martedì 10 maggio 2022

pc 10 maggio - Lenin e Putin sull’Ucraina - un post che condividiamo

Lenin ha scritto:

Colui che giustifica i capitalisti che ci conducono alla guerra per schiacciare altri popoli (che chiama, per esempio, «difesa della patria» dei grandi-russi lo strangolamento della Polonia e dell’Ucraina), (...) è un lacchè e un bruto che desta un senso legittimo di sdegno, di disprezzo e di disgusto.
«Un popolo che opprime altri popoli non può emancipare stesso», dicevano Marx ed Engels, i più grandi rappresentanti della democrazia conseguente del secolo XIX, divenuti gli educatori del proletariato rivoluzionario. E noi, operai grandi-russi, pervasi da un senso di fierezza nazionale, vogliamo ad ogni costo una Grande-Russia libera e indipendente, autonoma, democratica, repubblicana, una Grande-Russia fiera, che stabilisca coi suoi vicini relazioni basate sul principio umano dell’uguaglianza, e non sul principio feudale dei privilegi, umiliante per una grande nazione. E appunto perché la vogliamo tale, noi diciamo: non si può, nel XX secolo, in Europa (anche se nell’estremo oriente d’Europa)«difendere la patria» se non mettendo in opera tutti i mezzi rivoluzionari contro la monarchia, i grandi proprietari fondiari e i capitalisti della propria patria, cioè contro i peggiori nemici del nostro paese. I grandi-russi non possono «difendere la patria» se non
augurandosi in ogni guerra la disfatta dello zarismo, come minor male per i nove decimi della popolazione della Grande- Russia. Poiché lo zarismo non solo opprime economicamente e politicamente questi nove decimi della popolazione, ma li demoralizza, umilia, disonora, prostituisce, abituandoli ad opprimere altri popoli, abituandoli a celare il loro obbrobrio sotto una retorica ipocrita, falsamente patriottica.
Ci si obietterà forse che, oltre lo zarismo e sotto la sua ala, è sorta e si è già affermata un’altra forza storica, il capitalismo grande-russo, che compie un’opera progressivcentralizzando e cementando economicamente vaste regioni. Ma questa obiezione, lungi dal giustificare, accusa ancor più i nostri socialisti sciovinisti, che bisognerebbe chiamare: socialisti zaristi di Purisckevich (come Marx chiamava i lassalliani: regi socialisti prussiani).
Ammettiamo persino che la storia dia ragione al capitalismo imperialista grande-russo contro cento e una piccola nazioni. Questo non è impossibile, poiché tutta la storia del capitale è fatta di violenza e di rapine, è una storia scritta col sangue e col fango. Del resto noi non siamo affatto partigiani assoluti delle piccole nazioni. Noi siamo indiscutibilmente, a parità di tutte le altre condizioni, per la centralizzazione, contro l'ideale piccolo-borghese dei rapporti federativi. Tuttavia, anche in questo caso, non è affar nostro, non è affare dei democratici senza parlare dei socialisti - aiutare i Romanov-Bobrinski-Purisckevich a schiacciare l'Ucraina, ecc. (...) In quanto ai socialisti sciovinisti nostraniPlekhanov, ecc. ecc., essi si riveleranno, nell’ipotesi da noi ultimamente esaminata, dei traditori non solo della loro patria, la Grande-Russia libera e democratica, ma anche dei traditori della fratellanza proletaria di tutti i popoli della Russia, cioè della causa del
socialismo.
(Della fierezza nazionale dei grandi russi, Lenin, Opere Complete, Vol. 21, pagg. 92-94)
"L'indipendenza dell'Ucraina è stata riconosciuta dal Comitato esecutivo centrale dei soviet di tutta la RSFSR - Repubblica socialista federativa sovietica della Russa e dal Partito comunista bolscevico russo. Perciò è cosa ovvia e universalmente riconosciuta che soltanto gli operai e i contadini dell’Ucraina possono decidere e decideranno nel loro congresso nazionale dei soviet se l'Ucraina deve fondersi con la Russia o deve costituiruna repubblica autonoma e indipendente e, in quest’ultimo caso, quale legame federativo deve essere stabilito tra questa repubblica e la Russia.
"Se un comunista grande-russo insistesse sulla fusione dell'Ucraina con la Russia, gli ucraini potrebbero facilmente sospettare che egli difenda una tale politica non perché aspiri all'unità dei proletari nella lotta contro il capitale, ma perché è guidato dai pregiudizi del vecchio nazionalismo, dell’imperialismo grande-russo. Questa diffidenza è naturale efino a un certo punto, inevitabile e legittima, perché i grandi-russi sotto il giogo dei proprietari fondiari e dei capitalisti sono stati per secoli nutriti dei pregiudizi vergognosi e abietti dello sciovinismo grande-russo.
(Lettera agli operai e ai contadini dell’Ucraina in occasione delle vittorie riportate su Denikin, Lenin, Opere Complete, Vol. 30, pagg. 260 e 262)

Putin nel suo discorso alla nazione del 21.02.2022 ha detto:
Quindi, prima di tutto: l'Ucraina di oggi è stata creata interamente e senza riserva alcuna dalla Russia, più precisamente: dalla Russia bolscevica, comunista. Questo processo iniziò fondamentalmente subito dopo la rivoluzione del 1917. Lenin e i suoi compagni agirono in modo estremamente spietato contro la Russia stessa, dalla quale parti dei suoi territori storici furono separate e cedute.
Dal punto di vista del destino storico della Russia e dei suoi popoli, i principi di Lenin di costruzione dello Stato non erano solo un errore, erano, per così dire, molto peggio di un errore. Dal crollo dell'Unione Sovietica nel 1991, ciò è stato perfettamente ovvio. ...
Lenin (...) propose di fare concessioni ai nazionalisti, all’indipendenza", come la chiamava all'epoca. Sulla base proprio di queste idee leniniste di una costruzione dello stato confederale e della parola d'ordine del diritto all'autodeterminazione dei popoli fino alla separazione, lo stato sovietico venne poi costruito; nel 1922 furono sancite nella Dichiarazione che istituiva l'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, e poi, dopo la morte di Lenin, nel 1924 nella Costituzione dell'URSS.”
Mettere a confronto il pensiero di Lenin e le dichiarazioni di Putin, oltre a
smascherare tutta la menzogna su cui è costruito il nazionalismo grande-russo
contemporaneo, dimostra il carattere profondamente reazionario, sciovinista e
imperialista della Russia di oggi e del suo “capo” anticomunista Putin.
Coloro che ancora ripongono le loro speranze in Putin non fanno che riporre le loro
speranze nella vecchia prigione zarista delle nazioni, che è glorificata e sognata da Putin e dalla classe capitalista-imperialista di cui egli è l’attuale rappresentante.
Il capitale è una forza internazionale e per vincere questa forza è indispensabile realizzare l’alleanza internazionale, la fratellanza internazionale degli operai e di tutti i lavoratori del mondo.
I proletari e i popoli oppressi di tutti i paesi devono combattere insieme contro tutte le grandi potenze imperialiste, siano esse USA, NATO, UE, Germania o Cina e Russia.
Solamente chi lotta contro la propria classe dominante e i suoi preparativi di guerra sta combattendo per la pace!
NO alla guerra di spartizione inter-imperialista combattuta sulla pelle del popolo
ucraino!
Lotta all’imperialismo italiano e alla sua politica guerrafondaia al carro degli USA e della NATO!
Gloria eterna all’Esercito Rosso e alla Marina Rossa, ai partigiani che sono caduti
per sconfiggere il nazismo, sotto la bandiera della lotta al capitalismo e
all’imperialismo, della libertà e la pace fra i popoli, per il socialismo!
8maggio 2022 (77° anniversario della capitolazione del nazismo)

Piattaforma Comunista

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