“Chiedo a tutti i movimenti e partiti, a partire dal mio Partito democratico, di essere solidali con queste lavoratrici e con questi lavoratori senza provare ad avere in cambio nulla. La solidarietà per un voto o una candidatura non è solidarietà. È miseria, vergogna. Mortificazione.”
Così si è espresso, secondo quanto riporta il Giornale di
Sicilia di ieri 8 maggio, “il deputato del Pd e candidato al Consiglio
comunale, Carmelo Miceli – uno dei più attivi nel seguire la vicenda” che “ha
denunciato” che “diversi partiti starebbero cercando di candidare alcuni ex
lavoratori Almaviva.”
Soprattutto in tempo di elezioni, la caccia al voto, in ogni
modo e con qualsiasi mezzo, non è certo una novità per nessuno, ma ricordarlo,
così direttamente e apertamente come ha fatto il candidato, chiarisce senza
mezzi termini la “qualità” degli sciacalli politici che si buttano a capofitto
nelle disgrazie altrui, per il proprio tornaconto!
In questo caso si tratta della vertenza ex Covisian-Almaviva
che coinvolge 543 lavoratrici e lavoratori, che oggi pomeriggio si sposta alla
Camera con una “audizione informale del presidente esecutivo di Ita Airways,
Alfredo Altavilla, e dell’amministratore delegato Fabio Lazzerini”, cioè con “i
vertici della compagnia che avevano disertato l’incontro dello scorso 20
aprile, l’unico finora convocato al ministero del Lavoro, nel quale
si sarebbe dovuto trovare una soluzione al licenziamento degli operatori di
Covisian.”
Insomma “…è dovuto intervenire il ministero dell’Economia
e delle Finanze, che possiede il 100 per cento della società aerea, per costringere
Ita a presentarsi per spiegare ai parlamentari cosa intende fare per
salvaguardare i posti di lavoro: martedì, invece, il ministro
Daniele Franco dovrà illustrare in Commissione Trasporti il piano
industriale, il programma di investimenti e gli aumenti di capitale programmati
per rilanciare la compagnia di bandiera.”
Il paradosso, si fa per dire, è che l’azienda, Ita Airway,
che aveva dato in appalto il call center, è statale al 100 per cento e se ne è
lavata le mani dopo che la Covisian aveva rotto il contratto! E licenzia senza
tenere in conto la clausola di salvaguardia. È anche per questo che le
lavoratrici e i lavoratori si sono fatti sentire ancora di più in questi giorni
con un sit-in in centro ed esponendo striscioni sul tetto del teatro Politeama
per la salvaguardia dei posti di lavoro.
Nessun commento:
Posta un commento