatto il luogo in cui si erano verificate.
Le Nazioni Unite sono state in seguito incoraggiate da Israele a inviare una squadra per raccogliere le prove, ma nel farlo hanno rivelato che nel caso del Kibbutz Be’eri non sono state trovate prove.
La rappresentante speciale Pramila Patten ha soprainteso il rapporto dell’Ufficio del rappresentante del Segretario generale delle Nazioni Unite sulla violenza sessuale nei conflitti. Il rapporto affermava che c’erano prove che indicavano la violenza sessuale, ma non era in grado di affermare un singolo caso e non le era stato dato un mandato investigativo per farlo.
Tuttavia, il team delle Nazioni Unite è riuscito a smascherare due casi di presunto stupro e/o violenza sessuale; in un caso ha scoperto che “la scena del crimine era stata alterata da una squadra di artificieri e i corpi spostati”.
Il New York Times, che ha pubblicato quello che sarebbe dovuto essere un reportage sconvolgente sui presunti “stupri di massa” di Hamas, si è trovato invischiato in uno scandalo enorme dopo che il suo caso principale, che avrebbe dovuto dimostrare il tipo di stupri avvenuti, è stato smentito dai familiari della vittima.
Due dei tre autori sono stati smascherati anche per il loro legame con lo Stato e l’esercito israeliano, unito alla mancanza di esperienza giornalistica.
Cochav Elkayam-Levy, che si è autonominata “Presidente della Commissione civile sui crimini del 7 ottobre contro le donne e i bambini”, è stata insignita del Premio Israele (2024) e intervistata da media autorevoli come la BBC, la CNN e il New York Times come eroina che ha raccolto prove definitive della presunta campagna di “stupri di massa” di Hamas.
Haaretz ha persino pubblicato un articolo su di lei, che nel sottotitolo affermava che Elkayam-Levy era armata di “testimonianze su testimonianze”, ammettendo poi nello stesso articolo che non era stata raccolta alcuna testimonianza diretta.
Elkayam-Levy ha presentato immagini false che avrebbero dovuto fungere come prova degli stupri, tra le quali il corpo di una donna curda proveniente da una differente area di conflitto. In seguito è stata denunciata dai media israeliani per “frode e truffa ai danni dei donatori”. Dal lavoro programmato dalla sua commissione d’inchiesta non è mai emerso nulla di concreto.
Nonostante i ripetuti scandali, le affermazioni smascherate come bufale e l’assenza di qualsiasi prova concreta che i gruppi armati palestinesi abbiano commesso violenze sessuali di massa il 7 ottobre, per non parlare di una campagna premeditata per armare la violenza di genere, i media occidentali hanno continuato a dare spazio a ogni nuova affermazione.
Non c’è ancora un’analisi critica, un articolo investigativo o un approccio critico a queste orribili affermazioni, che se fossero vere sarebbero davvero tremende.
Infine anziché l’emersione di prove a conferma anche di una sola accusa, nel corso degli ultimi 15 mesi c’è stato solo un flusso costante di prove che indicano che l’“allarmante epidemia di violenza di genere come arma di guerra”, come sostenuto da Hillary Clinton, era falsa.
Di contro, l’unica “allarmante epidemia” sembra essere stata una marea di accuse di stupro false e/o non comprovate che sono state usate da Israele “come arma di guerra”.
* da The Palestine Chronicle, 8 gennaio 2025 – Robert Inlakesh è giornalista, scrittore e documentarista. Si occupa di Medio Oriente, con particolare attenzione alla Palestina.
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